Il pericolo oscuro dello zainetto magico… ovvero di pubblicità e corredi scolastici

In un comunicato stampa del Codacons pubblicato in questi giorni, si auspica l’intervento dell’Autorità Antitrust (Garante per la libera concorrenza) affinchè intervenga su un fenomeno definito a dir poco increscioso: l’invasione degli zainetti e degli astucci magici!

Il comunicato recita così:
Le televisioni sono invase in questi giorni da spot ingannevoli destinati agli scolari più piccoli. Tra le reti nazionali spicca in particolare Italia 1 che è letteralmente inondata da pubblicità su zaini, astucci e altri prodotti scolastici. Avevamo chiesto l’intervento del Governo, ma evidentemente non è interessato a proteggere i minori da spot che, sfruttando la buona fede dei bambini, ingannano sulle reali potenzialità del prodotto.
Così il Codacons si rivolge direttamente all’Antitrust perchè intervenga immediatamente e, considerata l’urgenza e l’imminenza dell’inizio dell’anno scolastico, provveda a sospendere in via provvisoria gli spot ritenuti ingannevoli.

Questi alcuni esempi di pubblicità ritenuta ingannevole:
• Zaino dei Gormiti: un robot giallo ha in mano lo zaino e lo mostra ai telespettatori, poi un astuccio si apre magicamente da solo;
• Prodotti Toys story: zaini e astucci si aprono e si muovono da soli, anzi parlano, saltano e, per far meglio credere che abbiano una vita propria, hanno pure le braccia.

Continua il Codacons con toni allarmati:
Il Codacons invita i genitori ad allontanare in questi giorni i bambini dalla tv. Non si tratta, infatti, solo di una questione finanziaria, dato che acquistare zaini firmati e articoli legati a personaggi dei cartoni animati o a bambole famose fa lievitare il costo del corredo fino al 40%, ma della salute dei propri figli.
Il Codacons ad esempio consiglia di non acquistare uno zaino o peggio ancora una cartella, ma un trolley[…]
Per chi invece volesse a tutti i costi uno zaino, è indispensabile controllare che abbia:
1- Uno schienale rigido. […]
2- Non deve essere di grandi dimensioni. […]
3- Bretelle regolabili e dotate di fibbie sicure e facilmente sganciabili.
4- Bretelle larghe e ben imbottite.
5- Cintura addominale con fibbia. […]
6- Maniglia: opportuno che ci sia una solida e confortevole maniglia che consenta una buona presa.
7- Gli zaini con aperture a soffietto offrono un maggior volume ma danno un maggiore sbilanciamento posteriore.
8- Ricordatevi che anche lo zainetto vuoto ha un suo peso che contribuisce al totale.
9- Controllate affidabilità e robustezza determinate dalla qualità del tessuto e delle cuciture.
10- Verificate la lavabilità del tessuto e relative istruzioni.”

Ho visto quegli spot pubblicitari e mi domando se il problema sia davvero quello messo in luce dall’associazione di consumatori.
Basandomi sui bambini dai 4 anni in su che conosco, me ne vengono in mente ben pochi che davvero potrebbero credere che il loro astuccio possa parlare o aprirsi da solo. Per quelli al di sotto di questa età, secondo me, il problema non dovrebbe neanche porsi, dato che non dovrebbero essere esposti alla pubblicità, soprattutto se da soli.
Non so bene a quale fascia d’età si riferisse il comunicato stampa con “gli scolari più piccoli“, ma i prodotti pubblicizzati negli spot incriminati sono tutti dedicati alla scuola elementare, quindi a bambini con più di sei anni… Ecco…, forse l’estensore del comunicato non ha davvero dei figli in quella fascia d’età, altrimenti si renderebbe conto che è già difficile far credere loro a Babbo Natale per almeno un annetto dopo il compimento del sesto anno… figuriamoci se pensano davvero che un Gormita (che, precisiamolo, non è affatto un robot! E questo conferma che chi ha scritto il comunicato non ha figli maschi con più di 3 anni!) possa uscire dal loro zaino!

Se questo però è, secondo me, un falso problema e, tutto sommato, non mi sembra il caso di auspicare l’intervento della Antitrust (che di ben altre questioni dovrebbe occuparsi in questo Paese!), non si può invece negare che qualche serio problema sui corredi scolastici e sulla loro pubblicità ci sia.

Le caratteristiche che dovrebbe avere uno zainetto, elencate nel comunicato del Codacons, in realtà sono riscontrabili quasi in tutti gli zaini scolastici presenti sul mercato, sia che si tratti di quelli senza marchi o senza immagini di personaggi dei cartoni, che si aggirano sul costo di 25/30 euro; sia che si tratti di quelli griffatissimi il cui costo supera anche i 60 euro. Un primo problema, infatti, è che tutti gli zainetti in commercio sono qualitativamente IDENTICI e piuttosto mediocri. Non cattivi prodotti, ma neanche buonissimi: sono tutti di fabbricazione cinese (ma un prodotto in PRC non significa sempre necessariamente “il male”), tutti apparentemente rispondenti a norme ergonomiche di base (senza troppo questionare sui particolari) e tutti “programmati” per presentare qualche danno entro l’ultimo giorno di scuola, in modo da incentivare un nuovo acquisto il successivo settembre.
E’ evidente che una differenza di prezzo dovrà pur esserci tra il prodotto che paga un diritto di utilizzo di immagine e quello che invece ha un semplice design studiato dal produttore… ma la differenza per un prodotto qualitativamente identico mi sembra davvero un po’ eccessiva!
Normalmente gli zaini di marchi non esclusivamente “scolastici”, sono migliori come qualità, ma spesso destinati agli studenti più grandini. I bambini delle elementari si orientano frequentemente per borse ed astucci del produttore di giocattoli o di cartoleria e non sul prodotto tecnico.

Altro grande problema, poi, è il martellamento pubblicitario all’interno dei programmi per bambini. E questo è davvero un male, sempre e comunque.
Già l’espressione “programmi per bambini” non ha quasi più ragione di essere: ormai le reti televisive offrono solo una sequela di cartoni inframezzati da interminabili sessioni di spot pubblicitari, la cui lunghezza diventa davvero imbarazzante in determinati periodi dell’anno (inizio della scuola, Natale, Pasqua, inizio dell’estate). Ecco, di questo mi preoccuperei: della sovraesposizione dei nostri figli a spot pubblicitari che creano bisogni inesistenti. Primo tra tutti quello di cambiare zaino ed astuccio ogni anno.

Ed ecco dunque che i due problemi diventano le due facce della stessa medaglia: perchè si acquisti sempre un nuovo zaino, si producono oggetti di qualità non eccellente, anche se venduti a prezzi elevati, in modo che alla fine dell’anno scolastico appaiano sciupati ed alimentino il falso bisogno di averne sempre uno nuovo.

Prima, dunque, di chidere l’intervento dell’Antitrust, del Governo, dell’Ordine Costituito e del VII Cavalleggeri, forse faremmo bene noi genitori ad esporre meno i nostri figli a questa invadenza pubblcitaria ed a spiegare loro, fin da piccoli e soprattutto con l’esempio, come possa dare maggior soddisfazione un consumo responsabile ed adeguato alle esigenze.

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