Lettera di un fratello maggiore

gemelliZaino in spalla, pantaloni corti, maglietta azzurra, la sua preferita. Lo sguardo è severo ma si apre in un sorriso quando vede da lontano il suo amico biondo, quello conosciuto all’asilo, quello che ama più di tutti. Gli corre incontro e inizia a raccontare, a gesticolare, a dargli uno spicchio di quest’estate che ormai sfuma, lentamente, dietro una nuvola grigia e una raffica di vento freddo.

“Ciao mamma!”, lui va, verso la terza elementare, verso quelle scale e quel quaderno perfetto, fogli stesi come lenzuoli, impeccabile sin dal primo giorno.

“Mi chiamo Mattia, ho quasi otto anni e sto per iniziare la terza elementare. Sono contento di tornare a scuola, è bello imparare cose nuove, la matematica è la mia materia preferita. Ho tanti amici in classe, mi sono mancati quest’estate, Andrea, Piter, Tommaso, Federico, è bello rivederli finalmente tutti i giorni.

A casa sono il più grande, dopo mamma e papa ovviamente. Ho due fratelli, maschi come me, hanno cinque anni, a marzo ne faranno sei, sono gemelli.

Non mi ricordo quando sono nati, ero piccolo, la mamma dice che quando mi ha visto arrivare in ospedale mi ha stretto forte, e mi ha dato tanti baci, poi siamo andati a vederli nella loro culla.

Mi hanno detto che ero curioso di capire chi fossero i miei fratelli,  toccavo con la mia mano il vetro per poterli sfiorare da lontano.

Ogni pomeriggio la nonna mi portava vicino al letto della mamma, però al terzo giorno mi sono stancato: troppa gente a guardare questi due, troppi regali per bambini piccoli, e non per me, ho chiesto al papà di riportarmi a casa.

Quando ero piccolo non andavo mai nel letto di mamma e papà, ma quando sono arrivati fratellini hanno iniziato qualche volta a dormire lì. Anche adesso, di notte, spesso si alzano e si infilano, a me invece non viene di svegliarmi nella notte, così non ci vado mai.

Però le coccole della mamma mi piacciono eccome, se fossi da solo forse me ne farebbe di più, ogni volta che mi prende in braccio arrivano i miei fratelli e bisogna sempre fare un po’ per uno.

In quei momenti avere due fratelli è una fregatura, la mamma non riesce mai a dedicarsi a me da sola perché arriva sempre qualcuno a distrarla.

Anche i miei amici hanno dei fratellini più piccoli, ma non conosco nessuno che ha due fratelli gemelli e maschi come me, credo che sia un po’ diverso, tutto sempre diviso per tre.

A volte mi stufo, quando non sono a casa i miei fratelli prendono le mie cose, settimana scorsa mi hanno rotto la chitarra che mi aveva regalato la nonna per la pagella, quando me sono accorto ho dato un pizzicotto fortissimo a Riccardo, per fortuna la mamma mi ha dato ragione.

Quando sono malati poi è ancora peggio, sempre lì a chiedere coccole e carezze, la mamma li prende sempre in braccio e non ha tempo di giocare a Monopoli o a scala quaranta.

A volte giochiamo bene insieme, ci piacciono i Lego, le macchinine, e ci piace molto disegnare insieme alla mamma.

Qualche altra volta invece vorrei che mi lasciassero stare, vorrei poter scegliere un gioco ed essere libero di farlo senza ascoltare nessuno e senza che loro entrino nella mia stanza a disturbare.

Ci dicono che siamo una bella famiglia, ma io non so bene cosa vuol dire. Ce lo direbbero anche se ci fossi solo io, senza i miei fratelli, che siamo una bella famiglia?

Non è che a loro non voglio bene, però a volte vorrei che non ci fossero, o vorrei avere un fratellino solo, come tanti, non due della stessa età che sono arrivati insieme nella mia casa.

Due che si cercano talmente tanto che quando uno è malato l’altro non vuole andare a scuola.

Due che dicono che hanno i loro amici e poi giocano insieme con gli amici di uno e dell’altro.

Due che sono contenti di andare in classi diverse e poi chiedono ogni mattina di stare insieme in una classe o nell’altra.

Due che al compleanno fanno insieme una grande festa, con più bambini che nella mia.

Due che un po’ mi escludono, alla fine, e forse stanno meglio senza di me.

Però poi so che queste cose non le dovrei pensare, e forse non le penso davvero, li guardo e mi fanno ridere, anche quando mi metto a dare loro dei pizzicotti.

Me li tengo questi fratellini?

Ma sì va, prometto che me li tengo.

Mattia”.

– di Valewanda

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6 thoughts on “Lettera di un fratello maggiore”

  1. P.S. sai che anche io ho scritto un post dove Francesco parlava in prima persona (del concerto di jovanotti) e tutti pensavano che l’avesse scrtto veramente lui!!!! se scrivessero davvero così a 9-10 anni, li avremmo già segnalati per il Pulitzer!!!!

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