Il mio non-istinto di mamma

L’istinto materno non esiste.
Affermazione un po’ forte, lo ammetto. Ma vorrei offrire ai neogenitori e soprattutto alle neomamme, che si sentono in dovere di esserne investite, la mia (personale) visione della questione: l’istinto materno, come un superpotere che si acquisisce con il parto o con il concepimento, per me, non esiste.

foto di Phoebe! utilizzata con licenza Creative Commons
foto di Phoebe! utilizzata con licenza Creative Commons
Questo istinto ancestrale, che sembra la capacità di camminare sui muri di Spiderman, che si manifesta all’improvviso, come fenomeno sovrannaturale, mi spiace dirvelo, non esiste.
Quando prenderete vostro figlio in braccio per la prima volta di sicuro la vostra vita cambierà, ma le vostre capacità, le vostre competenze e la vostra visione del mondo, saranno esattamente identiche all’istante precedente.
Di sicuro quel momento segnerà qualcosa di potente, di dirompente, l’inizio di una relazione unica, ma no, non totalmente insostituibile.

Questo è infatti un altro concetto a cui tengo, importante soprattutto per le neomamme: non avete i superpoteri e non siete insostituibili.
Siete essenziali, determinanti, ogni errore lascerà il segno, così come ogni vostra azione. Ma siete, fortunatamente, sostituibili.
Sembra un messaggio duro, crudo e anche fastidioso, lo so. E invece, vi assicuro, quello che voglio comunicarvi è positivo e pieno di speranza. Quando sarete schiacciate dal senso di responsabilità, dall’incomprensione, dal dubbio, vi renderete conto che l’inesistenza dell’istinto materno come unico, invincibile legame nella relazione con vostro figlio, sarà un enorme sollievo.

Perché questo è il punto: l’istinto materno non esiste come superpotere, ma esiste come relazione. Come relazione di conoscenza, reciproca, quotidiana, in crescita ed evoluzione. L’istinto materno è un legame che si costruisce e per questo è un legame forte.
Questo legame, dunque, non è solo della madre, ma è alla portata di chiunque voglia costruirlo e rinsaldarlo.
Soprattutto è un legame che cresce all’interno della relazione, cioè si stabilisce tra due persone, una delle quali è il figlio: non potrete mai seguire il vostro cuore, dovrete sempre seguire i vostri cuori, dovrete rispettare e per questo conoscere chi è vostro figlio come persona autonoma e diversa.

Quando vi diranno che potete o dovete fidarvi del vostro istinto, del vostro cuore, sappiate che potrete fidarvi di certo di quella relazione che avete costruito. Fidatevi del legame, fidatevi della reciproca conoscenza con i vostri figli, fidatevi di voi e delle cose che avete imparato nel crescere insieme.
Ma, soprattutto, fidatevi anche di tutti gli altri che hanno costruito relazioni con i vostri figli. Fidatevi della diversità dei rapporti, fidatevi della complessità, fidatevi degli errori.
E fidatevi della persona in crescita che avete davanti: fidatevi degli istinti, del temperamento e della personalità di quelle persone piccole che vi crescono accanto.

Se non c’è un metodo o una strada che sia stata già battuta, per crescere un figlio, non c’è neanche un istinto da seguire che sia vostro e basta. Però se c’è una relazione, il cammino è più facile, perché nessuno è mai solo.
Per questo, vi dicevo, l’inesistenza dell’istinto materno, proposto troppo spesso come un potere “assoluto” delle madri, è un sollievo: se non siete esclusive, se accettate che la strada di crescita è un cammino comune, non sarete sole.

Prova a leggere anche:

Previous

Relazioni sociali al tempo dei social media

Nostalgia per un gemello

Next

17 thoughts on “Il mio non-istinto di mamma”

  1. Tolgo anche io questo dalla mia lista dei preferiti e spiegherò il perché su facebook. É davvero subdolo e per quanto sia indicato che è un articolo sponsorizzato lo trovo davvero scorretto… Usare le stesse parole lo stesso slogan.. Se la riflessione ci poteva pure stare, farla usando le stesse parole della pubblicità non è altro che pubblicità… Vi credevo più seri di così

    Reply
  2. Ciao Silvia, ho scritto un paio di post simili qualche giorno fa sulle donne coi superpoteri in gravidanza, in relazione al partner etc.. e la cosa curiosa è che la mia riflessione partiva proprio dall’incipit della pubblicità della mellin “diventi mamma dal primo momento che lo scopri” che ho trovato un po’ forzato.
    Ad ogni modo, ho trovato il tuo post molto interessante e la connessione tra non istinto – allattamento – latte in polvere l’ho notata solo dopo aver letto i commenti. Per cui mi sembrano solo speculazioni inutili, quei commenti sullo sponsor invasivo.
    Poi mi sembra ovvio, se avrò latte allatterò volentieri, se no pazienza. Senza necessariamente demonizzare chi fa scelte diverse! Ma perchè bisogna sempre vedere il brutto in ogni cosa?

