Il menu per l’Harvest Festival

Harvest Festival 1La festa del raccolto, o Harvest Festival, è una tradizione antichissima, come potrete immaginare, riportata in auge in periodo vittoriano fra i Britons, e che si mantiene fino ad oggi molto viva e sentita. Cade nella domenica dopo la Harvest Moon, la prima luna piena dopo l’equinozio di autunno. I più anziani raccontano di feste di paese in cui si portavano in giro i carri con il raccolto, ma ancora oggi è un giorno in cui tornare a parlare della terra, a celebrare i prodotti locali, e nelle scuole si approfitta per ricordare ancora una volta che patate e fragole non provengono dagli scaffali del super, e per discutere di grandi temi, legati alla produzione, al trasporto, all’alimentazione, alle tecniche di coltivazione.

Quest’anno, io e boy-two ci siamo cimentati in un classico di questa giornata, il pane a forma di fascina di spighe, e siccome ne siamo molto orgogliosi, ve lo proponiamo qui, a corona di un “Menu per l’Harvest Festival”. Il menu comprende anche un piatto unico che noi amiamo molto, con protagonista la zucca (siamo ad Ottobre no?) e termina con un altro classico, anch’esso stagionale, la Apple Crumble.

Zucca e lenticchie al cumino.

Vi serve una bella zucca di quelle a forma allungata, tipo la zucca di Napoli. È un tipo di zucca molto versatile, profumatissima, un “super food” quanto a nutrienti, che noi usiamo tantissimo: provate ad esempio ad affettare dei dischi dalla parte piena (quella più stretta) e a cuocerli sulla brace; ottimi come contorno ma anche come ripieno alternativo per un panino. Per questa ricetta, ne prendete una media, la lavate ben bene, la rompete a metà per il verso lungo, eliminate i semi, mettete un paio di spicchi di aglio col guscio in ognuna delle cavità, condite con un po’ di olio, e mettete a cuocere in forno (a 180 o 200 gradi), così com’è, per una quarantina di minuti, o finché la polpa è semi morbida (dipende da quanto è grande).

Nel frattempo, preparate le lenticchie, mettendo a cuocere un bicchiere di lenticchie verdi o marroni, mezzo barattolo di pomodori pelati, acqua quanto serve, un paio di spicchi di aglio (che potete lasciare interi col guscio e poi eliminare se non vi piace ritrovarveli in bocca, noi siamo tutti agliodipendenti e li lasciamo lì), e una bella spruzzata di semi di cumino. Olio, sale e pepe a piacimento, e se vi piace, un po’ di paprika o di peperoncino piccante.

Quando la zucca è abbastanza morbida, e le lenticchie cotte (in genere succede allo stesso tempo), con un cucchiaio scavate parzialmente nella polpa della zucca per creare uno spazio dove versare il sugo di lenticchie, con dentro la polpa che avete eliminato, poi rimettete tutto in forno per un’altra ventina di minuti perché i sapori si amalgamino bene. Servite caldo o freddo, come preferite, e se vi piace il sapore, decorando con foglie di coriandolo fresco.

Apple Crumble.

Mi ripeto con questa ricetta che ho tempo fa regalato a Patrizia Violi – extramamma, ma è veramente un classico e una cosa semplicissima che possono fare anche i bimbi “quasi” da soli, almeno nella versione della mia ex padrona di casa nei tempi studenteschi scozzesi. Dunque, vi servono:

– 2 mele grandi di quelle per cucinare
– un bicchiere di farina
– un bicchiere di zucchero
– 80gr di burro ammorbidito
– uvetta, e/o cannella, e/o polvere di cacao, a piacimento.

Innanzitutto preparate il “crumble”. Versate in una coppa farina e zucchero e mescolate bene, spezzettatevi dentro il burro ammorbidito, e poi con la punta della dita pizzicate e schiacciate il burro nella farina e zucchero fino a quando non sarà tutto omogeneamente simile ad un piatto di mollica di pane, il “crumble” appunto. Questa è una parte che possono fare i bambini tranquillamente, con molta soddisfazione.

Poi sbucciate e affettate le mele sottilissime (o grattugiatele se non avete pazienza) e disponetele direttamente nella terrina da forno livellandole bene (per queste dosi io uso una circolare di diametro 20cm circa). Condite, se vi piace, con cannella o cacao o uvetta (oppure lasciate così al naturale). Coprite il tutto con il crumble, avendo cura di non lasciare mele scoperte, e schiacciandolo appena per uniformarlo. Cuocete in forno a 180gradi per una mezzoretta, o fino a quando il crumble sarà dorato e il succo delle mele caramellando comincerà a emergere dai lati. Servite caldo (i dolci si mangiano caldi qui da noi) ma con del gelato, rigorosamente alla vaniglia, per contrasto.

Il pane per l’Harvest Festival.

Vi serve preparare l’impasto per un pane dolce al latte, potete tranquillamente usare la ricetta che preferite (specie voi pastamadristi), qui riporto la nostra, che abbiamo fatto usando la macchina del pane. Dunque, abbiamo messo: 500gr di farina bianca, e la relativa dose di lievito (7gr se, come noi, usate quello disidratato), circa 300ml di latte, tre cucchiai di olio d’oliva, due cucchiai di miele, un cucchiaino di sale, e abbiamo lasciato andare il programma per l’impasto (nota: non deve crescere).

