Il metodo Montessori nella scuola moderna

Ospitiamo questo post scritto da un’esperta del metodo Montessori, Claudia di http://www.lacasanellaprateria.com/. Claudia è un’esperta come lo sono tutte le persone appassionate per un argomento, ma anche perché oltre ad averne scritto ampliamente sul suo bellissimo sito, ha appena iniziato un percorso come educatrice in una scuola montessoriana. Nel ringraziarla per questa riflessione che ci ha regalato non possiamo che augurarle il meglio da questa esperienza.

Nei giorni scorsi è iniziata la nostra avventura nella scuola Montessori. Tutto è successo un po’ per caso (anche se in realtà sono convinta che il caso non esista). Mi sono rivolta a quella scuola perché desideravo iscrivere i miei figli. Scoraggiata dalle tariffe proibitive, ho optato per la scuola pubblica finché, in un momento di sconforto dovuto al malessere di mio figlio, sono tornata alla carica proponendo qualunque tipo di servizio in cambio di un’agevolazione. La risposta è stata una proposta di lavoro.

Dopo l’entusiasmo iniziale ho cominciato ad avere qualche dubbio. Se è vero che mi sono sempre ispirata al metodo Montessori, questo non è mai stato la mia unica fonte di ispirazione. Non ero certa di essere pronta per una vita “100% Montessori”.

Ho comunque deciso di accettare la proposta e ho iniziato a documentarmi. Ho letto e riletto tutto quello che potevo, ho discusso a lungo con le insegnanti, con i genitori e con la direttrice. Ho trascorso giornate intere a scuola, in mezzo ai bambini. E mi sono accorta che il metodo Montessori non è altro che puro e semplice buon senso. Mi sono accorta che sì, ero pronta per una vita “100% Montessori” perché in realtà questo significa semplicemente libertà, (auto)disciplina e rispetto.

Ma ovviamente il metodo da solo non basta. La cosa più importante, che si tratti di scuola Montessori o di qualunque altro tipo di scuola, sono le persone. Una scuola Montessori può diventare una tristissima prigione se gli insegnanti sono troppo rigidi, così come una monoclasse improvvisata in un campo profughi può essere nutrimento per lo spirito se l’insegnante lavora con passione.

Ci siamo quindi imbarcati tutti (i bambini come allievi, io come insegnante e mio marito come volontario) in questa incredibile avventura e speriamo, attraverso le esperienze condivise sul blog, di poter aiutare anche chi ci segue a sfruttare le opportunità che il metodo ideato dalla nostra illustre connazionale può offrire.

Ma in che cosa consiste il metodo Montessori? Non è semplice spiegarlo in poche righe, ma possiamo vederne alcuni aspetti fondamentali:

La mente assorbente. Secondo Maria Montessori il bambino da zero a sei anni assorbe con una grande facilità tutto ciò che lo circonda attraverso i sensi. Per questo la Montessori ha messo a punto una serie di materiali sensoriali che permettono di rappresentare materialmente concetti astratti che sarebbero altrimenti molto più difficili da elaborare.

L’importanza dell’ambiente. Il bambino assorbe tutto ciò che ha intorno. Se sente parlare una lingua, la imparerà. Se ne sente due (o più) le assorbirà entrambe. Se è libero di manipolare gli oggetti che trova, imparerà a farlo correttamente. Per questo la Montessori suggerisce di creare nelle nostre case un ambiente “a misura di bambino”. Questo non significa, però, che le nostre case debbano assomigliare ad una ludoteca. Significa semplicemente che il bambino imparerà prima, meglio e senza frustrazioni ad essere autonomo se l’ambiente lo consente. Imparerà prestissimo a bere dal bicchiere se glie ne diamo uno di dimensioni adatte alle sue manine. Potrà alzarsi e sedersi da solo se la sedia sarà abbastanza piccola e leggera da poter essere da lui stesso spostata agevolmente. Negli ambienti studiati apposta per loro, i bambini possono muoversi tranquillamente e non devono stare immobili e in silenzio ad ascoltare passivamente. Possono alzarsi, camminare, sedersi a terra, discutere con i compagni. Ma, soprattutto, possono lavorare in autonomia (da soli o in piccoli gruppi) ed imparare attraverso la sperimentazione diretta.

