Marito in affitto?!

Ho letto questo articoletto su un fantasioso imprenditore che avrebbe organizzato un servizio di “marito in affitto”.
Ah, che idea simpatica!…Dite?
A me invece non è piaciuta affatto.

Non per il tipo di servizio offerto che, tutto sommato, è utile e piuttosto diffuso in forma meno imprenditoriale (il Manny Tuttofare con le mani d’oro lo conosciamo un po’ tutti, che sia il portiere o l’arzillo vecchietto del piano di sopra che arrotonda la pensione con i lavoretti).
A me non è piaciuta questa strategia di marketing aggressivo e ammiccante, adottata nella scelta del nome.

Marito in affitto per aggiustare la tapparella?
Marito in affitto per mettere gli stop delle mensole?
Marito in affitto per cambiare la guarnizione al rubinetto?
Ma questo fanno i mariti? Che immagine abbiamo di questi uomini? Sono davvero occupazioni “da uomini”?

Conosco, in egual misura, donne e uomini capacissimi di destreggiarsi con trapano e chiavi inglesi e uomini e donne del tutto disinteressati o inetti anche nel cambiare una lampadina.
I servizi offerti da questo imprenditore, cioè la piccola manutenzione, non mi sembra che abbiano alcuna attinenza col vincolo coniugale. Dovrei dedurre che, se avessi bisogno di una cena casalinga take away o di un aiuto per stirare potrei cercare, invece che una rosticceria o una colf, un servizio di moglie in affitto?

Insomma: il nome di questo sevizio di manutenzione avalla ampiamente i più beceri luoghi comuni sulla divisione dei compiti familiari.
È forse un metodo per conquistare un pubblico di donne single (presuntamente) frustrate o di casalinghe (presuntamente) trascurate?
Nella home page del sito aziendale si legge che il marito in affitto “ha rilevato un bisogno semplice e chiaro, rendere le donne indipendenti da parenti e amici nel risolvere i problemi di casa e della vita quotidiana…“. Si… bell’immagine dell’indipendenza!

Visto il successo che sembra aver avuto questa attività, probabilmente sono io a non cogliere l’ironia! Eppure mi sembra che non si perda mai occasione per rigirarci nei luoghi comuni e in fondo tra il “marito in affitto” e le tante campagne che si basano su ammiccamenti femminili, ci sia poca differenza.

Ma insomma, non si poteva banalmente puntare l’attenzione sui prezzi, che saranno, spero, modici? Speriamo almeno che tutti questi mariti in affitto in franchising, facciano almeno la fattura!

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15 thoughts on “Marito in affitto?!”

  1. Ma sì Andrea, sono tutti liberissimi di fare pubblicità come meglio credono, ma come dice Supermambanana, stiamo esprimendo lo sconforto di assistere a certe trovate che sfruttano e riproducono dei clichés che si vorrebbe superare: l’hai mai vista la pubblicità della compagnia da crociera “Abbiamo le poppe più famose d’Italia”?

    Comunque non vorrei essere fraintesa, io non mi considero una femminista “arrabbiata e che odia gli uomini” anzi. Personalmente trovo che una certa mentalità dell’uomo che non deve chiedere mai renda i maschi ricattabili come e più delle donne sulle loro (inconfessabili) debolezze.

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  2. andrea, diciamo che, al di la’ del fatto che comunque qui la piega era ironica, l’accusa di sessismo non era tanto verso chi ha avuto st’idea tutto sommato sciocchina, ma passabile, ma verso il contesto che rende questa idea “vincente” come pubblicitaria, lo slogan “rendere le donne indipendenti” mi concederai e’ devastante 🙂

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  3. @Close
    Onestamente non vedo il problema. Se è vero che si sente talmente imbarazzato, si rivolgerà ad altri, e se l’imprenditore perdesse così troppi clienti vorrebbe dire che ha scelto per la sua azienda l’immagine sbagliata. Il problema (se esiste) è dell’imprenditore, né nostro, né del cliente mancato.
    Se a te non piace l’immagine poco politicamente corretta puoi benissimo esercitare il tuo diritto di protesta servendoti di altri, dopo tutto non facciamo così tutti i giorni quando facciamo la spesa e scegliamo un prodotto invece di un altro simile?

    @Silvia,
    Servizi di “moglie in affitto” esistono… basta gugolare e ne trovi diversi. Se siano di successo, non so.

    Inoltre Silvia dice: “non si poteva BANALMENTE puntare l’attenzione sui prezzi, che saranno, spero, modici?”
    Ti rispondi da sola con quel “banalmente”: è chiaro che ogni azienda vuole differenziarsi dalle altre per potersi accaparrare una maggiore fetta di mercato, e direi che in questo caso ci siano riusciti egregiamente.

    Silvia cita dicendo che i tipi hanno “rilevato un bisogno semplice e chiaro, rendere le donne indipendenti”
    Questa frase non è incredibilmente simile a quanto dicono su, ad esempio, il latte artificiale, il baby food, il sapone che smacchia, la lavatrice superpotente e chi più ne ha più ne metta?

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  4. …e l’uomo single che non sa come riparare una guarnizione cosa fa, chiama il marito in affitto per poi sotterrarsi dalla vergogna? 😛

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  5. No, non condivido lo sdegno e la costernazione:) Dove ammettere che anche a me il nome ha fatto sorridere (chiaramente non essendo in Italia non li ho visti).
    Comunque sia mi sembra che con il nome abbiano fatto una scelta azzeccatissima se sono riusciti a farsi pubblicità in rete come dici che è successo.

