Il Ministero della Salute e l’allattamento

Il Ministero della Salute ha organizzato una campagna di comunicazione e informazione sull’allattamento al seno.
Era già iniziata nel 2010, ma quest anno sembrerebbe potenziata e rilanciata, visto il gradimento e i risultati ottenuti.

Una campagna del Ministero è una buona cosa: da un’indicazione precisa sul fatto che allattare al seno è considerato utile, è importante per la salute ed è un comportamento socialmente positivo. Quindi è già un bene che si prenda una posizione precisa sull’allattamento e che si ritenga giusto promuoverlo.
Lo slogan, poi, è carino ed efficace: “Il latte della mamma non si scorda mai“, che evoca i vantaggi per tutta la vita, in termini di salute, che avrà chi è stato allattato al seno. Il comunicato del Ministero, infatti, ci informa che questo slogan è stato scelto “per ricordare che il latte materno è il miglior alimento per il neonato, fatto su misura per lui, ricco di qualità uniche, i cui effetti benefici si protraggono nel tempo“.
Però, leggendo il programma di questa iniziativa, mi è sembrato tutto un po’… deboluccio.

La campagna è iniziata il giorno della festa della mamma e si protrarrà per un paio di mesi. Consiste essenzialmente in un camper e un gazebo (uno???) che gireranno per le piazze di due regioni italiane (due???), oltre che in 3 ospedali romani (tre??? solo romani???), allestendo un’area con intrattenimenti e animazione per bambini (la solita animazione??? ma non dovrebbe far presa sulle primipare??) e distribuzione di materiale informativo.

Alcuni elementi mi sembrano positivi.
Le regioni sono state scelte in quanto sono quelle in cui c’è il maggior numero di donne che non allatta i propri figli: quest anno saranno la Puglia e la Calabria. L’anno scorso erano state Campania e Sicilia. Se era proprio necessario scegliere (ma non mi sembra un gran costo, si poteva fare un po’ dappertutto???), è stato un bene portare maggiore informazione dove sembra essercene più bisogno.
Oltre alla distribuzione di materiale sono previste consulenze alle mamme da parte di esperti (ostetriche, pediatri, ginecologi e infermieri). Immagino quindi che le persone interessate avranno potuto e potranno porre domande specifiche, chiedere consigli su problemi particolari o dubbi personali.
Sono previste anche delle conferenze su temi interessanti. Per esempio, nelle manifestazioni di maggio a Foggia e Bari, i temi sono stati: “Dubbi, luoghi comuni, perplessità sull’allattamento materno” e “Il vero e falso sul latte materno“, oltre alla proiezione di video sulle tecniche più corrette per attaccare il neonato al seno per evitare gli inconvenienti più diffusi.
Il programma di conferenze previsto per le due manifestazioni in Calabria (Cosenza 9 giugno e Reggio Calabria 10 e 11 giugno), mi sembra ancora più ricco e concreto, prevedendo anche un interessantissimo Sportello legale per l’allattamento e la presentazione dei gruppi di “sostegno tra pari” all’allattamento.

Ciò nonostante, credo che, anche con poco sforzo economico, si potesse fare qualcosa in più.
Innanzi tutto mi sembra davvero poco limitare queste iniziative a 4 incontri nelle città italiane e 3 negli ospedali soltanto di Roma. Un camper e un gazebo costano poco e credo che anche in altre regioni si sarebbero prestate le facoltà universitarie di ostetricia e scienze infermieristiche, o gli ordini professionali o il personale degli ospedali, così com’è avvenuto in Calabria e Puglia.
E poi perchè non rendere quest campagna “permanente” negli ospedali con reparto maternità? Perchè non dare spazio ai gruppi “alla pari” (di mamme che aiutano altre mamme ad iniziare e continuare bene l’allattamento) in ogni struttura in cui si partorisce?
Ci sono altre iniziative locali, sostenute da enti territoriali, di cui avremo occasione di parlare, però il Ministero aveva l’occasione di lanciare una vera campagna di sostegno e informazione, più che una campagna di comunicazione.
E’ vero che l’informazione è fondamentale e sono certa che negli incontri proposti sarà stata fornita un’ottima informazione, dato che ogni conferenza era organizzata da università o ordini professionali. Però perchè così poco? Poco tempo, pochi luoghi, poca risonanza.
Perchè ho l’impressione che questa campagnuccia sia solo servita a farne parlare qualche giornale e, magari, anche qualche blog?

