Il mio amico tiralatte

Noi siamo decisamente ed incondizionatamente a favore dell’allattamento al seno, ed è abbastanza evidente. Ma tra questo e diventare delle “talebane” fondamentaliste per cui ogni donna che non allatta è un’”infedele”, ce ne passa.
Non bisogna chiudere gli occhi davanti al fatto che spesso allattare non è facile e, assai più spesso, non è reso facile ad una mamma allattare a lungo.
La nostra legislazione prevede un periodo di astensione dal lavoro obbligatorio di tre o quattro mesi; dopo ci sono permessi giornalieri per allattare che, però, in concreto possono ridurre l’orario di lavoro (se si riesce veramente ad usufruirne) ma difficilmente consentiranno un allattamento costante. Per non parlare poi delle libere professioniste, delle artigiane, delle commercianti e delle imprenditrici, che pur godendo di maggior libertà potenziale, in concreto, per non vedere attività arenarsi o naufragare durante la loro maternità, devono rimettersi al lavoro anche prima delle lavoratrici dipendenti.
Qui in Italia la mamma che allatta non è aiutata, non è agevolata, non è incentivata. Mentre cerchiamo di cambiare questa cultura, proviamo almeno qualche espediente. Cerchiamo di aiutarci da sole, come possiamo, come sempre. Con l’aiuto di quel piccolo strumento che è il tiralatte!
Se siamo costrette a stare lontane da casa piuttosto a lungo anche durante il periodo dell’allattamento, non è sempre necessario ricorrere ad un allattamento misto, con latte artificiale, o addirittura tentare uno svezzamento precoce.
Infatti, il latte materno è conservabile sia in frigorifero che in congelatoreed utilizzabile successivamente.
Il latte materno, una volta estratto, può essere conservato, in vasetti ben puliti con acqua calda e/o sterilizzati (con un normale sterilizzatore da biberon) per i seguenti periodi:
– a temperatura ambiente: massimo 8 ore, ma valutate la temperatura esterna, se è estate piena considerate, per sicurezza, molto meno;
– in una borsa termica con le “mattonelle” gelate: 24 ore;
– in frigorifero: massimo 72 ore, ma, sempre per sicurezza, non supererei le 48 ore (che è il termine massimo per utilizzare il latte per bimbi nati pre-termine);
– nella cella freezer del frigorifero: massimo 2 settimane;
– nel congelatore a -18° (con certezza che non abbia subito sbalzi): massimo 6 mesi;
– nelcongelatore a – 20°: massimo 1 anno
E’ comunque anche inutile arrivare a tempi di conservazione tanto lunghi in casa. Se volete congelarlo, il contenitore non va riempito completamente, perché il latte congelandosi aumenta di volume. Quando è ora di usare del latte congelato, spostatelo dal freezer al frigo la notte precedente all’uso, dove può essere mantenuto per 24 ore dopo lo scongelamento.
Estrarre il latte con un tiralatte può avere altri vantaggi. Se la mamma produce molto latte, per evitare ingorghi mammari dopo una poppata non troppo abbondante e per svuotare bene il seno e mantenere i condotti galattofori senza residui, può essere utile ricorrere al tiralatte. Del resto il bambino allattato al seno non prende sempre la stessa quantità di latte, ma la mamma può essere “programmata” a produrne molto comunque: si può estrarre il latte “avanzato” per utilizzarlo in caso di assenza della mamma alla poppata successiva o soltanto per consentire al seno di svuotarsi bene.
Se un bebè soffre di reflusso o di coliche gassose piuttosto rilevanti, può essere difficile, nei momenti in cui si manifestano questi disturbi, attaccarsi al seno. In questi casi, infatti, la rapidità del biberon può aiutare alcuni bambini a finire il pasto più agevolmente: ma nel biberon ci potrà essere latte materno, appositamente estratto, piuttosto che latte artificiale.
L’estrazione del latte può avvenire anche per spremitura manuale, senza tiralatte, ma funziona bene solo con mamme che hanno veramente molto latte, se no può risultare un procedimento lento ed anche fastidioso, scoraggiando più di qualcuna.
Il tiralatte è il metodo più pratico e rapido. Ne esistono molti modelli.
Quelli elettrici sono molto efficaci, ma costosi. Sono spesso presenti ed a disposizione delle mamme nei reparti di neonatologia, per quei casi in cui è impossibile allattare al seno. In casa sarà difficile averli, proprio per il loro costo, a meno di noleggiarli. I negozi di articoli sanitari, infatti, consentono un noleggio per diversi mesi a prezzi ragionevoli. Ne esistono anche di elettrici e portatili. Sono molto comodi perchè è sufficiente applicarli bene al seno e l’apparecchio provvederà alla suzione.
Quelli manuali possono risultare più scomodi e difficili da usare, ma una minima pratica li renderà agevolissimi: io ne ho usato un tipo che ha un’ottima fama ed è considerato il miglior modello manuale (lungi da me l’idea di far pubblicità: almeno fin quando la nota casa inglese non vorrà sponsorizzarmi!). In realtà è sufficiente “farci la mano”. Il tiralatte manuale è comodo perchè è portatile e leggero (non ha un motore, al contrario di quello elettrico), è piccolo, si lava interamente. Ed ovviamente ha un prezzo molto più basso.
Dal tiralatte, il latte materno va direttamente in un biberon, che verrà chiuso con un apposito tappo e poi, al momento dell’utilizzo, verrà portato alla giusta temperatura come un latte artificiale (scaldabiberon, tegamino con acqua, ecc.), verrà sostituito il tappo con la tettarella e sarà pronto per la poppata. Oppure dal tiralatte andrà in un vasetto apposito con chiusura ermetica e poi andrà trasferito in un biberon.
Per scaldare il latte, sarebbe da evitare il microonde, perchè scalda il liquido in modo non uniforme e possono esserci parti di latte bollenti ed altre fredde e, solo secondo alcuni, potrebbe intaccarne le caratteristiche. Io confesso di averlo usato, solo saltuariamente, per la sua rapidità, bisogna però fare molta attenzione alla temperatura esatta e mescolarlo con molta prudenza. Se possibile, comunque è meglio evitare.
Certo, estrarre il latte e darlo al proprio bambino con il biberon non è come allattarlo al seno, ma avere la consapevolezza che continuerà a prendere il latte materno, anche in assenza della mamma, con tutti i benefici del caso, è molto rassicurante e può aiutare a superare sensi di colpa ed ansie.
E’ anche un modo per non far sentire la mamma “incatenata” all’allattamento ed in qualche modo imprigionata nel rapporto esclusivo con l’alimentazione del proprio bambino. Dopo una poppata, appena il bebè si addormenta, si può subito estrarre il latte dal seno non utilizzato e così si avranno come minimo tre ore libere, ad esempio per uscire e svolgere una commissione lasciando il bambino affidato a qualcuno o per dedicare qualche ora al lavoro. E’ una libertà psicologica che può aiutare molto la mamma a superare l’isolamento patito spesso nei primi mesi di vita di un neonato.

