Io mi svezzo da solo

L’introduzione di cibi solidi può essere un passaggio graduale guidato dallo stesso bambino. Questa è la tesi di Lucio Piermarini, che espone nel suo libro “io mi svezzo da solo”.

autosvezzamento

Se pensate che quei passati di verdura che propinate al vostro pargolo di 6 mesi, uccidano le papille gustative. Se siete stanchi di pesare verdure con il bilancino di precisione, per essere certi che ogni pasto sia perfettamente equilibrato in termini di vitamine dalla A alla Z. Se pensate che il problema principale sia che tutto è sciapo, e quindi aggiungete tonnellate di parmigiano a qualsiasi pappetta. Se vi sentite derubati ogni volta che spendete una fortuna in omogeneizzati di frutta e liofilizzati di carne. Beh, allora affidatevi con fiducia all’autorevole voce di Lucio Piermarini, pediatra, che nel suo libro “Io mi svezzo da solo. Dialoghi sullo svezzamento.” (Bonomi Editore) ci invita a diffidare proprio dei consigli del… pediatra. Al contrario ci consiglia di fidarci esclusivamente di nostro figlio. Potere ai piccoli!

Competenti sin dalla nascita

I bambini, sin dai primi mesi, sono perfettamente in grado di decidere quanto mangiare, e cosa mangiare, seguendo istintivamente un dieta perfettamente equilibrata quando mediata su un tempo di 7-10 giorni, e quando gli vengano messi a disposizioni cibi sani tra cui scegliere. E’ come se la piramide alimentare ce l’avessero scritta nel codice genetico, dandogli delle indicazioni precise circa il tipo di alimenti di cui necessitano. Questo prima che noi riusciamo a sconvolgergli l’istinto, introducendo delle abitudini alimentari sbagliate e instaurando un rapporto con il cibo conflituale.
Che poi a pensarci bene è tutto molto logico. Fin dalla nascita ci viene detto di seguire l’allattamento a richiesta, e che il neonato sa di quanto latte ha bisogno. Perchè questa competenza dovrebbe perdersi con l’introduzione dei cibi solidi? Perchè il bambino dovrebbe essere incapace di capire che ha fame solo perchè si tratta di un cibo diverso dal latte? Ma soprattutto, perchè dovrebbe rifiutare del cibo quando ha fame?

La negazione del latte materno

Poi c’è il discorso delle allergie, della digeribilità degli alimenti, dell’introduzione di un alimento alla volta. Insomma Lucio Piermarini smonta tutto. Baggianate prive di fondamento scientifico, introdotte in un periodo in cui si pensava al bambino (e a Madre Natura) come assolutamente incompetente:

Allattare al seno era roba all’antica, scomoda e liberticida, un ostacolo all’emancipazione femminile. Una delle leggende più diffuse che confortava noi tecnici nel compiere il misfatto, era la supposta carenza nel latte umano rispetto al latte di vacca, del ferro […] Era un po’ come dire che i bambini, quanto a ferro, non si meritavano di essere da meno dei vitelli, e , per porvi rimedio, bisognava sostituire il latte di mamma con le formule, cioè con un alimento a base di latte di vacca. Evidentemente i Creatore, mentre elaborava le composizioni del latte dei mammiferi, doveva aver fatto confusione. […]

Dalla negazione della qualità del latte materno, al latte artificiale, all’introduzione di altri cibi il più presto possibile, il passo è stato breve. E così si è semplicemente iniziato ad introdurre gli altri cibi il prima possibile. E così è stato necessario pensare alle micro-pastine, omogeneizzati e liofilizzati e non perchè fossero, come erano effettivamente, più digeribili, ma solo perchè così potevamo anticipare ancora di qualche settimana la loro introduzione.

Ora si sa che tutto ciò è assolutamente inutile, oltre che dannoso. Il latte materno è il migliore alimento del mondo, e se si aspetta almeno il sesto mese di età, non c’è nessuna necessità di liofilizzati e omogeneizzati. Solo che molti pediatri continuano a suggerirle alle mamme, insieme a ricette di pappe che si addicono più ad un malato che ad un bambino nel pieno dell’esplorazione culinaria. Inutile aggiungere che tutto ciò genera ansie legate ai vari cibi, alle quantità, e da il via alla nota sindrome del il-mio-bambino-non-mi-mangia scaturita dalla costatazione che Paolino mangia meno di quanto definito dal pediatra sulla base di tabelle nutrizionali medie. Ovvero: siamo tutti diversi, con appetiti diversi, esigenze alimentari diverse a seconda della quantità di calorie bruciate durante il giorno. Quelle che dovrebbero essere prese come indicazioni di massima, vengono seguite al grammo. Aumenta così il senso di sconfitta materno, la paura del rifiuto del cibo, e l’incubo dell’inappetenza. E si sa che un figlio inappetente è la peggiore condanna per una mamma che si rispetti. Il che è perlomeno ironico, se si pensa al fatto che la malattia del secolo è, viceversa, l’obesità.