P.S.: Amici calabresi, fateci da cronisti. C’è qualcuno di Cosenza o di Reggio Calabria che, il 9 (Cosenza) o il 10/11 giugno (Reggio Calabria) vuole fare un salto agli appuntamenti proposti e poi raccontarci come sono gli incontri, quali servizi vengono proposti e che tipo di materiale è distribuito?

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11 thoughts on “Il Ministero della Salute e l’allattamento”

  1. Bellissimi i punti interrogativi……
    L’anno scorso ero presente alle giornate a Caserta. Non come responsabile di Shea,(non mi conosceva nessuno) ma come mamma curiosa di ascoltare il messaggio che sarebbe passato quel pomeriggio.

    Purtroppo tornai a casa delusa. Non voglio scatenare la polemica dell’anno scorso su Fb, il mio augurio di quest’anno è che facciano attenzione a chi dare il microfono…..

    Ho letto che hanno scelto zone d’Italia dove il numero di mamme che allattano è molto basso. Lo sanno che qui, (voglio ridurre la zona)in provincia di Caserta, tantissime mamme non conoscono nemmeno la figura di una consulente in allattamento ? Non esiste in Campania una consulente IBCLC. Consulenti della LLL( 3/4 )purtroppo nonostante la loro buona volontà agli incontri non trovano piu di 5/6 mamme.

    Perché ? Tutte sappiamo cosa fare?
    Noooooooo! Purtroppo troppa disinformazione che circola.

    (Sono una mamma che ha allattato i suoi 2 bambini per oltre 25 mesi esclusivamente e che se non fosse stato per la mia tenacia, cocciutaggine, avrei mollato dopo pochi giorni. Grazie ai Pediatri.
    Scansiamone qualcuno, ma molti purtroppo pur definendosi pro-allattamento, non sono comunque preparati e poi hanno troppi bambini da seguire….)

    Leggevo nel post iniziale…

    Non esiste differenza tra le mamme. Non esistono mamme di seria A (quelle che allattano) e quelle di Serie B ( che non allattano).
    Però spesso incontro mamme che non hanno allattato perché non adeguatamente supportate durante il proprio percorso. Non hanno trovato nelle figure di riferimento (Ostetrica, ginecologi, pediatra) un pilastro a cui aggrapparsi per non cadere.E questo è un peccato.

    Anzi,hanno ricevuto solo una soluzione pratica al loro problema; senza conoscere i motivi che lo hanno generato e se magari potevano esistere soluzioni diverse (ad esempio con attacco corretto) dall’aggiunta.

    Purtroppo l’argomento ALLATTAMENTO è molto vario . Mille sfaccettature, mille esperienze…..emozioni infinite.

    Credo che un primo passo VERO a favore di questo “Gesto D’amore” sia parlarne molto, ma molto di più. Non solo durante le campagne promosse dal Ministero.
    Ma durante i corsi di preparazione al parto, dedicandogli più di un incontro e non 15 minuti all’interno della giornata riservata al Pediatra o allo psicologo. Garantire in ogni zona (ad esempio ogni certo numero di unità abitative) un info-point a sostegno della Nutrizione Naturale….

    Utopia… mah chi lo sa….
    Non solo una consulente, ne una Pediatra. Ma una mamma che si adopera a sostegno delle altre mamme.Una mamma che crede sia necessaria maggiore informazione, quella disinteressata. Ho organizzato anche quest’anno, GRATUITAMENTE, un evento per le mamme (Moms @riginal) Tante le attività e i corsi da seguire compresa la possibilità di parlare con una consulente della LLL, Lega per l’allattamento( da noi dev’essere specificato altrimenti non si sa chi sia o cosa faccia)
    Tra i tanti Pediatri, ostetriche e ginecologi invitati solo uno ha accolto l’invito…per “curiosità” e piacevolmente sorpreso al termine….

    Parlarne, raccontare e confrontarsi sono gli elementi essenziali per un punto di partenza decisamente migliore.

