Le relazioni “pericolose” di un amplificato

Dal momento in cui ha iniziato a correre (camminare non rende l’idea di come si muove), ossia a 12 mesi, i suoi sono stati “scontri” e non “incontri”. Ceffoni, graffi e morsi nascevano dal nulla, inaspettatamente e senza provocazioni, lasciando l’incredulo contendente privo di reazioni.
I miei pomeriggi ai giardinetti erano scene di guerriglia, arrivavo a sperare che non ci fosse nessuno per avere 10 minuti di gioco tranquillo. Anche l’inizio della scuola materna non ha aiutato. Non ha mai trovato alcuna attrattiva nei bambini, ha sempre interagito il minimo possibile sia con i compagni sia con le maestre.
Devo dire che non ho ricevuto molto aiuto in questo senso se non il consueto consiglio di rivolgerci ad uno specialista. E io l’ho fatto. Siamo passati dall’escludere una forma di autismo a parlare di bambino plusdotato. E va bene, ha imparato da solo a leggere e contare prima dei 4 anni ma si rifiuta di fare da solo decine di altre cose banali, quindi lasciamo stare l’etichetta di genio incompreso. Poi ci sono parenti e amici che lo considerano semplicemente un viziato senza controllo e noi, di conseguenza, dei genitori incapaci.
La verità è che – per difenderlo/difenderci dai “consigli” del mondo – abbiamo finito per isolarci un pò e questo non fa bene, nè al Nano, nè a noi genitori. E’ assurdo vivere in una grande città e sentire questa enorme desolazione attorno. Mi chiedo se capita solo a noi.
Ho scoperto grazie a genitoricrescono che possiamo definire il Nano un amplificato introverso e, grazie ai libri consigliati, stiamo iniziando a modificare il nostro modo di affrontare le difficoltà di un bambino particolare per aiutarlo ad aprirsi verso il mondo.
Spero che con la scuola elementare il mio piccolo alieno trovi almeno un complice che buchi la sua scorza fintamente dura e – nel frattempo – spero di incontrare anch’io nuovi amici che riescano ad accettare senza giudicare due genitori che ce la stanno davvero mettendo tutta.

Questo è il commento lasciato da Marzia al post di presentazione del tema del mese “rapporti tra bambini”. A me, e a molti altri, questa situazione suonerà familiare.
Le relazioni sociali non sono facili per un amplificato e, vi assicuro, non lo saranno neanche da adulto. Solo che crescendo si impara a gestirsi, ad adattarsi e a superare i propri ostacoli emotivi (a volte, almeno… Secondo voi perchè ho illustrato il post con quello spezzone? 😉 ).
Lungi da me, però, considerare gli amplificati come dei “disadattati”: come saprà chi ci legge assiduamente, non parlo solo di mio figlio, quando parlo di amplificati, ma parlo anche e soprattutto di me.
A noi amplificati, il rapporto umano ci da, come primo istinto, ansia. Questo non significa che siamo necessariamente dei musoni, anzi, se avete a che fare con un amplificato estroverso, poveri voi! Sarete travolti da un fiume di parole e di attività. E’ tutta una questione di primo impatto: l’idea di adattarci ad un altro ci stronca l’esistenza…
Ora cerchiamo di rapportare tutto questo alle relazioni tra bambini, dove l’istinto regna sovrano, le infrastrutture di sociale convivenza sono appena abbozzate e dove l’empatia nei confronti dell’altro non è stata ancora attivata… Il caos.

Un bambino amplificato è PERSISTENTE: se sta svolgendo un’attività, soprattutto una che lo interessa, il suo periodo di transizione da quella attività ad un’altra è lunghissimo.
Riportiamo questa caratteristica nell’ambito della vita in una classe di scuola materna. L’educatrice dirà ai bambini di posare i colori perchè si legge una storia: e come glielo spieghi all’amplificato che deve posare i colori ora, adesso, subito, immediatamente? Lui è nemico della parola “immediatamente” e quindi la crisi sarà inevitabile. Avrebbe bisogno che qualcuno lo avvisasse per tempo: “guarda che quando avrai finito di colorare la casetta dovremo mettere a posto i colori ed andare a leggere una bella storia“. Perchè a lui piace leggere la storia, non è che non vuole farlo, ha solo bisogno di essere avvisato per tempo. Questo creerebbe dei rapporti sereni tra il piccolo amplificato ed i suoi compagni di scuola, perchè lui non sarebbe l’elemento di disturbo che impedisce a tutti di ascoltare la storia.