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14 thoughts on “Il mio amico tiralatte”

  1. Rossana

    Domande random: normalmente il bimbo si sazia al seno? Bevi molta acqua? Segui tutti gli accorgimenti del foglietto istruzioni? Per es. io un paio di volte ho inserito la rotellina alla rovescia – ti credo che non tirava tanto! 😉 Suggerimento : io per tirare andavo meglio se mi chinavo un pochino in avanti e tenevo il tiralatte orientato sempre verso il basso. Oddio forse è meglio se faccio un disegno O_o Non chiedermi perché…

    Comunque, anche io sono partita un po’ da tettalebana ma su suggerimento del pediatra, con mia figlia verso i 7 mesi ho integrato con il LA perché aveva un vistoso rallentamento di crescita, e NB: lei ha combinato benissimo le due cose, seno e biberon. Per cui anche io ti direi di non fasciarti troppo la testa: se riesci a darle un po’ del tuo è tutto di guadagnato per entrambi, ma concordo con il fatto che bisogna anche stare attente a non diventare nevrasteniche né spossarsi troppo, perché è un vero boomerang e ha delle ricadute a lungo termine da non sottovalutare. E in ogni caso, io sono cresciuta con il LA, sono sana, mi sono laureata, mi sono sposata, ho una figlia, e sono mediamente “normale” 😀