Il bambino è competente. “A misura di bambino” non significa “a prova di bambino”. Nelle scuole Montessori infatti i bambini maneggiano bicchieri di vetro, vasi, coltelli, chiodi e martelli. Ogni bambino è capace di rispettare gli oggetti presenti nel proprio ambiente, a condizione che questo gli venga insegnato. Se diamo ai nostri figli solo bicchieri di plastica, non impareranno a maneggiarli con cura per evitare di romperli.

Il ritmo del bambino. A differenza degli adulti, che agiscono per modificare l’ambiente (ad esempio passo la scopa per pulire il pavimento) i bambini agiscono per perfezionare se stessi. Così il piccolo di quattro anni continuerà a strofinare la sua tazza anche se è già pulita. Continuerà a farlo finché ne sentirà il bisogno. Finché non si sarà appropriato dei gesti e delle competenze che glli sono necessarie. Nelle scuole Montessori i bambini non devono conformarsi ai ritmi altrui ma vengono lasciati liberi di svolgere ogni attività finché ne sentono il bisogno. Solo allora le avranno realmente acquisite.

Le classi di età miste. Nelle scuole Montessori i bambini sono suddivisi in classi di 3-6 anni, 6-12 annni, 12-15 e così via. In questo modo i bambini interagiscono non solo con i propri coetanei ma anche con allievi più grandi o più piccoli. E se i piccoli sono stimolati dalle attività che i grandi svolgono sotto i loro occhi, i grandi possono sentirsi utili aiutando i loro compagni più giovani. Non è tutto. Avendo sempre a disposizione anche il materiale destinato ai più giovani, gli allievi possono tornare ad esercitare quelle competenze che non sono state acquisite correttamente, senza bisogno di bocciature o di esami a settembre.

Niente voti. Sì, perché nelle scuole Montessori non ci sono voti, non ci sono compiti, non ci sono bocciature. I materiali montessoriani hanno in sé la correzione dell’errore. Questo significa che il bambino si accorge da sé di aver sbagliato e può riprovare finché non riuscirà a trovare la soluzione corretta. Quando un bambino (questo vale in realtà anche per gli adulti) realizza ciò a cui stava lavorando, è naturalmente soddisfatto e contento di sé. Quando non riesce a portare a termine il suo compito, vivrà un senso di frustrazione. Questi sentimenti sono più che sufficienti per spingere il bambino verso la riuscita, senza bisogno di interventi esterni come elogi o punizioni.

Aiutami a fare da solo. Secondo la Montessori, “Ogni aiuto superfluo è un ostacolo allo sviluppo del bambino”. Troppo spesso, con le migliori intenzioni, accorriamo per aiutare i nostri bambini impedendo loro di esercitarsi nello svolgimento di un determinato compito (portare al loro posto un bicchiere colmo d’acqua temendo che lo rovescino, allacciare loro le scarpe per “fare più in fretta”, eccetera). Lasciamo ai nostri figli il tempo e lo spazio per esercitarsi autonomamente. I risultati saranno sorprendenti.

Per saperne di più, vi consiglio di consultare direttamente il blog di Claudia e tutti i suoi articoli sul metodo Montessori.

Prova a leggere anche:

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L’inserimento alla materna e il lavoro delle mamme

Cose che non aiutano

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34 thoughts on “Il metodo Montessori nella scuola moderna”

  1. Eccomi. Grazie a tutte per aver accolto con entusiasmo questo mio contributo.

    @simplymamma: non c’è bisogno di applicare il metodo Montessori (o qualunque altro metodo) “fino in fondo”. Introduci nella vita della tua famiglia gli aspetti che più vi si addicono cercando pian piano di avvicinarti sempre più a quelli che sono i TUOI obiettivi.

