Il Grande Gigante Gentile di Spielberg e Dahl

Il grosso problema nella trasposizione di un libro famosissimo in un film lo si può condensare in una sola parola, ed è “rispetto”.

Ovviamente il regista – famoso o sconosciuto che sia – può sentirsi libero di fare le scelte che vuole riguardo al testo, ma se si affronta una storia conosciutissima e “di culto” come quella del Grande Gigante Gentile, sarà inevitabile che una larga fetta del pubblico faccia un confronto, per quanto in sé scorretto, con l’originale. O che addirittura scelga di non vedere il film proprio perché ha nel cuore una fantasmagoria creata dal libro, e non vuole sostituirla con le immagini vivide e fredde dello schermo cinematografico. Ma quando si affrontano due veri miti della capacità romanzesca, come Roald Dahl e Steven Spielberg, è davvero difficile resistere.

immagine Disney's THE BFG
immagine Disney’s THE BFG

Il risultato è, per fortuna di noi spettatori, semplicemente meraviglioso.

Il profluvio di mezzi tecnologici usati da Spielberg non è mai soffocante, né distrae dal seguire la storia.
Il rispetto del testo è massimo, e delle spigolosità tipiche di Dahl non ne viene risparmiata nessuna: una certa “legnosità” della protagonista bambina, l’amarezza dickensiana dell’ambiente urbano, la purezza dei sentimenti sempre molto diretti nella loro espressione, la sincerità della paura e di un oscuro passato con qualche rimorso.

La bravura del regista sta nel rendere visivamente fiabeschi ed equilibrati quei passaggi che in un romanzo fantastico sono accettabili grazie alla prosa, ma che narrati in immagini potrebbero risultare o insopportabilmente stucchevoli, come l’incontro tra GGG e la regina, o inverosimili, come la “punizione” per i giganti cannibali.

immagine di Disney's BFG
immagine di Disney’s BFG

Spielberg se la cava da grandissimo narratore qual è, perché non dimentica mai la peculiare visione del mondo adottata qui dallo scrittore: quella di una bambina curiosa e cosciente dei problemi degli altri ma abbandonata e resa fragile dalla solitudine.
Dopotutto un incontro tra i due c’è già stato: nel 1984 Spielberg produsse quel Gremlins il cui soggetto è di Dahl, e come in quel film anche qui il regista americano non nasconde una sollecitudine personale che va al di là di un ottimo trattamento del testo originale.

Come nei suoi prodotti migliori, Spielberg si diverte a tornare bambino, ed è inutile dire che il film è ben più che consigliabile per tutti gli esseri umani, di ogni età.

Immagine Disney's THE BFG
Immagine Disney’s THE BFG

Il Grande Gigante Gentile e Sophie saranno al cinema dal 30 dicembre.

Qui il trailer per prepararvi all’atmosfera del film: Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: Il Sogno “Gigante” di Spielberg

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