Gruppi d’acquisto e dintorni

Da quasi due anni faccio parte di un gas, un gruppo d’acquisto solidale, che ha cambiato sensibilmente il mio modo di consumare e di mangiare, e di conseguenza quello di tutta la famiglia (ognuno ha la mamma/moglie che si merita :D).
Tutto è iniziato grazie ad un progetto sviluppato da un gruppo di genitori all’interno di una scuola primaria, in cui sono stata coinvolta da alcuni amici proprio perchè mi interessavano gli argomenti che si andavano ad approfondire: si parlava di biologico. Io una volta su questo tema ero piuttosto scettica, probabilmente perchè non ne sapevo nulla. Poi quando entravo in un negozio bio mi scoraggiavo principalmente per i prezzi molto elevati, specie se confrontati quelli della grande distribuzione.
Invece questo progetto, che si chiamava “Nutrire significa educare”, mi ha aperto un mondo.
Oltre ad un convegno iniziale e molto generale sul biologico, furono organizzate serate di approfondimento sulla dieta mediterranea, l’alimentazione dei bambini, i prodotti del mercato equo e solidale. Il tutto culminava poi con la parte pratica: ‘orti in condotta’ a scuola (progetto di Slow Food) per coinvolgere i bambini, corsi di cucina per genitori e insegnanti (aperti a tutti) e creazione di un gruppo d’acquisto solidale.
Tutt’ora il nostro gas continua nelle sue attività organizzando ogni anno corsi di cucina naturale, serate di approfondimento con esperti e visite ai nostri fornitori per capire come e dove vengono prodotti i cibi che ogni giorno stanno sulle nostre tavole.
Per chi non fosse pratico, i gruppi d’acquisto sono fatti da un insieme di persone che si organizza per acquistare prodotti biologici, a kilometro zero e seguendo la stagionalità, direttamente da chi li produce, sostenendo quindi il più possibile l’economia locale. Inoltre: imballaggi ridotti al minimo (avete presente invece il supermercato?) e trasporti ottimizzati.
Il senso di fondo è: acquisto bio per mangiare cibo senza pesticidi e residui chimici di sintesi, se il bio lo fanno nella mia zona ci saranno aria, acqua e terra meno inquinate (e le persone che le lavorano meno a rischio di malattie), renderò sostenibile il lavoro di piccoli produttori che hanno creato aziende con una resa più bassa e quindi con una capacità produttiva inferiore rispetto a quelle convenzionali. Se questa pratica si diffonde aumenterà la domanda di prodotti biologici e quindi anche il numero di aziende che li producono e via così.
Si dice che i gas siano spesso dei gruppi un po’ chiusi (diciamo che me l’hanno raccontato, non lo sento nella mia esperienza attuale), fatti insomma da frikkettoni alternativi che non mettono piede in un centro commerciale nemmeno sotto tortura.

Ecco, bisogna andare oltre al clichè.

Il nostro ad esempio è un gruppo nato all’interno di una scuola quindi è aperto davvero a tutti, anche a chi vuole solo provare o magari non ha mai pensato ad una spesa alternativa di qualità e autogestita. Siamo persone normali che credono che alcuni stili di vita più sostenibili possano migliorare la nostra salute, quella dei nostri bambini e quella dell’ambiente che ci ospita. Siamo anche persone che si impegnano: ogni fornitore ha un referente, si fanno i turni per la cassa, ci si incontra per organizzare le attività, abbiamo un sito.
In questo senso si va ben oltre la logica di prezzo di cui adesso, con una consapevolezza diversa, mi preoccupo in modo differente: su alcuni prodotti si spende sicuramente molto meno visto che privilegiamo la frutta e la verdura stagionali che ovviamente sono a prezzi decisamente accessibili anche se bio. Ma su tutto il resto è la scelta che sta alle spalle a contare veramente.
Infine, cosa non da poco, fare parte di un gas è anche un’esperienza di relazione: ci si incontra, si organizzano cose, si cresce. Poi magari si fanno anche delle belle mangiate: ma solo cucina naturale :D!
E voi? Averte fatto qualche esperienza di questo genere? Acquistate bio al gas o al supermercato?

Elisa – Mestieredimamma.it

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8 thoughts on “Gruppi d’acquisto e dintorni”

  1. Bassano del Grappa, profondo nord-est… un po’ lontanuccio eh..
    Ritiriamo una volta a settimana, massimo 3 fornitori x volta. Solo 2 ci sono tutte le settimane ( i freschi), alcuni anche 1 solo una volta all’anno (detersivi). L’unica seccatura è questa: solo il martedì per un’ora, se si ordina bisogna tenresi liberi 😉

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  2. Anche secondo me il mercato rionale è un bel compromesso, ma forse è più faticoso.
    Nel nostro gas c’è un po’ di tutto, anche detersivi, carne, prodotti del commercio equo (cioccolata, caffè, zucchero), prodotti da forno, pasta, riso, formaggi, yogurt, proteine vegetali etc. Ci stiamo organizzando anche per le bat box (per il prossimo anno). Ci mancano i legumi e le farine, ma ci stiamo arrivando…
    Ma per me non è stressante: abbiamo un programma su web e quando si apre un ordine ti arriva una mail, ordini solo se e quando/quanto vuoi. Io non compro la verdura tutte le settimane, a volte acquisto anche per amici che non sono nel gruppo.

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  3. Confesso: questa dei gruppi d’acquisto biologici è una di quelle cose che vorrei tanto fare ma temo di non essere in grado a reggere per lunghi periodi. Quello che mi spaventa è il dimenticare di fare le “ordinazioni” per tempo, e il sentirmi legata a uno stile di vita completo (cioè di sentirmi giudicare dagli altri componenti del gruppo se un giorno decido di mangiarmi una banana o un avocado di importazione). Perchè è molto bello quello che dici del tuo gruppo, ma la mia esperienza diretta invece è proprio quella dei frikkettoni che si presentano come gente che ha fatto una scelta di vita completa, e non accetta compromessi. Non ti sto smentendo, ci mancherebbe, sto solo dicendo che i frikkettoni che ho incontrato io mi hanno piuttosto scoraggiata. Forse dovrei cercare meglio, lo ammetto, ma ho un pò paura a questo punto.
    Nel frattempo io ho scelto una via di mezzo: il mercato rionale. Ho la fortuna di averne uno vicino casa con molto produttori diretti, e frutta e verdura li prendo rigorosamente lì, da gente di cui mi fido. Certo, è meno rapido che al supermercato (le ciliegie ce l’ha più buone Tizio, le zucchine Caio, i pomodori rigorosamente da Sempronio, e ogni volta fai la fila) ed è aperto solo di mattina, ma per ora è un buon compromesso.
    Una cosa non capisco bene e volevo chiederti: ma questi gruppi d’acquisto funzionano per tutto? Voglio dire, capisco bene come possa funzionare per frutta e verdura, ma siete organizzati anche per carne, pesce, uova e scatolame e tutto il resto?

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