    @Letizia (Bilingue per gioco): per rispondere alle tue domande ci vorrebbero almeno 5-600 pagine. Proverò ad essere più che sintetica:

    – Maria Montessori si è occupata prima dei bambini dai tre ai sei anni, poi di quelli dai sei ai dodici.
    – Esistono materiali precisi per la scuola primaria.
    – Si insegna a leggere e scrivere leggendo e scrivendo. L’approccio è sensoriale, con materiali come le lettere smerigliate e l’alfabeto mobile (http://www.lacasanellaprateria.com/2011/08/montessori-lalfabeto-mobile-fai-da-te). La storia si insegna raccontandola, possibilmente toccando con mano oggetti che la rappresentino, o con uscite didattiche. La geografia si insegna allo stesso modo, magari partendo dal racconto di viaggio di uno degli allievi. Le scienze si insegnano facendo esperimenti.
    – Per quanto riguarda il curriculum, ci sono una serie di competenze e di nozioni che il bambino deve aver acquisito per poter passare al livello successivo.
    – Per quanto riguarda le nuove tecnologie, credo che questo dipenda da una scuola all’altra, ma immagino che la maggior parte delle scuole propongano almeno un minimo di avvicinamento al computer.

    Per quanto riguarda il tuo secondo commento… come fanno a coprire tutto il programma che nelle scuole tradizionali si porta a termine a fatica? Non saprei. Una cosa è certa però: non è grazie ai compiti che si porta a termine il programma (nei compiti i bambini rivedono quello che è già stato fatto in classe). Se si riesce ad affrontare gli stessi argomenti in modo interessante e facile da capire (vedi più avanti la mia risposta a Barbara) forse si può guadagnare tempo…

    @Donatella: che dire… grazie!

    @Silvia: sono felice di esserti stata utile.

    @Letizia: non mi stancherò mai di ripeterlo: finché genitori ed insegnanti collaborano per il bene del bambino, i nostri figli sono in buone mani.

    @Supermambanana: non sapevo che le scuole inglesi funzionassero in questo modo, ma sono felice di scoprirlo!

    @Barbara: grazie per la tua testimonianza! C’è un aneddoto che racconto sempre. Quando ho visitato per la prima volta una scuola Montessori, la direttrice mi ha mostrato il materiale per la matematica. Io, che sono sempre stata un fiasco in questa materia, ho pensato “se solo me l’avessero spiegato così!”. Ho capito più cose in quella mezz’ora che in anni di scuola!

    @CloseTheDoor: anche nella nostra scuola ci sono bambini che non parlano francese (l’ho detto che vivo in Francia?). Per via delle classi miste, hanno tre anni di tempo per imparare la lingua (o qualsiasi altro concetto nel quale incontrino difficoltà) prima di passare al ciclo successivo.

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  2. @Francesca no, non te lo passo il termine 🙂
    A parte gli scherzi, la Montessori è stata uno dei pochi italiani che ha insegnato qualcosa a tutto il mondo, e il metodo Montessori fa parte della nostra tradizione. Io vivo a Roma, in una zona piuttosto centrale e ho di fronte casa uno dei più vecchi istituti (elementari e materna) di Roma. Ci andavano i miei. Materna con sezioni fino alla lettera I (classi miste, quindi 9 classi) ed elementari con credo 4 o 5 sezioni, quindi 20 o 25 classi. Un’altra scuola storica del quartiere ha messo una sezione di materna Montessori e a quanto so si stanno organizzando per un’elementare. Ci sono uno spazio Be.Bi. convenzionato e un asilo nido e materna privato Montessori (questo aperto dal 1951, l’attuale direttrice fu la mia maestra e adesso ha TopaGigia). Voglio dire, ce ne sono tante di scuole Montessori, per fortuna…

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  3. Barbara grazie per l’indicazione, ammetto la mia ignoranza in materia! 🙂
    ora è un pò prestino, data l’età di Bibo, ma quando arriverà il momento approfondirò la conoscenza di queste scuole “alternative” (passatemi il termine)