    Un bacio e auguri

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  2. Io sono stata una talebana dell’ allattamento naturale per me, convintissima che il minimo per mio figlio era un anno e mezzo. A posteriori considerato che figlio 1 fin dall’ inizio gli hanno dato l’ allattamento misto mi sarei potuta risparmiare almeno una poppata notturna, come insisteva mia madre che mi vedeva sfinirmi (noi talebane allattiamo preferibilmente solo a richiesta, anche se la richiesta è ogni 20 minuti).

    Quindi fin dall’ inizio set completo di Avent, ma tutto tutto, pure i sacchettini e il reggisacchetto ecc. Mi ha salvato dalla mia testa balorda, perchè nei periodi in cui per stanchezza producevo di meno e andavo in paranoia, mi affittavo per un paio di giorni il motorino elettrico (altro sistema, quindi bibe di scorta della misura giusta) e risollevavo la produzione.

    Il tiralatte mi confortava perchè è vero quello che dice Rossella, all’ inizio ti sloghi il polso e non esce quasi nulla, ma poi preso l’ avvio andava tutto molto meglio. E controlli, una volta visto che in 10 minuti effettivamente quell’ idrovora di mio figlio si faceva fuori un pasto completo, ho capito anche che i 40 minuti successivi di ciuccio e appisolamento ce li potevamo risparmiare e mi potevo riposare.

    Dall’ alto di questa esperienza dico che il LA artificiale è il minore dei mali, anzi, certe volte ti salva da te stessa, l’ importante è stare serene. Certo, a saperlo fin dall’ inizio con figlio 1 quello che so adesso, noi il LA manco lo iniziavamo, ma tocca conoscersi, conoscere il proprio bambino (io avevo due idrovore, ma se avessi avuto un ciucciatore pigro mi sa che sbarellavo proprio) e sapere quello che si vuole dalla vita.

    Io all’ epoca volevo il sacrificio, l’ ho avuto e lo sconsiglio a tutte quelle che non ne sentono la necessità viscerale. Nel frattempo ho capito che non è la missione nutrizionale quella che fa di me una buona madre e una volta ogni 10 giorni le pizze surgelate non ce le toglie nessuno. Una brava psicologa fa miracoli per quelle come me.

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  3. Rossana, sei serenamente convinta di averci provato in tutti i modi? Bene. LA forever (o meglio, per un po’, fino a che non si passerà al benedetto latte vaccino della centrale!)
    Io ho usato anche LA in diverse occasioni, proprio a partire dai 5 mesi in poi. In tutto ho allattato circa 8 mesi e negli ultimi 3 mesi non ho avuto problemi per via dell’introduzione di saltuarie poppate di LA.
    Se a metà giugno non dovessi riuscire più a dargli latte solo tuo, pazienza. Ormai sarà un “giovanotto” e se anche dovessi continuare a dargli un po’ di LA in aggiunta, non succederebbe davvero nulla. Soprattutto nulla se confrontato all’equilibrio mentale della mamma!
    Vedrai che alternerà con piacere mamma e biberon.

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  4. Ciao, allora… Quella con il tiralatte alla fine è stata una battaglia persa: sono riuscita a tirarmi il necessario per due poppate, ma GIURO, c’ho messo una settimana di patimenti!!!! Non posso proprio pensare di fare così per il tempo del rientro al lavoro, magari riuscirei a dargli un po’ del mio latte, ma con il serio rischio di perdere il mio equilibrio mentale!!! Ho provato il LA… e dato che il mio bimbo non ha avuto problemi a prenderlo penso che lo userò quando dovrò rientrare al lavoro, però solo nei momenti in cui non ci sarò.
    Ho qualche altro consiglio da chiedere: alla fine rientrerò al lavoro in maggio, quando il mio bimbo avrà 5 mesi, e dovrò essere lontana da casa per circa 3 mattine alla settimana (sono 2 pasti senza di me). Ora la mia domanda è questa: se nei 3 gg di lavoro uso il LA, gli altri 4 giorni riesco cmq a dare il mio latte? La mia produzione di latte riesce a “capire il ritmo”?
    E poi la seconda domanda: a metà giugno sarò di nuovo a casa (faccio l’insegnante), potrò ricominciare a dare esclusivamente il mio latte?