Come procedere con l’autosvezzamento?

Nel suo libro Io mi svezzo da solo. Dialoghi sullo svezzamento, Lucio Piermarini ci guida attraverso la condanna al metodo di svezzamento fatto di misure di precisione, e ci invita alla spontaneità. Ci indica i cibi della tradizione, come quelli più sani e nutrienti anche per il nostro pargolo dai 6 mesi in su. Se vi chiedete se un cibo potrebbe far male al bambino, ed esitate a darglielo, allora dovete chiedervi se fa male a voi stessi. Se la risposta è affermativa, allora forse è meglio rivedere la vostra dieta.
I consigli principali dello svezzamento naturale, suggeriti dal dottor Piermarini sono semplici:

  • Conoscere il proprio bambino, ricordatevi che ogni individuo è diverso.
  • Tenere il bambino a tavola con i genitori. L’esempio è il miglior insegnamento
  • Aspettare i sei mesi circa
  • Aspettare la richiesta di cibo da parte del bambino
  • Soddisfare ogni richiesta di assaggio ovunque, anche a casa di amici o al ristorante, e per qualsiasi cibo
  • Smettere gli assaggi se cessa la richiesta
  • Proseguire l’allattamento finchè si vuole

Nello scrivere questo libro, Lucio Piermarini da voce ai dubbi intimi di tutte le mamme e papà che si adeguano a dei consigli medici poco rassicuranti, e che hanno l’effetto di generare lotte senza confine con i propri figli su un tema così delicato come quello dell’alimentazione.
Ne consiglio vivamente la lettura a chi si sta affacciando ora al periodo dello svezzamento, ma anche a chi si trova a combattere le prime lotte per il mangiare con il bambino più grandicello. Capire gli errori fatti, e come questi hanno istaurato problemi, può essere un bel passo verso la risoluzione degli stessi.

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20 thoughts on “Io mi svezzo da solo”

  1. Ciao Rossana,
    io non ho adottato l’autosvezzamento (quando ho svezzato mia figlia non conoscevo ancora questo sito), però ho adottato un atteggiamento elastico rispetto a quanto prescritto dal pediatra.
    Mi spiego: seguendo le sue istruzioni la pappa veniva un vero schifo, allora io la facevo più consistente e abbondavo di parmigiano. La mia regola era che non le davo mai niente che non avrei mangiato io. Inoltre la lasciavo curiosare su quello che mangiavamo noi, poteva mettere in bocca pezzi di formaggio o di pane così da sentire il gusto. Ho ancora la foto di lei che succhia una costoletta d’abbacchio a 9 mesi, è l’orgoglio della nonna pugliese! 🙂
    Oggi è una buona forchetta e assaggia tutto, in particolare è una divoratrice di stracchino (qui ha preso dal nonno longobardo) .
    A parte gli scherzi, credo che la cosa importante sia il buon senso e assecondare tuo figlio, senza eccessi in un senso e nell’altro. Rassicura tuo marito che autosvezzamento non vuol dire ingozzare il bambino di schifezze, ma abituarlo a essere curioso e cercare di capire da lui cosa è in grado di mangiare. Se non si sente sicuro con questo approccio penso che potrete trovare un compromesso che soddisfi tutti e due, e soprattutto il pargolo!
    Ciao

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  2. Ciao, sono la mamma di un bimbo di 6 mesi, da qualche settimana ho iniziato a dargli la frutta – mela e pera – omogeneizzata o frullata da me. Lui mangia stra-volentieri! Volevo avere qualche info in più sull’autosvezzamento. Premetto che non potrò metterlo in pratica in modo assoluto, perché mio marito assolutamente non è d’accordo… lui è filo-governativo per costituzione: se il pediatra dice così si fa così… 🙁 Cmq mi interessava avere qualche informazione, magari per integrare un po’ le pappette varie. Più che sul tipo di cibi ho un dubbio sulla consistenza: devo frullare tutto? Cioè a me sembra che il mio bimbo non riuscirebbe a gestire consistenze diverse, ho paura che potrebbe star male, soffocare… E quindi se io, che so, faccio pasta per noi ne frullo un po’ per lui? (che schifo!)… Non capisco molto bene

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  3. Grazie per il suggerimento! corro subito a comprarlo.