Una volta completato il programma, abbiamo diviso l’impasto in due parti. Abbiamo eliminato da una delle due parti una pallina grande quando un uovo (questa serve per fare il topolino, vedi dopo) e abbiamo steso il rimanente in una sfoglia spessa un mezzo dito e a forma vagamente a fungo, che abbiamo sistemato su un foglio di carta per il forno, punzecchiato con una forchetta e spennellato di acqua per far aderire la decorazione.
hb3
La parte restante dell’impasto serve per fare la decorazione di spighe, e qui la vostra creatività può sbizzarrirsi. Noi siamo andati per un’opzione semplice ma, secondo noi, di effetto. Abbiamo diviso l’impasto a metà circa, una parte va per i gambi, l’altra per le spighe.

Per fare i gambi, abbiamo steso l’impasto in una sfoglia spessa mezzo dito, che abbiamo tagliato a striscioline di mezzo centimetro, e abbiamo passato le striscioline sotto le dita per creare dei cilindri, che poi abbiamo disposto a partire dalla base del “fungo” e salendo verso la testa, facendo in modo di coprire bene tutto lo spazio e i bordi.

Per le spighe, abbiamo di nuovo steso l’impasto in una sfoglia spessa mezzo centimetro, e abbiamo effettuato dei tagli obliqui e incrociati in modo da ricavare dei rombi. Ciascun rombo è stato poi sforbiciato verso una delle punte tre o quattro volte per simulare i chicchi della spiga. Le “spighe” sono state disposte abbastanza a casaccio sulla testa del “fungo”, facendo in modo che fuoriuscissero dai bordi, insomma dovete dare l’idea della fascina, capitemi.

Con i pezzettini avanzati dall’operazione abbiamo impastato e creato una treccia che è servita a legare la fascina.

Tradizione vuole che questo pane venga completato con un harvest mouse, il topolino di campagna, così dalla pallina messa da parte abbiamo creato il corpo del topolino, allungandone il naso ben bene (esagerate col naso, che poi nel cuocere si restringe sempre un po’), la coda e le orecchie. Abbiamo creato gli occhietti con due uvette sultanine, o in alternativa chiodi di garofano.

Il tutto è stato spennellato delicatamente con la metà di un uovo sbattuto, e infornato a 180gradi per 15 minuti. Trascorso questo tempo, abbiamo spennellato ancora con il restante uovo (una volta parzialmente cotto si puo’ passare il pennello con cura in tutti gli interstizi senza rovinare i dettagli) e rimesso in forno per altri 20 o 25 minuti, fino a quando ben brunito.

E buon appetito!

Prova a leggere anche:

Previous

La verità, vi spiego, su Enrica

Divisione delle spese in famiglia: una dichiarazione di rispetto

Next

6 thoughts on “Il menu per l’Harvest Festival”

  1. Provo ad approfittare della gentilezza per chiedere un consiglio. Spinta dalla curiosità tempo fa ho acquistato un grosso pacco di miglio in grani, con il risultato di non sapere poi cosa farne, perché il sapore da lesso non mi esalta. In giro trovo solo terribili mappazzoni di crocchette o polpettoni che si disfano ancora prima di cuocerli, e che sembrano la migliore conferma alla diceria, a mio avviso errata, che un certo tipo di cucina è solo punitiva. Buttarlo mi dispiacerebbe, ma la data di scadenza si avvicina: come si potrebbe renderlo più gustoso? Una zuppa? Qualcosa di essenziale, non troppo carico di ingredienti, ma con un po’ di “stile” e d’inventiva 😛 . Grazie!

    Reply
  2. @Pellegrina, si le mele cotogne sono un’opzione, qui uso spesso il tipo “Bramley”, con lo stesso principio, sono mele amare da mangiare crude.
    L’aglio: in realta’ l’aglio e’ un elemento fondamentale di tutti i curry, quindi, si, si usa tanto, per il principio che il Tikka Masala e’ il piatto nazionale 🙂

    Reply
  3. Che bello, tutto! La festa, i carri del raccolto in giro, la l u n a, il calendario lunare, il pan di spighe, la zucca alle lenticchie, che ricordano il dhal indiano…
    Una domanda: cosa sono le “mele per cucinare”? Le cotogne, per caso?
    Infine, non credevo che gli inglesi mangiassero così tanto aglio, non che mi dispiaccia il sapore, ma devo dire che sulla zucca ce lo vedo poco, questione di gusti.

    Reply
  4. Ma che buono! La zucca con le lenticchie (sarebbe tipo la butternut?) la proverò sicuramente, la fascina ehm, temo che non sia un buon match per il mio livello attuale di pazienza, ma chissà, fra qualche anno… (quanto mi manca la macchina del pane. Darla via quando è arrivato il famoso aggeggio che mescola e cuoce è stato un grosso errore 🙁 ).

    Grazie!

    Reply

Leave a Reply to Pellegrina Cancel reply