    E.
    .

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  2. io sono pugliese ma non ne sapevo nulla di questa campagna, non ho visto manifesti o altro!
    e non sapevo nemmeno che la Puglia fosse tra le ultime regioni in campo di allattamento (anzi, l’ultima), ma non mi sono stupita più di tanto!
    infatti, l’ho notatao tra le mie amiche neomamme, molte rinunciano prestissimo ad allattare. ho cercato di capire il perchè e sono giunta alla conclusione che a volte non si allatta (o si rinuncia ad allattare) per insicurezza e anche, ohimè, per mancanza di voglia.
    una mia amica voleva fare analizzare il suo latte perchè, nonostante il bambino crescesse, pensava che non fosse abbastanza nutriente o comunque che non ce ne fosse abbastanza dato che il bimbo piangeva spesso; le ho spiegato (raccontandole la mia esperienza con Bibo) che i bimbi non piangono solo per fame, ma non c’è stato verso, ed è passata all’artificiale.
    un’altra non ha allattato per riprendere la linea, non sapendo che proprio con l’allattamento si bruciano un sacco di calorie!
    insomma, l’idea che mi sono fatta è che c’è un sacco di disinformazione, anche per le campagne come questa a favore dell’allattamento al seno; e poi…diciamolo, a volte noi mamme preferiamo la strada più semplice (il biberon lo può dare benissimo anche il papà, alle 3 di notte!)

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  3. E se la timidezza della campagna fosse dovuta al timore di scontentare le case produttrici di latte artificiale?
    Della serie: “A pensar male si fa peccato, ma molto spesso ci si azzecca”
    Per non parlare di parti cesarei, altro tema che meriterebbe una campagna di sensibilizzazione, a cominciare dai medici che li praticano …

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  4. concordo con il deboluccia e con il fatto che sarebbe molto importante sottolineare i vantaggi per le donne/mamme nell’allattare, infatti credo che a volte la scelta del’artificiale (a volte sottolineo) derivi da un po’ di egoismo e quindi puntare anche sui vantaggi per la salute della mamma potrebbe convincere qualche mamma in più a insistere per riuscire ad allattare al seno!
    Elisa

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  5. a me piace il “non si scorda mai” perche’ si riallaccia alla comodita’ di non dover ricordare/programmare biberon vari nel caso di uscite o prolungamenti di impegni…

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  6. Dati sugli esiti, anche relativi all’anno scorso (quando la campagna fu anche più modesta), non se ne trovano, se non un generico riferimento al “grande successo” (?!?)

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  7. sarebbe anche interessante conoscerne i risultati – a me sembra sempre che in queste iniziative ci sia un dispiegamento di forze (concordo con Silvia, molto molto parco in questo caso) nel prima e durante ma mai nel dopo: sono stati raccolti dati su quante persone si sono fermate (se conosco bene i miei conterranei, il 14/15 maggio, o sono al mare o se sono al molo S.Nicola ci sono per la sagra di S.Nicola appunto)? Quante hanno chiesto informazioni? Che tipo di informazioni? Ci sono stati questionari per giudicare il polso della situazione? Ci sono stati follow ups con quelli/e che hanno dato la disponibilita’ ad essere seguiti? Altrimenti e’ soltanto un esercizio senza molto senso, tanto per dire che abbiamo fatto anche questo.

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  8. “Perchè ho l’impressione che questa campagnuccia sia solo servita a farne parlare qualche giornale e, magari, anche qualche blog?” eeheheh :-))) anch’io ne ho parlato effettivamente.

    a dire il vero non ho pensato fosse una “campagnuccia”…vero che si potrebbe fare sempre di più e rispetto al tema dell’allattamento c’è sempre bisogno di informazione e anche di un aiuto concreto…però credo che al momento con tutti i problemi e il debito pubblico del nostro paese la coperta sia un po’ troppo corta. potremmo qui aprire un dibattito lunghissimo su come vengano mal gestiti quei pochi soldi che sono disponibili (vedi il mancato accorpamento referendum e amministrative), ma non credo sia questa la sede per farlo.
    mi vien quindi da pensare: cara grazia che sia stata investita qualche risorsa per questi villaggi di informazione/sensibilizzazione seppur mini come il ministero stesso comunica…(per mettere le mani avanti eeheheh?).

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