    La pediatra mi ha detto di iniziare con gli omogeneizzati che il mio bimbo non aveva ancora compiuto 5 mesi! io ovviamente ho aspettato un pò, ma poi quando ad una seconda visita, così parlando, avevo detto che ancora non avevo iniziato ma che l’avrei fatto presto, mi è stato fatto intendere che assolutamente dovevo iniziare con lo svezzamento quanto prima.
    Risultato? da lunedì ho iniziato con gli omogeneizzati di frutta e lui non fa piu’ la cacca!!! Gli ho gia’ dovuto fare una peretta l’altro giorno e da allora niente, continua poverino a passare le giornate a spingere!
    Oggi poi mi sono avventurata alla ricerca della crema di riso, mais e tapioca per il brodino vegetale…orrore! mi è preso lo sconforto e mi domandavo nella mia totale ignoranza perché dovessi propinargli sta roba, se va bene piena di ogm…
    Avevo davvero bisogno di un fondamento teorico che sostenesse le mie sensazioni di mamma…
    Alla prossima visita mi presento con il libro in tasca, o peggio…mento (tanto dalla cacca si vede solo se sono stati introdotti cibi solidi, ma mica quali!)

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  4. Sono al secondo svezzamento, mi piace questa cosa di lasciar fare al bimbo, però penso che sia sempre il caso di andare con cautela nel caso ci siano intolleranze e/o allergie.
    Il mio primo era intollerante al latte e lattosio, mio marito ha diverse allergie, va bene fare assaggiare tutto ma piano piano ed evitare i cibi a rischio, no?
    Per il tema omogeneizzati io li ho evitati, liofilizzato al principio, e poi carne frullata, però l’idea di frullare il nostro primo non mi piace, il solo pensiero mi disgusta, come detesto mettere il pesce nel brodo, non mi va di dar loro cose che io non mangerei, questo è il mio principio guida!
    Detto ciò io VOGLIo smettere di allattare, la mia “piccola” a 6 mesi appena compiuti pesa 9.3kg!!! oramai quando ciuccia mi massacra letteralmente e io sono esausta e prosciugata, quindi smetterò mio malgrado ma davvero non si può più, penso a lei ma anche a me… 🙂
    Grazie per i consigli ed il libro che prenderò a brevissimo!

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  5. Sono emozionatissima…
    Ho ordinato il libro di Piermarini da quando ho letto una sua intervista su un’altro libro “Allattamento e svezzamento” del
    Dott. Newman e Grazia De Fiore, attraverso il quale la mia idea e la mia voglia di allattare ad oltranza ha trovato conforto e validissime conferme. Anche in questo libro si suggerisce l’ AUTOSVEZZAMENTO con pochi riferimenti pratici purtroppo, che spero di trovare nel testo di Piermarini. (ho trovato alcuni suoi interventi anche sul sito UPPA).
    Spero di riuscire a non farmi prendere dal panico, per i commenti, per le disapprovazioni, per la paura delle reazioni di Emma, per gli orari, per le quantità, per come cominciare. e per tutte quelle cose che non conoscerò prima di quando seduta sulla sua seggiolina accanto a me la mia piccola non spalancherà la bocca!
    Intanto di allatta ad oltranza…

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  6. @sara come dice Silvia consultati senz’altro con il pediatra soprattutto se la cosa avviene ogni volta che gli dai la carne liofilizzata. Non specifichi l’età di tua figlia, però se ha più di 6 mesi puoi darle tutto, incluso zuppe, passato di verdure, carne cotta da te (perché dovresti spendere i soldi per il liofilizzato?) e poi frullata, filetto di pesce non hai nemmeno bisogno di frullarlo, pane, pasta e riso invece di farine costosissime, eccetera eccetera.
    Attenzione solo a non eccedere con il sale, e a limitare spinaci e altri cibi ricchi di nitrati. Guarda questo schema come riferimento.

    All’inizio dello svezzamento sono molti i bambini che si intoppano e fanno la cacca meno spesso. I cibi che intoppano sono ad esempio farine di riso o banane. Prova a dargli pera o prugna come alternativa per aiutarla.
    E poi naturalmente non c’è nulla di male nel fargli assaggiare un hot dog, se tu lo stai mangiando e lei mostra interesse. Certo non penserei mai a proporglielo ogni giorno pranzo e cena, ma a quello non ci pensi nemmeno tu, vero? 😉

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  7. @sara: se noti una coincidenza tra il pasto a base di carne ed il vomito nel pomeriggio, prima di sperimentare qualsiasi variante, forse è meglio farlo presente al pediatra.
    Oddio, con la carne liofilizzato sfido chiunque a non vomitare… soprattutto annusando la sinistra polverina!
    Però questo momento dell’inizio svezzamento è quello in cui segnalare al pediatra eventuali situazioni anomale che potrebbero far pensare ad allergie o intolleranze. Salvo poi poter comunque seguire le indicazioni del libro segnalato.

