La leggenda di Lagonero. Amelia e Zio Gatto

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La Staccata: io e il Sommo Recensore Gnappo abbiamo atteso con curiosità il terzo episodio della saga di Amelia e Zio Gatto. Potete leggere le impressioni dello staff di genitoricrescono sulla penna di Anna in due precedenti post: Indagine alla PMI e Il mistero dei cloni giganti.

Ne “La leggenda di Lagonero” la Lo Piano inserisce un elemento logico e consequenziale: la prima cotta di Amelia, che in realtà anche in precedenza manifesta interesse per un amico speciale, ma qui lo fa in modo più manifesto. In più, dà maggior risalto all’utilizzo degli strumenti informatici nei ragazzi. Amelia è cresciuta, di conseguenza anche le sue avventure crescono assieme a lei.

La storia si svolge in estate, in uno sperduto paesino di montagna dove Amelia è stata trascinata da sua zia Giovanna. Ospite di una bizzarra scrittrice di libri horror amante del macabro/stregonesco, la piccola è avvilita dalla prospettiva di una vacanza noiosa e priva di qualsiasi attrattiva. Il registro cambia sensibilmente grazie all’incontro con Sebastiano. Bello, intelligente e appetitoso come una torta succulenta, il ragazzino coinvolge Amelia in indagini avvincenti per svelare i misteri legati alle acque di Lagonero, che nasconderebbero un inquietante custode: un drago fumante e per nulla amichevole. Il drago, però, non è l’unica minaccia alla tranquillità degli abitanti di Lagonero. Ci sono mostri privi di squame che causano danni tangibili alla loro salute e all’ambiente circostante, sono loro gli autentici nemici.

Accanto ai nuovi personaggi, in questo terzo episodio si affacciano vecchie conoscenze di Amelia, prima fra tutte La Grande Gattara. L’autrice ci svelerà finalmente il mistero legato alla trasformazione di  Zio Gatto? Non posso chiaramente anticiparvelo perché, come dice saggiamente qualche rigo più in basso il mio minuscolo collega, “Più che raccontarvi la storia, se no dopo si capisce tutto e allora poi che lo comprate a fare, preferisco dirvi cosa mi è piaciuto e cosa mi è piaciuto di meno.”

Quello che mi è piaciuto di più è… tutto 😉

L’autrice: Anna Lo Piano ha 2 figli, un blog (Piattinicinesi), un marito scienziato e vari lavori che la tengono molto occupata. Dal 2001 al 2008 ha lavorato in televisione, poi ha deciso che ormai aveva materiale a sufficienza per scrivere un romanzo, e se ne è andata. Solo che le sue storie erano così assurde che nessuno credeva fossero vere. Per questo ha pensato di rivolgersi a un pubblico più serio e consapevole: i bambini. Sono nate così le avventure di Amelia e zio Gatto.

Dalla fantasia di Anna è nato anche Il blog di Amelia e Ale “I bambini che incontro mi dicono che vanno a cercare notizie, una mi ha anche confessato che ha provato la ricetta delle tartine a salmone di Zio Gatto, ve lo giuro che mi fanno morire quando fanno così, li adoro e capisco che davvero non c’è una cosa più bella di questa da fare nella vita  –  Anna Lo Piano.”

Età consigliata: dai 10 anni in su.

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Superboy: questo non è il primo libro di Amelia e Zio Gatto che leggo, ne ho già letto un altro. Mi sono piaciuti tutti e due alla stessa maniera, non ho preferenze. Più che raccontarvi la storia, se no dopo si capisce tutto e allora poi che lo comprate a fare, preferisco dirvi cosa mi è piaciuto e cosa mi è piaciuto di meno.

Quello che mi è piaciuto di più è… tutto.

Quello che mi è piaciuto di meno era quando Amelia faceva le cose strane che fanno le femmine innamorate. Innanzitutto di mattina si era svegliata tutta contenta. Poi si accorse, guardandosi allo specchio, che aveva un capello fuori posto. Quindi si mise a sistemarsi tutta, tutta precisina con un fermaglio a forma di porcospino che si è poi incastrato nei capelli e ha dovuto tagliarli. A me questa scena è piaciuta, mi ha fatto ridere tanto, però non capisco perché le femmine si devono sempre sistemare. Per esempio: trovano un minuscolo granellino di polvere sotto l’unghia e si devono tagliare tutto il dito (nota de La Staccata: e su, amore, non siamo così drastiche!). A me piacciono le femmine che non fanno le principessine, come per esempio la mia amica Sofia. E’ particolare, tipo che se facciamo un gioco e cade in una pozzanghera, invece di gridare: “Aiutooooo! Aiuto, tutto il fangooo!” lei si mette a ridere. Amelia, per fortuna, si rende conto che sta sprecando tempo per nulla e che è carina senza troppe sistemature, senza tanti ritocchi.

Trovo che il libro mi ha molto divertito, insegna quanto è bello avere degli amici con cui puoi fare tante cose, anche le indagini. La storia era intricata come i capelli di Amelia con il fermaglio a porcospino e non vedevo l’ora di leggere il capitolo successivo per vedere cosa succedeva. A me piacerebbe molto fare delle indagini (sempre se non ti catturano i briganti) perché alla fine parti da una cosa e finisci con un’altra. Io sono una persona piuttosto curiosa, ed è un pregio secondo me. A volte però no, perché la curiosità uccide.

Consiglio questo libro a chi ama il colore giallo, cioè il genere poliziesco o comunque intrigante, misterioso, sherlockholmesco. Lo consiglio sicuramente a chi gli piace leggere i libri medi, perché chi ama i libri corti lo trova troppo lungo, chi ama i libri lunghi lo trova troppo corto. Io l’ho trovato perfetto anche se ho letto libri più lunghi. Età consigliata: 9 anni e mezzo (nota de La Staccata: non un giorno in più, mi raccomando :-D)

Un messaggio per Anna: mi complimento con te, non vedo l’ora che esca il quarto libro (sbrigati!) e mi piacerebbe molto leggere “Indagine alla PMI” perché non l’ho letto. Ho chiesto a mamma se me lo compra e lei i libri me li compra sempre, per fortuna.

– de La Staccata

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3 thoughts on “La leggenda di Lagonero. Amelia e Zio Gatto”

  1. Grazie Lunamonda! Ti confesso un segreto di Pulcinella: se vedi anche il mio nome su questa rubrica, lo devo solo al fatto che ho un bambino che ama leggere e che, come tutti i suoi colleghi, riesce a regalarci sfumature deliziose che un adulto non riuscirebbe mai a cogliere. Grazie per esserti affacciata da queste parti!

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