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  4. @Francesca non vedo perchè non dovrebbe esserci, è molto diffuso in Italia. Puoi controllare se ti interessa sul sito ufficiale dell’Opera Montessori: http://www.operanazionalemontessori.it/
    Ho dato una rapida occhiata e mi risulta una scuola a Lecce.
    @Letizia, Close, non so che dirvi. Ma stiamo parlando di elementari? Comunque gente più agguerrita di me afferma che col metodo Montessori l’apprendimento sia meno stressante e più rapido, forse questo in parte aiuta. Io posso dire che per la mia esperienza personale è più duraturo (tornando a sopra, posso ancora dirvi tutte le forme e i colori usati per le parti grammaticali, roba da terza elementare e meglionondirequantianniho…) forse perchè coinvolge più sensi contemporaneamente.
    In ogni caso per il metodo Montessori è fortemente consigliabile avere la scuola a tempo pieno, questo permette di rilassare i ritmi e intervallare attività di maggior concentrazione con altre più “rilassate”.

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  5. non conosco il metodo montessori così come non conosco altri metodi che non siano quelli adottati generalmente dalle scuole pubbliche; un pò perchè mia esperienza di mamma è cominciata da poco e un pò perchè sono un tantino scettica.
    lo so, prima di parlare dovrei documentarmi e questo post mi ha dato la possibilità di leggere qualcosa sul metodo montessori, anche se dubito che in provincia di Lecce ci sia una scuola di questo genere:-)

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  6. @ Bilingue per gioco

    Anche io vorrei capirne di più su questi benedetti caricatissimi programmi ministeriali! Ma forse vado OT e bisogna cambiare post per commentare.

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  7. Interessantissimo grazie. Il micronido di mia figlia è montessoriano e mi sento molto in sintonia con le maestre sul non limitare l’iniziativa di mia figlia e non sostituirmi a lei, ho iniziato anche io a darle il bicchiere di vetro anche se non coltelli (ha 22 mesi), il risultato che vedo è che mi sembra molto più sicura di altri bambini almeno sul piano del movimento fisico: sale e scende dalle sedie, mangia da sola, ecc. Chiaramente la cosa diventa un po’ da pazzi per via della sua passione per la terra, che lei si spalma sui vestiti al nido, mentre qui a casa trova in un vaso dove si è seccata una pianta, ed è difficile staccarla da lì O_o

    Per quanto riguarda l’applicazione alle elementari: sull’assenza di voti e bocciature immagino ci sarebbe molto da discutere: io per esempio alle elementari non avevo voti ma giudizi (sufficiente, buono ecc.), non so se sono un adattamento montessoriano.
    Nella mia esperienza nessun bambino è mai stato bocciato alle elementari e credevo invece fosse un mix fra Montessori e Don Milani 😉 ma proprio in queste settimane parlavo con la mia amica maestra elementare (la stessa del romanzo storico scritto dai suoi alunni), che mi ha raccontato di aver “fermato” un bambino proveniente dal Ghana che era arrivato in Italia a marzo e alla fine della 1^ elementare ancora non capiva l’italiano.
    Mi piacerebbe capirne di più:

    @ Supermambanana, che tu sappia in UK davvero non bocciano mai nessuno?

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  8. Grazie Barbara,

    mio figlio in effetti frequenta una materna comunale di “stampo montessoriano”, che non vuol dire montessioriano puro ma insomma a mio parere è quanto di meglio offra il panorama della mia città.
    Per le elementari invece nulla. O statale, o cattolica, o privata/bilingue che “grazie ma anche no” (pur tenendo io molto al bilinguismo, ovviamente).

    Quello che mi domando… Nella scuola pubblica i bambini vengono tartassati di compiti, perchè, dicono le maestre, il programma che DEVONO coprire è talmente vasto che o fanno così o non ce la fanno.

    In una scuola alternativa non credo si possa coprire TUTTO il programma nimisteriale E farlo in modo alternativo, rispettando i tempi dei bambini e dando loro modo e opportunità per scoprire e capire. E per inciso credo che sia più importante fare le cose fatte bene che fare tutto e far passare ai bambini la voglia di capire. Però continuo a chiedermi, come si fa? Come fanno?

