Manutenzione straordinaria: dipingere una parete

Questo post è il seguito di “Riassettare casa senza liti: manutenzione ordinaria“. Questa volta si affronta il momento cruciale per il conflitto e l’opposizione dei coinquilini: le grandi manovre del “cambiamento”. L’essenziale è evitare accuratamente ogni motivo di lite.

MANUTENZIONE STRAORDINARIA

Se devo passare 8 ore a sudare per pulire casa e alla fine non è cambiato nulla, meglio fare anche dei cambiamenti essenziali che almeno c’è più soddisfazione. Senza aprire la fabbrica del Duomo in soggiorno, ci sono tante cosette che si possono fare spendendo poco o nulla e cambiando completamente l’aspetto di casa. Anche solo spostare i mobili, per dire. Non c’è nulla che riesca a cambiare totalmente e con poco sforzo l’aspetto di una stanza come una mano di pittura. Talvolta si può approfittare di una mattinata libera dai vari coinquilini, se si è avuta l’accortezza di progettare e fare gli acquisti essenziali prima, a volte meglio prendersi un weekend in cui si lavora tutti insieme.
Dipingere al volo è possibile, a volte basta semplicemente un colore nuovo, armonizzante o a contrasto, su una parete, colonna, battiscopa. Basta avere un paio di ore indisturbate e le attrezzature adatte.

dipingere-casa

Quindi si ai teli di cellophan per coprire tutto quello che non vogliamo esporre a schizzi inavvertiti di colore, si al nastro da imbianchino per segnare gli orli della parte che vogliamo dipingere, si ai lenzuoli vecchi per coprire i mobili, e si a un secchio con acqua e detergente pieno di stracci vecchi (vedasi anche il post sulla pezzetta) perché qualsiasi macchia inavvertita va tolta subito con un panno bagnato e strizzato. Cominciate con il coprire tutto, eventualmente anche a rate, nel senso che ne fate una parte e la successiva la rimandate alla prossima volta. Io la parete lunga del soggiorno l’ ho fatta in due volte, iniziando con la metà dove non c’erano mobili pesanti da spostare e facendo la seconda metà la volta che avevo manovalanza per staccare dal muro la vetrina e il divano.

Prendete dello stucco rapido, magari in tubo già pronto, e con una spatola ricoprite i buchi e i graffi. Questo potreste anche farlo la sera prima, così lo stucco asciuga. Intanto che finite di mettere le protezioni lo stucco si asciuga, indi lo liscerete con un foglio di carta vetrata a grana finissima, meglio se avvolta intorno a un blocchetto in sughero per afferrarlo meglio. Se non usate il blocchetto rischiate di spingere troppo e al posto del buco stuccato vi ritroverete una conchetta delle dimensioni del vostro dito.

A questo punto esistono due scuole di pensiero: gli olandesi lavano tutta la superfice che andrà dipinta, così la pittura aderisce meglio. Nel solito secchio d’acqua con un po’ di detergente dentro, bagnate spugne e pezzette con cui laverete velocemente il muro. Se ci sono macchie, schizzi di unto e polvere che impedirebbero la presa perfetta della vernice, in questo modo si eliminano. Oppure dipingete direttamente e speriamo bene.

Asciugato il muro, dipingete con quello che vi pare. Più siete stati bravi con le protezioni, più vi spicciate e potreste persino concedervi una certa nonchalance.

Ci sono invece persone che considerano le protezioni una perdita di tempo, specie per tratti piccoli e si servono di una squadretta da pittore o di una spatolona di plastica per proteggere i bordi, gli stipiti, i battiscopa e gli angoli dove non va la vernice e vanno a mano libera con un pennello o un rullo piccoli, o addirittura con il sistema della spugnettina a goccia che va impregnata in un vassoio munito di rullo zigrinato per scolare l’eccesso di vernice. La forma a punta della spugnetta permette maggiore precisione nei punti suddetti. Ovvio che in questo caso il tempo risparmiato va investito in maggior lentezza e precisione, sempre con la spugnetta bagnata sottomano per correggere sbavature ed errori. È una questione di stile e di carattere, fate voi.

Esiste inoltre un altro spartiacque teorico tra i pittori fai da te: quelli che diluiscono la vernice e passano diverse mani, sempre meno diluite, e quelli che si comprano direttamente la pittura monostrato, quella che ti promette, con una sola passata, di trasformare una parete nera o rossa in bianca candida senza che traspaiano gli strati precedenti. Una pia illusione, sappiatelo, specie se tappate prima i buchi perché vi risulteranno le chiazze bianche dello stucco sotto. A me è successo passando del bianco monostrato su una parete grigiolino chiarissimo, e no, sempre due strati sono serviti. Seguite le istruzioni sulla confezione per i tempi di asciugatura tra strati successivi.

Un altro trucco per evitare pasticci è quello di non farsi da sé il colore aggiungendo i flaconcini di pigmenti al bianco se non sappiamo calcolare la quantità di vernice necessaria ai nostri metri quadri da dipingere (e anche così, la mia esperienza è che comunque ci vuole sempre un 50-70% in più di quello che dice la confezione). Esistono i bei ventaglietti Pantone, scegliete un colore da lì e fatevelo miscelare, che viene omogeneo, e segnatevi il numeretto per eventuali rinfreschi successivi.

Qualunque cosa facciate ricordatevi due cose: organizzandosi per benino ci vuole meno di quanto pensiate, ma se volete fare una sorpresa al coinquilino, ci vuole sempre di più, meglio evitare di far coincidere il rientro a casa col momento in cui le impronte di vernice sono ancora sulle piastrelle, il cellophane sventola ovunque e qualcuno è appena inciampato nella scaletta rovesciando per sbaglio tutto il secchio di vernice rimanente. Perché sappiamo quando iniziamo un lavoro di pittura, non sappiamo quando lo finiamo, ma che una di queste cose avvenga è una delle poche certezze nella vita. E fatelo quindi quando non avete minorenni a piede libero per casa.

Un’altra certezza è che se iniziate e finite prima del rientro del resto della famiglia, 10 a uno che il coniuge non amante dei cambiamenti ci metterà del tempo a capire cosa esattamente è cambiato. Tipo quando vai dal parrucchiere cambiando struttura, colore e taglio del capello, e una volta tornata a casa non ci fa caso nessuno. (Auguratevelo, quantomeno).

(foto di arietcat utilizzata con licenza Creative Common)

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