Un bambino amplificato è TENACE: se decide di impegnarsi in qualcosa può farlo con una caparbietà stupefacente. Questo qualcosa può essere anche una lite, un conflitto, un pianto disperato…
Un esempio che magari qualcuno di voi troverà familiare. A causa della pua persistenza e della sua autodeterminazione l’amplificato portato ad una festa ha subito preso in odio profondo l’animatore che stava cercando di organizzare un gioco, senza prevedere che quel gioco non era nei piani dell’amplificato.
Un “non amplificato”, prima o poi, si adegua e va a giocare con gli altri. L’amplificato che ha preso male l’interferenza dell’animatore nei SUOI progetti, può rimanere seduto in un angolo per ore, senza cedere, neanche di un millimetro, all’idea di integrarsi nel gruppo. Se poi ci si aggiunge che è anche un ipersensibile (vedi dopo), direi che l’ambiente “festa organizzata” non fa proprio per lui.
Ovviamente il genitore si troverà a giustificare il fatto che il suo bambino, etichettato come musone, introverso, chiuso, se ne sta seduto sulle sue ginocchia… Oppure potrà semplicemente dire a tutti gli astanti preoccupati che lui… preferisce così!
E’ la sua tenacia che farà dell’amplificato un piantagrane da manuale! Da bambino piange in modo sistematico e continuo, per tempi improponibili. Vi assicuro che, da grande, se convinto del fatto suo, vi metterà in piedi delle polemiche senza fine, finchè sarete convinti delle sue ragioni o piegati dallo sfinimento… (questo è vero e proprio outing, da parte mia!).

Un bambino amplificato è (spesso) IPERENERGETICO: “i bambini spirited sono la SuperPalla in una stanza piena di palle matte. Gli altri bambini saltano 3 metri dal terreno. Ad ogni salto uno spirited colpisce il soffito.” Anche questa caratteristica non aiuta nei rapporti con gli altri. Un amplificato energetico ha bisogno di muoversi, ha bisogno di spazi ampi. Una stanza, un’aula scolastica, un giardinetto, possono essere decisamente troppo piccoli.
Muovendosi alla ricerca del suo ampio spazio, può finire per invadere quello degli altri, creando tensioni. Così come il suo movimento costante ed intenso può essere decisamente “troppo” per altri bambini. Non a tutti va di tenere il ritmo dell’amichetto amplificato e, quindi, dopo un po’ i coetanei possono mollare il colpo e lasciarlo da solo… Che se l’amplificato è estroverso, ci rimane anche male, si arrabbia da amplificato e pianta una storia infinita per via della sua tenacia (vedi sopra).
Tenete conto che l’amplificato, in quanto iperenergetico, è anche molto, ma molto più allenato di altri bambini… quindi non vi stupite se, decidendo di passare alle mani per via di un suo improvviso attacco d’ira, avrà la meglio sul povero malcapitato…

Un bambino amplificato è (a volte) IPERSENSIBILE ed estremamente PERCETTIVO: abbiamo già detto del luogo chiuso affollato, dell’ambiente tipo “festa”, ma che può essere anche grande cena familiare, centro commerciale, fiera, insomma assembramento in genere. L’amplificato ha i sensi all’erta, è una sorta di cane da caccia sempre di punta. Le orecchie sentono rumori inesistenti per altri, il naso percepisce odori impercettibili, gli occhi sono feriti da una debole luce se improvvisa… Tutto questo fa si che, in mezzo alla confusione, lui sia a disagio, perchè colpito da un numero di stimoli più elevato. Per questo si stancherà prima ed arriverà in breve la ben nota tenacissima crisi.