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  8. ciao a tutti.noi abbiamo iniziato lo svezzamento da una 20ina di giorni..frutta tutto bene (sia frullata da me, sia quella nei vasetti senza zucchero aggiunto, sia mandarino ciucciato, ne va ghiotta!),ma con le pappe sono iniziati i problemini: mangia di gusto tutta la porzione di brodo vegetale+farine e formaggio ma niente cacca poi…ZERO assoluto..con l’aggiunta di carne liofilizzata poi vomita tutto il pomeriggio, così l’ho sospesa dopo il 2° giorno…nell’attesa che mio marito torni a casa con il libro in questione,posso iniziare a darle davvero tutto? tipo passato o zuppe di verdure? tanto per vedere se sono le farine che la “inchiodano”…non ho idea da cosa si possa iniziare visto che avete scritto sopra niente hot dog!! 😉
    grazie.

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  9. Stefano, che bella prontezza di spirito. Complimenti! Forse ti sarai già letto l’articolo sulla divisione di responsabilità a tavola, che invita proprio a lasciar decidere le quantità al bambino. Come sempre i genitori sono un passo avanti ai pediatri 🙂
    E grazie per aver lasciato un commento.

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  10. Grandissimo Stefano!
    Però un po’ mi hai deluso… quando hai detto che avete iniziato a dargli di tutto, mi sono immaginata il pargolo con un hot dog ed una birretta davanti ai cartoni!!! :)))
    Comunque è da non credere che ci siano pediatri che ti consigliano la marca di omogeneizzato…
    Per il fatto che si fa imboccare, non preoccuparti: a volte ci prova anche il mio sorcetto… a 5 anni e mezzo!!! Ma ovviamente è solo voglia di attirare l’attenzione.

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  11. Ciao a tutte/i
    la storia degli omogeneizzati e’ davvero una cavolata! il nostro pediatra ci aveva detto di aspettare che il bambino stesse seduto da solo per iniziare a svezzarlo (che peraltro coincide + o – con i 6 mesi). Poi pero’ ci ha detto che potevamo dargli la pappa di quella marca e di quell’altra e di quell’altra ancora che hanno tanti gusti a disposizione. Ne abbiamo comprata una anon so piu’ che gusto, l’abbiamo provata noi, non sapeva affatto a cio che diceva l’etichetta. Da allora abbiamo iniziato a dargli di tutto. Introducendo un alimento alla volta per precauzione e senza sale perche’, penso, a quella eta’ il palato e’ abbastanza sensibile per sentire i sapori diversi di ogni cibo. Mangiava tutto e nel frattempo continuava ad alimentarsi con il seno. Fin qui tutto bene finche’, un giorno, ha iniziato a mangiare poco, perlomeno poco per il nostro intendere. Un giorno lo abbiamo un po’ forzato: se lo facevo ridere mangiava. Ha mangiato tutto solo che p[oi lo ha vomitato. Mi sono sentito un pirla e da quel momento lo lasciamo decidere quanto vuole mangiare e devo dire che si regola bene. In fondo non credo ci siano casi di suicidio infantile dovuto alla denutrizione volontaria. Poi, con la adolescenza, arriveranno altri problemi. Spero che il fatto di renderlo autonomo rispetto alle decisioni sulle quantita’, gli offra la possibilita’ di sviluppare un rapporto sereno con il cibo. A proposito: ancora si fa imboccare! ha due anni e due mesi. In realta’, se vuole, sa mangiare da solo ma, siccome ci deve manipolare…!!!

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  12. E sempre si torna al concetto che “il bambino è competente”, tanto per citare.
    In realtà la nostra pediatra si è sempre ben guardata dal suggerire le quantità dei pasti e, a suo tempo, mi indicò un criterio di massima nello scegliere i cibi per il Sorcetto: ad un anno il bambino non ha più bisogno di un pasto diverso da quello dei genitori. Lo scopo dello ssvezzamento, dunque, è iniziare a 6 mesi il viaggio di avvicinamento al cibo comune che, dopo altri 6 mesi, e quindi ad un anno, può dirsi concluso: non servono più precauzioni, nè cibi strani, nè pappette e pappotte. Solo le quantità vanno commisurate all’appetito e quindi alle necessità del bambino.
    Insomma, di pediatri in sintonia con Piermarini ce ne sono, dunque l’autore del libro non è portatore di una astrusa teoria alimentare sperimentale, ma solo del buon senso.

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