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  5. Io il tiralatte lo benedico! senza non sarei riuscita ad alattare i mie tre topastri, tutti mi consigliavano di passare al L A!!!! perchè crescevano troppo poco anzi calavano ma grazie alla praticità alla mia testa dura la prima ha beneficiato del latte di mamma per 7 mesi il secondo per 5 e il piccolo aime solo 3 ma sono felicissima!!!!!!

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  6. Ciao,
    io ho usato il tiralatte elettrico portatile, è costato circa 100 euro ma ne è valsa veramente la pena perché si può regolare l’intensità del tiraggio e quindi non “strappa”. L’ho anche prestato a varie amiche che si erano scoraggiate con quello manuale (la parte in plastica si può sterilizzare o si può ricomprare).
    Certo all’inizio a me faceva un po’ impressione, per distrarmi guardavo le foto di mia figlia perché sembra che lo stimolo visivo aumenti la “produzione”. Quello che mi ha aiutato è stato dedicarcisi senza fare altro, in un angolo tranquillo, altrimenti diventa uno stress inutile (facile no? :-)).
    Concordo comunque con Silvia e Serena, se proprio vedi che non ce la fai non ti angosciare, l’allattamento al seno è un’esperienza bellissima ma ci sono mille modi per stare vicini e dare affetto ai nostri piccoli!
    Buona giornata

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  7. Rossana, prima di tutto non far diventare quella col tiralatte una battaglia.
    Per quello che dici, hai davvero provato di tutto. Sono certa che funzioni alla grande, come mamma, come mamma allattatrice e come mamma che tornerà al lavoro. Se poi il latte sarà artificiale, ma sarete tutti più felici e rilassati, credo che potrai compensare i mancati benefici del latte materno.
    E te lo dico da convinta sostenitrice dell’allattamento al seno. Sono però sostenitrice ancor di più dell’equilibrio mentale e della liberazione dai sensi di colpa poco costruttivi.
    Io ho avuto la fortuna di avere un ottimo rapporto col tiralatte, ma devo dire che non ho fatto un grande sforzo: ho fatto un paio di prove con quello manuale della avent e via ho iniziato a produrre barattolini su barattolini. Ma non ci ho messo nessuna particolare bravura: è andata così!
    Come suggerisce Serena se puoi farti aiutare da qualcuno che conosci e che l’ha usato con successo, potresti scoprire se fai qualche errore, ma se così non è ed un allattamento misto può aiutare il benessere di tutti e due… l’importante è stare tranquilli.

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  8. ti prego non dargli LA, altrimenti se il problema è che hai poca produzione… sparirà del tutto…
    non arrenderti, prova ad allattare da un solo seno, e alla fine della poppata tira dallo stesso seno, ti aiuterà ad aumentare la produzione… se il latte ti serve metterlo da parte perchè torni al lavoro, ci sono delle ottime ed efficaci maniere di titrarlo in giornata, magari mentre sei al lavoro! per poi darlo al piccolo magari il giorno dopo (se sei al lavoro e non vuoi che la produzione diminuisca perchè lui non è li a poppare… non serve mettere da parte prima).
    Scusami ma sono tra quelle che ritengono che il latte artificiale NON SIA LA STESSA COSA di quello materno…
    Se il problema persiste, prova delle tisane al finocchio e all’anice stellato, male non fanno…
    Non ti arrendere.