Non dimenticate mai, poi, che l’amplificato, prima di tutto, NON AMA LE NOVITA’ E LE SORPRESE. Bisogna annunciargli le cose con calma se lo si vuole agevolare. Perchè ha bisogno di un piano, di un progetto ed ha bisogno del suo tempo per formularlo: quel tempo può essere anche molto breve, perchè spesso pensa in fretta. Ma dategli il tempo di adattarsi.
Per questo tutti quegli adulti sconosciuti (che poi siano parenti, a lui non importa molto!) che arrivano all’improvviso e vogliono baciarlo e abbracciarlo lo gettano nello sgomento! Per questo l’amichetto, anche quello del cuore, che arriva a casa a sorpresa, sarà accolto con insolita freddezza!

Tutto ciò che deraglia dai suoi piani, provoca inaspettati ATTACCHI D’IRA: ed ecco, nella prima infanzia, quando le parole non riescono a stare al passo con i pensieri, un bambino che spinge, morde, mena… Con sgomento dei genitori, degli altri bambini e… (croce di ogni genitore di amplificato) dei genitori degli altri bambini…

Quindi, per concludere, Marzia no, non capita solo a voi. E non capita solo a noi come genitori… In fondo, in fondo capita anche a me come persona amplificata e chissà a quanti altri!
Con il progredire dell’età, tutto questo migliorerà moltissimo. Però qualche piccola cautela può aiutare a prevenire stress inutili, sia all’amplificato che alle persone che, con lui, dovono aver a che fare.

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16 thoughts on “Le relazioni “pericolose” di un amplificato”

  1. Ciao a tutti sono Alessandro ..papa’ di un bel bimbo di 8 anni…un angioletto…ma solo nelle sembianze :)…
    Mio figlio sembra la fotocopia di quello che leggevo li su..ma non sapevo niente di questo problemino ho sempre dato tutti i problemi per l’abbandono di sua madre…
    I primo problemi sono insorti all’asilo ma il grave lo st vivendo ora all elementari dove ormai gli altri compagni lo hanno emarginato e lui ne soffre molto…In piu’ anche gli altri genitori ormai esasperati dai contin ui lanci di oggetti e collutazioni con i propri figli hanno continue lamentele…
    Non so piu’ cosa fare e come fare qualcuno potrebbe contattarmi e spiegarmi un po come poter fare…Davide e’ seguito anche da un neuropsichiatra ma la vedo sempre peggio…Help

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  2. Ciao, mentre leggo, sorrido perché mi vengono in mente situazioni vissute, e mi commuovo. Evidentemente, o forse anche mio figlio é amplificato. Mentre faccio il test, supero il punteggio prima dell’ultima domanda e quando leggo l’intervista della mamma con figlio-uno e figlio-due, ritrovo nelle descrizioni di entrambi i caratteri peculiari del mio bambino. Ora rispetto ai vostri post, il mio Pestifero ha 8 anni. Non sono ancora passate 2 settimane di scuola e già siamo stati convocati dalle maestre! Il suo “dinamismo” si scontra con le regole della scuola. Voi avete avuto di questi problemi o potreste consigliarmi un libro? Grazie

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  3. Salve,sono mamma di un bambino amplificato di 3 anni appena compiuti.volevo chiedervi se é meglio fargli fare una materna montessori dove amplificano certi suoi lati intellettuali,oppure meglio un asilo normale dove si gioca e basta?

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    • @Annalisa è meglio trovare un buon asilo, sia esso montessori o normale. Un montessori fatto male non lo aiuterà molto più di un asilo normale fatto male. Informati sulla qualità di quello che hai intorno e decidi di conseguenza.