    Nota personale, proprio l’altro giorno ho visto il camioncino di un’impresa di pulizie che si chiamava:
    “cinderfella”
    che si potrebbe tradurre con “cenerentolo” e che suona come “cinderella”, ovvero cenerentola.
    Anche quel nome mi ha colpito parecchio, tant’è che mi trovo qui a parlarne.:)
    In entrambi i casi mi sembra che siamo di fronte a scelte azzeccate. Di certo non sono loro a fare la discriminazione, ma al massimo sono uno specchio dei tempi.

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  6. Come al solito il mondo si divide tra chi le cose le sa fare e le fa e chi invece le potrebbe fare benissimo ma non le fa questa società soffre di molte discriminazioni anche quelle sessiste ma non è certo in un marchio che si ravvisano eventualmente è positivo che un gruppo di persone che si occupa di piccole riparazioni possa indurre una riflessione anche nei capoccioni degli eterni allenatori del divano che sapevano benissimo quali erano i cambi giusti ma dopo la partita sempre comodamente adagiati sul divano,fate qualcosa magari non benissimo ma fatele non aspettate sempre che qualcuno la faccia per dire che voi l’avreste fatta meglio .E’ infantile
    Ciao gianni

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  7. In spagna, dove vivo, esistono diverse imprese di piccoli lavori che si chiamano “marido de alquiler”: hanno una tariffa fissa all’ora, indipendentemente dal lavoro che svolgono e sono generalmente formate da più persone con specializzazioni diverse che si dividono le chiamate.
    Diversi anni fa, appena arrivati in una città in cui non conoscevamo nessuno, io e il mio compagno contattammo un “marito in affitto” dotato di furgoncino per un trasloco e un diverso marito in affitto per aiutarci a montare uno scaldabagno (nella prestazione era inclusa una master class per imparare farlo da soli: in questo caso credo si possa legittimamente parlare di “suocero in affitto”).
    Senza dubbio il nome di queste imprese gioca su uno stereotipo sessista, ma a me sembra che ironizzi non tanto sulla inettitudine delle donne, quanto sulla innecessarietà del marito a tempo pieno: perchè tenersi un omaccione in casa, quando se ne può affittare uno per quelle due ore in cui realmente serve? 😛

    (vi leggo sempre ma non commento mai, colgo ora l’occasione per farvi i complimenti per il sito!)

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  8. Ho letto anche io quella pubblicità e ho fatto le tue stesse considerazione.
    Sarà che in casa il Manny Tuttofare sono io 😀 ma trovo questa cosa estremamente sessista nel senso più completo del termine:
    1. per le donne perchè le relega in un ruolo molto “anni ’50” di “tanto graziose ma che senza un uomo rude e forte che gli stura il lavandino come fanno”
    2. per i mariti perchè sembra che la loro funzione sia quella di fare gli aggiustatutto e non i compagni di vita.

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  9. “abbiamo rilevato un diffuso bisogno” è sempre stato una buona esca. Significa: “se tu non senti questo bisogno sei una disadattata”. E’ un servizio che viene offerto, a pagamento (spero che il marito vero non bisogna pagarlo!), e il nome serve solo a far parlare di sè. Anch’io lo trovo di pessimo gusto e mi incuriosisce sapere cosa pensi il marito vero quando gli si racconta che se n’è affittato un’altro…

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  10. Sicuramente sono riusciti ad apparire su molti giornali e siti. Infatti ero indecisa se pubblicare anche questo postarello o meno. In tutti gli altri casi se ne parlava come di un’idea tanto originale e meritoria! Mi impensierisco…

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  11. esatto! la linea pubblicitaria di “abbiamo rilevato un bisogno” non ha senso, perche’ dovrebbero aver successo piu’ di quelli sulle pagine gialle? se e’ cosi’ vuol dire che la “ricezione” di questa pubblicita’ e’ stata secondo le loro aspettative, questo mi impensierisce alquanto

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  12. Ma certo che esiste! Ma magari ne vuoi di gente che ti fa i lavoretti (di questi tempi, poi)! E normalmente ognuno si rivolge a persone di fiducia (appunto, citavo, il portiere, il vicino, o comunque l’artigiano che si dedica anche ai lavori piccoli – che qualcuno snobba, questo è vero – o l’operaio che arrotonda nei fine settimana). Di servizi di piccole riparazioni sono piene le pagine gialle, rischi solo che ti facciano pagare un’enormità (ma del resto dove sta scritto che questi “mariti” sono economici, in concreto?).
    Insomma, di insolito (e inutile) c’è solo il nome!

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  13. no ma la cosa piu’ allucinante e’: non esisteva prima un servizio del genere? Cioe’, a me (o al mio vicino, per dire, mica solo io donna) serviva uno che mi dipingeva le tapparelle, mettiamo, e andavo sulle pagine gialle alla voce “piccoli lavori” o chenneso, e trovavo il vuoto? Dovevano venire loro con questa idea innovativa, e chiamarla cosi’, per creare il bisogno? Cioe’ qui da noi e’ un caposaldo della micro-economia, e li’ da voi non esisteva prima? Non ci posso credere….

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