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  9. Rossana, ti capisco benissimo. Io il tiralatte l’ho sempre odiato e non sono mai riuscita a tirarmi più di 40 ml. Eppure sono sempre stata, per entrambi i bimbi una specie di mucca. Magari perdevo latte da annaffiare il letto, ma la tetta subiva la sindrome da tiralatte e per quanto sollecitata non tirava fuori molto. Devo dire però che io non ho mai avuto bisogno di farlo sul serio, e quindi quel paio di volte che è stato necessario gli abbiamo dato l’artificiale e pazienza. Quindi personalmente non ti so dare consigli, tranne cercare di farti sentire meno incapace di quanto ti senti ora (mal comune mezzo gaudio?).
    Se per te è una questione importante, mi viene in mente che potresti chiedere aiuto a qualcuno che il tiralatte lo sappia usare, che possa controllare se fai qualcosa di sbagliato. Magari è solo un uso maldestro dell’oggetto malefico.
    Buona fortuna!

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  10. Ciao, mi rifaccio sentire perché i dubbi che avevo sul tiralatte si sono trasformati in una vera crisi! (mi sa che poi vado anche a sbroccare…). Ho provato la spremitura manuale: niente.
    Ho provato il modello dell’avent: niente. O meglio, riesco a tirarne circa 40 ml solo mentre il mio bimbo sta succhiando dall’altro lato. Scomodo, poco pratico e comunque il risultato è troppo poco… Inoltre anche se ne tiro poco si crea poi il problema che al pasto successivo il mio bimbo si lamenta un sacco perchè il latte è poco, e quindi mi trovo costretta a dargli col biberon il latte che ho faticosamente tirato tre ore prima… Col risultato che finora sono riuscita a metterne via pochissimo.
    Ho provato anche il tiralatte elettrico: unico effetto un bel dolore al capezzolo, ma latte niente.
    e qui mi ritorna il dubbio: sono io che non funziono? Il fatto è che comincio proprio ad averne bisogno di latte, e credo proprio che domani andrò a comprare quello artificiale……..

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  11. Rossana, premetto che io con un tiralatte manuale mi sono trasformata praticamente in una mucca: ti assicuro che in tempi brevissimi ne “imbottigliavo” una centrale…
    Sono ragionevolmente certa che dovresti cercare un tiralatte che sia più adatto a te. Se il latte lo hai, col tiralatte esce. In realtà ci sono molte donne che praticano la “spremitura” a mano del seno, senza tiralatte, ed ottengono il latte necessario (io non ho provato, che mi faceva anche un po’ impressione).
    Potresti anche provare a noleggiare un tiralate elettrico in un negozio di articoli sanitari: sono più efficaci di quelli manuali.
    Il mio, della Avent, l’ho anche prestato ad un’amica (dopo aver sostituito la valvola – quella di ricambio era compresa nella confezione originale – era come nuovo) ed anche lei si è trovata molto bene.
    Ovviamennte non è detto che funzioni per tutte e nello stesso modo, però qualche tentativo con un altro modello lo farei.

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  12. Ciao, volevo confrontarmi su alcuni dubbi relativi proprio al tiralatte. Il mio bambino ha un mese e mezzo e io sto già pensando e pianificando il momento in cui dovrò tornare a lavorare (probabilmente al terzo mese). Ho quindi provato a tirarmi il latte perchè, pur agevolata negli orari di lavoro, saranno almeno due al giorno i pasti che dovrà fare senza di me. A casa ho un tiralatte manuale, ma non riesco ad usarlo molto bene… Il fatto è che il latte non mi esce proprio…la prima volta che l’ho usato sono andata anche un po’ in crisi perché pensavo di non avere latte! (e invece poi il mio bimbo, dallo stesso seno, ha mangiato alla grande!). L’ho provato più volte e riesco a tirarmi al massimo 40 ml di latte, qualche volte meno, qualche volta proprio NIENTE, e ci impiego anche 30 minuti… Questo vuol dire che per raccogliere il latte necessario per due pasti devo tirarmi il latte per tutto il resto della giornata!?!? Assurdo!!! Non capisco: sbaglio io ad usarlo? Ho forse un modello scadente? Insomma vorrei sapere se sono io che “non funziono” o se qualche altra mamma ha avuto le mie stesse difficoltà…

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