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  4. Scusate vi leggo solo ora, oggi in ufficio è un delirio.
    Comunque il mio Nano è un conversatore instancabile, se però si tratta di one to one, già in 3 per lui è folla, figuriamoci alla scuola materna. Ad es. è la macchietta dei negozianti della zona perchè è l’unico bambino del quartiere in grado di rispondere anche in piemontese (noi viviamo nella freddina Torino e abbiamo nonni autoctoni che parlano quasi esclusivamente in dialetto!).
    Non ha parlato per quasi 3 anni ma ora usa i congiuntivi meglio di me e offre perle di saggezza a chiunque gli dia un argomento interessante. Una vecchietta lo scorso anno in vacanza gli chiese se da grande avrebbe voluto fare l’astronauta. Le rispose che non aveva ancora deciso cosa fare da grande ma l’astronauta no, non aveva ancora capito dove fosse l’infinito (!!).
    Ma capite che se un bambino della sua età gli si avvicina e gli dice “Andiamo su quel gioco e ci arrampichiamo?” e lui risponde “Ti sembro forse una scimmia?!” oppure gli chiede “Come ti chiami?” e lui – irritato per essere in un tal luogo – “lascia perdere, per oggi ho già parlato abbastanza” … beh, diciamo che il primo approccio ce lo siamo giocato!
    Ora ho mandato a memoria tutte le fasi dell’allenamento emotivo e cerco quotidianamente di indirizzarlo verso un modo civile di gestire relazioni, conflitti interiori, frustrazioni e rabbia. So che deve partire da lui l’accettazione e l’adattamento ad un mondo che non sempre capisce e lo capisce. Leggendo voi è più facile sperare in un successo.
    Silvia, se non vivessi così lontano un invito a pranzo pranzo te lo farei di sicuro, :)! Appena riesco ti contatto di certo.

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  5. Grande pero’..ehehehhe

    ma allora io nn mi lamento..Ric invece ci tiene a vedere la torta e canta anche tanti auguriiiii..

    marzia perche’ non mi contatti???

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  6. Noi giusto quest anno siamo usciti dal tunnel dell'”odio le feste”. Ovviamente gli animatori è bene che restino al posto loro e guai se gli mettono le mani in faccia con i loro trucchi e pennelli!!!
    Sabato festa di compleanno di un suo compagno di classe in un posto che Andrea adora (ed infatti anche lui sono due anni che fa li la sua festa): un parco giochi indoor con scivoli, vasche di palline, percorsi arrampicabili, gonfiabili e simili. E’ uno dei pochi posti dove sopporta la confusione ed il rumore assordante, pur di potersi inerpicare ovunque.
    Al momento della torta (annunciata all’altoparlante per riunire gli inviati dispersi ovunque) lui è l’unico che non sbuca fuori… Lo vado a cercare e lo trovo nel recinto di palline più inaccessibile, sotto gli scivoli più alti. Niente da fare, lui di venire a far gli auguri al festeggiato per la torta non ne voleva sapere.
    Gli ho fatto notare che era un gesto di grande maleducazione e, dietro mie perentorie insistenze (“perentorie insistenze” si traduce comunemente con “minacce”), è uscito fuori e si è presentato alla torta sostenendo però che lui non avrebbe MAI cantato tanti auguri (per protesta) e che io avrei dovuto RISARCIRLO del tempo perso pagandogli un ingresso integrativo, dopo la festa, per i dieci minuti impiegati in questa inutile attività…
    Aiuto…

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  7. ah..silvia…Ric a tre anni e mezzo è un grandissim oconcversatore..filosofeggia gia’..nn è che gli amplificati sono cosi’ poi?? E pensare che il mi opatacecio fino alla soglia dei 3 anni diceva due parole in croce poi…

    Ma anche io ho fatto lo stesso..credo di essere stata amplificata anche io, sapete?

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  8. eccomi qui..presente..veniamo da un sabato di matrimonio e una domenica di festa di compleanno

    @silvia..per fortuna non era una cena ma un pranzo…

    Cmq..alla cerimonia l’ufficiale giudiziario dice: Silenzio…
    e lui: ma io non voglio fare silenzio, voglio parlare..ehehhehe ,meno male che lo ha detto a voce bassa…alla fine vi diro piu’ alti che bassi..
    ieri avevamo iniziato con il piede sbagliato…Aveva paura che io e il papa’ andassimo via alla festa di una coetanea…poi piano piano..come si legge nel post si è abituato alla situazione..si è fatto anche truccare dall’animatrice… Unico problema..sti cavoli di palloncini che ogni tanto qualche bimbo faceva scoppiare e di cui lui aveva paura..Pero’ poi la soddisfazione finale, di quando – andati via quasi tutti – saluta la bimba festeggiata che era stravolta..e di sua spontanea volontà dice: Grazie per la festa, ti sei divertita?..lei nn risponde e lui: perchè non parli? Non ti sei divertita?..e tutti a bocca aperta…