    Grazie a entrambe,

    Letizia

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  9. Grazie, Claudia, bellissimo post (detto da una montessoriana da tre generazioni, eh!). E’ verissimo quello che dici sul buon senso, e se ne trovano tracce anche in gesti provenienti dalla nostra e da altre culture.
    Ad esempio, il modo di porsi nei confronti del bambino. La nostra figura di scuola tradizionale vuole la pedana sotto la cattedra, la Montessori ha praticamente inventato la pedagogia applicata. Io non dico mai a mia figlia “vieni che ti allaccio la scarpa”, ma sempre la splendida frase “ti posso aiutare?” e ho osservato vari risultati: il primo è che lei cresce con l’idea che è una cosa che fa o farà da sola (e questo vale per tutto, ovviamente), poi che non viene umiliata dal mio rimarcare che non sa fare una cosa, poi che rispetto la sua sfera personale chiedendole il permesso di entrarci e infine, dulcis in fundo, mia figlia quando è in difficoltà mi chiede serenamente aiuto, e spero che questa sia una buona base per il futuro :).
    E’ vero anche che alcuni elementi montessoriani sono stati assorbiti dalla scuola statale italiana (non so le altre, chiedo venia). Le misure dei bagni, e qui parlo di asilo nido soprattutto, e intendo gabinetti e lavandini e tutto il resto, per poter fare da soli. I cartelloni, mamma mia i cartelloni! I grembiuli allegri e colorati (ora in tutte le materne, mi risulta) eccetera.
    Noi usavamo i banchi messi uno di fronte all’altro a formare naturalmente gruppi di 4 o 8 bambini, la maestra aveva un banco uguale al nostro, non la cattedra. Ogni bambino aveva un cassetto dove riporre il materiale (fino alla fine delle elementari questo), a scuola si porta solo la famigerata sacchetta, niente zaini pesanti. Il tempo pieno, compiti solo ed eventualmente nei fine settimana. Il materiale scolastico era percepito come scolastico appunto, quindi a inizio anno si faceva una colletta e si mandava quella santa donna della rappresentante di classe a comprare quaderni e penne e matite UGUALI PER TUTTI alla Metro o simili (la santa donna aveva pure la tessera!).
    Unica cosa che non ritrovo: le classi miste alle elementari. Alla materna si, ogni classe accoglie bambini dai 3 ai 6 anni, poi alle elementari si va per età. Mia figlia ora frequenta un nido/materna Montessori (privata ahimè) con le classi strutturate per età ma aperte (=possono andare a impicciarsi di quello che fanno gli altri ed eventualmente partecipare).
    Rispondo a Bilinguepergioco (sicuramente in modo non esauriente, Claudia aiutami!): i programmi della scuola Montessoriana sono identici a quelli della scuola statale, e ci sono scuole Montessori statali (pochissimi nidi, molte materne, diverse elementari, io ho fatto una media sperimentale Montessori ora soppressa) quindi gli obiettivi sono gli stessi, ma è diverso il metodo. E’ centrale il materiale, a cui Claudia ha accennato e io posso fare degli esempi. Ricordo le stanghette unibili e multicolori per costruire le figure piane con tutte le loro conseguenze (cambio di ampiezza degli angoli, operazioni da fare per mantenere il perimetro etc), l’uso di figure diverse per forma e colori per identificare gli elementi grammaticali (verbo = cerchio rosso, sostantivo = triangolo nero etc) e noi l’analisi grammaticale la facevamo disegnando. Le mie preferite furono però le palline per i numeri, e l’anno scorso in prima media mi sarebbero servite per i miei alunni! palline di plastica che rappresentavano l’unita, 10 palline unite in una striscia per rappresentare la decina, dieci strisce unite a quadrato per le centinaia, dieci quadrati a formare un cubo per le migliaia. E’ la rappresentazione che si può vedere e toccare dei numeri e le equivalenze. Non solo, mette le basi per la comprensione della dimensionalità e per la misura di aree e volumi. Eccetera.