    Reply
  3. Uh come lo sento, questo articolo. Anche se è sponsorizzato Mellin e io ho sempre usato il latte della farmacia, conosco benissimo la vostra integrità e ciò mi basta.
    Avevo dimenticato quanto le mamme tendono a sentirsi investite di chissà che. E invece negli ultimi mesi alcune mie amiche neomamme me l’hanno ricordato.
    Alcune probabilmente si sentono bene in questo ruolo di “colei che regge il mondo”: alcune sono rassicurate dal sentirsi insostituibili. Salvo poi crollare quando vengono sostituite, o peggio devono esserlo.
    Grazie alla natura i figli si fanno in due. E l’amore non è solo quello “animale” verso il frutto dei propri lombi, l’amore vero è quello che si instaura indipendentemente dal sangue e dai doveri.
    I nostri figli possono essere amati da chiunque. E chiunque li può amare quanto e più di noi, purché si verifichino le condizioni.
    Io personalmente ne sono sempre stata felice. Anche perché questa consapevolezza ha una conseguenza: se sto con loro, lo faccio perché voglio, non perché sono insostituibile.
    Se sto con loro, se ho scelto la famiglia anziché la carriera, è perché la mia famiglia mi dà più soddisfazioni di qualsiasi altra cosa.
    Ma potrebbe essere anche così, e non ci sarebbe nulla di male ad ammetterlo.

    Reply
  4. Da neomamma ho avuto la sensazione di avere questo famoso istinto riguardante l’accudimento e ho cercato di non allontanarmi, e vedo che per me è bene non avere interferenze su questo punto. Poi però con l’andare del tempo le cose diventano sempre più complicate, i bambini sono piccole persone diverse da noi e mi ci è voluto poco tempo per imparare quanto ho potuto sbagliarmi sul conto di mia figlia quando aveva appena 2 anni. Ripensandoci, da figlia mi sono confrontata con la pretesa di mia mamma di capirmi più di chiunque altro, perfino di me stessa – e credo che far passare questo messaggio faccia bene a prescindere, a tutti.

    Reply
  5. Non sono d’accordo quando parli dell’ essere insostituibile. Er fortuna o purtroppo la mamma é la mamma. Se la mamma non c’ é per forza di cose é sostituibile ma in caso contrario bisogna arrendersi all’ idea che siamo mammiferi… Per il resto, l’ istinto materno puó non essere immediato, ma poi tocca arrendersi anche a quello. É proprio nella chimica che si cambia, a partire dal sonno che diventa vigile… E te lo dico da mamma di due che col primo figlio ha scoperto tutto dopo i due anni. Prima é stato difficilissimo, avrei voluto tornare indietro, lo avrei fattplo se avessi potuto allora. Poi un giorno come un’ epifania é arrivato l’ innamoramento, totale, assoluto, del mai piú senza. E del prima an ora oggi porto rimorsi. Per il secondo l’ amore era giá lí mentre cercavamo do concepirlo, appena partorito poi, come ossogeno senza cui non vivo, ma il camboamento era giá avvenuto. Solo non per tutte arriva subito.

    Reply
  6. Le demonizzazioni non ci stanno mai. Però Silvia, concordo in pieno con Andrea e spero di trovare il tempo di farvi vedere le cose da un altro punto di vista senza lanciare fatwe ma fornendovi informazioni e argomenti (su cui poi ovviamente si può discutere e discordare). Comincio da una cosa semplice: i genitori leggono Mellin anche se non si parla di cibo. È questo che alla Mellin basta.

    Reply
  7. Mi dispiace, ma davvero non mi piace. Non l’articolo in sé… quello può anche andare bene, ma il collegamento che c’è con la mellin e la RIPROVEVOLE campagna che stanno facendo.

    Se l’articolo non fosse stato sponsorizzato sarebbe anche andato bene, ma la sponsorizzazione della Mellin su questi argomenti proprio non ci sta.

    In alcuni casi le demonizzazioni ci stanno tutte e la campagna “fidati del cuore” e uno di questi.

    No, mi dispiace, ma proprio NO! Certe cose NON si fanno.

    #noistintoblu

    Reply
    • Bravo Andra, la penso esattamente come te. Il messaggio è chiaro…. “non ho l’istinto di mamma, quindi non ho nemmeno l’istinto di allattare” [per carità, succede, chi dice nulla]…”ma non preoccupiamoci, tanto arriva Mellin a sopperire il nostro non-istinto!”

      Reply
    • pienamente d accordo con Andrea! potevo quasi essere d accordo, sulla questione della relazione, xke a me nn è scattata la scintilla dell istinto materno, ma mi sn innamorata di mio figlio dopo i 6 mesi, quando ha iniziato a relazionarsi con me a livello interpersonale, ma quando ho letto Mellin, l articolo ha preso tutta un altra connotazione: proseguo di una campagna publicitaria piu subdola che mai.
      anche no, grazie!

      Reply
  8. e invece è un messaggio che avrei voluto ricevere con la prima gravidanza, quando ogni mio gesto mi sembrava sbagliato e ineluttabile, quando la responsabilità dei pensieri e delle emozioni che sfuggivano al mio controllo avvelenavano la gioia della scoperta.
    Per questo questo post avrebbe anche potuto avere la Hatù come sponsor: sono riflessioni che condivido appieno. It takes a village to raise a child, per fortuna

    Reply

Leave a Comment