    POi a casa non si voleva mettere in pigiama..ci ho messo 15 minuti cercando di nn arrabbiarmi…che faticaaaaaaaaa..ma lo dico a voi che sarete piu’ stanche di me..
    e poi oggi a scuola che in classe ha trovato una maestra che lui nn vuole e giu’ uguale a frignare – cosi’ mi ha detto il padre (grazie a Dio ci pensa quasi sempre lui a portarlo a scuola)

    Che vi devo dire..Marzia perche’ nn ci vediamo se sei di Roma…?? almeno ti capiamo se andiamo a pranzo fuori 🙂

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  9. Uuuuhhhh ragazze, meglio che oggi non risponda a nessun commento…
    O forse è meglio che me ne vada dritta, dritta a genitorisbroccano… Non sapete che pomeriggio: un amplificato seienne ha una fantastica capacità di scuotere i nervi. Ma lasciamo perdere i nostri guai con i compiti! 🙂

    In effetti se un po’ di cautela nei rapporti la avessero anche gli altri, noi vivremmo un po’ meglio. Del resto, forse, non può pretendersi che gli altri si muovano in punta dei piedi intorno a noi. Per questo credo che i genitori debbano sempre essere “allenatori emotivi”, perchè l’amplificato deve trovare il suo spazio nel mondo e deve imparare anche a ridimensionare le sue esigenze.
    Quello che noi genitori possiamo fare è lavorare con i nostri figli perchè capiscano se stessi, dato che non possiamo influire in modo significativo su chi interagirà con i nostri bambini.
    Questo è ovviamente più difficile nei loro primi anni di vita. Ma se si comincia ad accompagnarli, poi, crescendo, trovando gli strumenti per esprimere le loro emozioni, i loro disagi e le loro necessità, miglioreranno molto e si sentiranno più sicuri.
    Vi assicuro che il mio Sorcetto fu un treenne annidato in se stesso ed iracondo con il mondo, ma ora è un ostinato seienne che ha degli amici e gioca volentieri con i suoi coetanei. Per di più è diventato anche un gran conversatore (che non ci avrei scommesso una lira!).

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  10. Per me è strano da dirsi ma … sono rimasta senza parole. Grazie Silvia e grazie Simona.
    Apprezzo tutto ciò che avete scritto, specialmente oggi che ho iniziato la giornata con il piccolo Nano angosciato e piangente perchè non voleva andare all’asilo.
    Finalmente dopo varie insistenze mi dice che la maestra, quando entra in classe, lo introduce ai compagni con frasi tipo “Guardate chi è arrivato? Venite a salutare Alex.” E il Nano, che ne ha tante ma è un gran riflessivo, mi chiede “Perchè lo fanno solo con me? Ho qualcosa di diverso?”.
    Il risultato è che, a quel punto, ogni tipo di collaborazione con lui è andata persa e se ne sta il resto della mattinata nel suo mutismo per uscirne solo con l’arrivo della nonna. Quali relazioni può imparare ad avere se invece di lavorare con lui le maestre “costringono” gli altri bambini ad interagire con mio figlio, anche se magari non ne hanno voglia? Lo so che gestire 25 bambini è un’impresa titanica, non critico le buone intenzioni, però ho parlato con loro tante volte e avrei proprio bisogno di un supporto per aiutarlo nella futura transizione alla scuola elementare.
    Dovrei forse far loro leggere queste pagine, potrebbero guardare con occhi diversi il Nano e i bimbi come lui. Chissà ..
    Un abbraccio.

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  11. bellissimo post e bellissimo anche il commento di Marzia.
    quello che traspare maggiormente dalle tue parole è una sorta di velata “angoscia” nel non essere nè aiutata nè tantomeno capita.
    e sai, hai ragione.
    io non sono mamma di un bambino amplificato (ho le mie belle problematiche ovviamente)e quindi mi trovo dall’altra parte del fosso, dalla parte quindi di quelle che davanti alle situazioni che descrivi giudicano i genitori come “cattivi” genitori.
    questo prima di conoscerti e di leggerti.
    semplicemente perchè non sapevo neanche l’esistenza di un bambino amplificato e nelle mia beata ignoranza commettevo un errore tremendo.
    quello che vedo adesso lo vedo con altri occhi e grazie a te, a voi.
    quello che vedo adesso, è un delizioso bambino amplificato che ha una mamma meravigliosa.
    bacio

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