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  10. questo post mi conferma che la scuola in inghilterra e’ praticamente un’applicazione del metodo montessori, anche senza chiamarlo tale (sara’ per questo che tu dici che si tratta in fondo solo di buon senso)? Ricordo la serata introduttiva in cui le maestre ci spiegavano di come alcuni bimbi imparino “con gli occhi” altri “con le orecchie” e altri “con le gambe” 🙂 nel senso che hanno un apprendimento cinetico, se sono fermi e zitti non si concentrano.

    Fra le altre cose, i bimbi pur essendo divisi nelle classi canoniche, hanno modo di mescolarsi con le altre classi, facendo attivita’ comuni, nel primo ciclo (4-7 anni) e nel secondo (7-10) della primaria.

    Il fare da soli, e il fare in gruppo, e’ anche molto enfatizzato, la maestra come dicevo in un commento altrove ha come motto “ask three before me”, cioe’ prima di dire non lo so fare e chiedere alla maestra, chiedi prima a te stesso (cioe’ pensaci bene!) e ad almeno 2 altri compagni.

    E poi la assenza di voti e bocciature!!! Non sapevo anche questo fosse montessoriano. Mi sono trovata molte volte a polemizzare specie in italia dove mi dicono in molti che il metodo “inglese” e’ solo un modo di deresponsabilizzare i bambini, ora potro’ affermare con sicumera che lo diceva anche la Montessori :-)))

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  11. Claudia noi abbiamo iniziato ieri l’inserimento alla materna Steineriana,metodo Steiner Waldorf, in parte sono metodi simili: molto attenti ai ritmi dei bimbi, al loro sviluppo naturale, al far sì che i bimbi curino dentro di sè e sviluppino tutti i loro TALENTI.
    Tu esprimi in un asemplice frase quello che ho smepre pensato anch’io:” E mi sono accorta che il metodo Montessori non è altro che puro e semplice buon senso” Idem!! Se uno si ferma a pensare è tutto qui!
    So che è il meglio per il mio bimbo, ed anche per la nostra famiglia visto che non c’è una netta separazione tra scuola e casa, anzi è una fusione!
    In bocca al lupo per il vostro percorso!

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  12. Anche la scuola materna che ha appena iniziato mia figlia si ispira al metodo montessori, ma non sapevo esattamente in cosa consistesse e non avevo avuto ancora tempo di informarmi.
    Mi fa piacere che sia stato affrontato il tema in questo post, ora potrò parlarne con le maestre sapendone qualcosa in più.

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  13. Molto interessante. Claudia mi sono spesso domandata, la Montessori se non erro inizialmente si è occupata di creare un nuovo approccio per le scuole dell’infanzia, poi il metodo Montessori è stato allargato alla scuola primaria, ma come? Anche per la scuoa primaria esistono materiali e indicazioni per tutte le attività come per la scuola dell’infanzia, o è piuttosto uno stile, un approccio, che poi l’insegnante interpreta a modo suo?

    Come si insegna a leggere e scrivere nella scuola Montessoriana? Come si insegna la storia, le scienze, la geografia?

    Gli obiettivi della scuola primaria Montessoriana sono definiti per competenze (il bambino impara a leggere, scrivere, gestire il proprio lavoro, lavorare in gruppo, fare domande, etc etc) o per curriculum (il bambino impara sempre a leggere e scrivere, ma anche la storia che ne so, fino all’epoca XXX, la geografia italiana/europea/mondiale, conosce XYZ scrittori, sa recitare a memoria XYZ poesie, conosce XYZ nozioni scientifiche di biologia o fisica, etc. etc.?)

    Che ruolo hanno, se ce l’hanno, le nuove tecnologie nella scuola Montessoriana?

    Grazie per le tue risposte,

    Letizia

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  14. adoro il metodo montessori e se non fosse che la prima scuola dell’infanzia è e 100km da casa mia l’avrei iscritta.
    cerco di essere montessoriana nella strutturazione della casa e nell’applicazione dei suoi principi.
    purtroppo alla fine scopro di non andare fino in fondo come vorrei, con attività precise, sono un pò casuale. insomma conosco la teoria ma la pratica non la applico in toto.
    seguirò il tuo sito con tutto quello che ci proporrai.

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