Gioco ecologico ed esperienza consumistica

Alzi la mano il genitore a cui non piacciono i giochi di legno, magari quelli in stile nordico o realizzati da artigiani dalle mani sapienti, i materiali fatti con prodotti naturali, i libri e i quaderni in carta (certificata o riciclata seriamente), le bambole di pezza con vestitini fatti con stoffe a colori pastello, magari con fantasie un po’ vintage che ricordano i nostri tempi… gli anni 70/80, quando i bambini eravamo noi.

Amo follemente gli oggetti di questo tipo, i giochi semplici e solidi, anche quelli autoprodotti (anche se il tempo per realizzarli è sempre poco) eppure gli scaffali dei giochi delle mie bimbe sono pieni anche d’altro, molto altro, troppo altro.

Mi trovo attratta dalla sobrietà e da tutto ciò che richiama una creatività fatta di cose semplici e poco elaborate che lascia spazio alla fantasia, ma mi basta mettere piede in un negozio di giocattoli (cosa che nel nostro caso avviene assai raramente, in genere per regali ad altri) per imbattermi in zhu zhu pet vari, bambolame plasticoso e sintetico, improbabili gadget luccicanti dedicati a bambini dai pochi mesi in su. Si salvano i puzzle, le costruzioni e poco altro. La plastica imperante ormai mi dà il voltastomaco :(. Ma anche in casa nostra finiamo per avere tante cose che non ci piacciono perchè non sembrano rispondere ad un criterio ecologico, nè al buon senso, anche del gioco. Eppure tolgono energia.

Ecco, vorrei condividere la difficoltà nel gestire i giochi dei bambini secondo alcuni criteri, pensando a come li desideriamo noi, e la loro proverbiale e magnetica attrazione per tanti oggetti che ai nostri occhi sono di pessimo gusto o semplicemente hanno colori che non apprezziamo, o sono prodotti sfruttando altri paesi, giochi che hanno un senso quasi solo commerciale e per niente o ben poco educativo, giochi che sono a casa nostra per far piacere a nonni, parenti, padrini e madrine.

Ditemi che non sono l’unica 🙂
Ho bene in mente cosa vorrei, riesco in buona parte a organizzare e gestire lo spazio gioco delle bimbe in modo semplice (anche se periodicamente la situazione mi scivola un po’ di mano, come non ammetterlo…), ma sono un po’ arrabbiata con il paradosso dell’esperienza consumistica della quantità che martella anche i loro desideri. Mi chiedo a volte se sia qualcosa di innato o se semplicemente l’attrazione per certe cose sia anch’essa un prodotto culturale. Supermercati, tabacchini, edicole, euroshop, negozi di abbigliamento… sono (troppo) pieni di giochini, gadget, peraltro piuttosto costosi, che durano niente, che non sono d’aiuto al pianeta nè qualificano il tempo libero dei nostri bambini.

La mia idea è sempre più quella di limitare a pochi oggetti durevoli la quotidianità delle mie bimbe, in modo che la loro creatività si esprima più liberamente, in modo che tocchino, assaggino, annusino, assemblino materiali semplici e meno elaborati possibile.

In questo senso apprezzo un sacco quella pazza scatenata di Amanda Blake, Soulemama, che autoproduce tutto, che usa il mondo naturale e le proprie mani per far giocare i suoi 5 figli e che, piccolo dettaglio, vive in un modo così alternativo e diverso dalla maggior parte delle persone da apparire come un mosca bianca.

Nel mio piccolo mi ispiro alla natura, cerco di fare in modo che gli oggetti che girano per casa siano belli e resistenti. Ho tentato di capire quali sono per me i giochi migliori, che siano attraenti anche per le mie bambine. Ma non ci riesco sempre, ecco.

E voi? Qual è il vostro stile? Pensate ad un modello ecologico di gioco o lasciate che siano i vostri bimbi a scegliere e decidere?

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15 thoughts on “Gioco ecologico ed esperienza consumistica”

  1. In linea generale con i miei bambini cerco sempre di indirizzarli verso giochi più educativi (spero invece di allontanarli finché posso dai videogame). Però è anche vero che i giocattoli di plastica, nella giusta misura, sono comunque da non ostracizzare. Giusto tendere maggiormente per i giochi educativi, ma non per forza bisogna isolarsi completamente dai giochi di plastica. Con i miei figli ho scoperto quanto sono belli i puzzle e adesso dopo aver scoperto i puzzle 3d (di cui se ne parla bene in questo articolo http://ilmiopuzzle.com/puzzle-3d/ ) finito uno ne compro subito un altro.

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  2. Che bel tema! Per quanto mi riguarda mi sento un po’ vintage e mi piacciono moltissimo i giochi di legno in stoffa in latta… Materiali curati per oggetti che durino. Ho sempre comprato giochi di questo tipo e cercato di indirizzare le nonne, a volte con successo altre meno. Avevo posto il veto alle Barbie, ma le hanno conosciute e desiderate lo stesso, quindi dopo un po’ mi sono arresa pero’ i vestiti li scelgo io: niente modelli da escort… mi sono accorta che comunque a “loro” certi giochi proprio non piacciono ed e’ inutile incaponirsi e alla fine buttare soldi al vento (tra l’altro certi giochi costano una tombola). Anche sentendo altre amiche la storia e’ la stessa; quindi credo si debba raggiungere un compromesso. Quello che proprio non sopporto e’ il gioco scadente, che si rompe subito o che magari puo’ anche diventare pericoloso. In questo senso le edicole sono un luogo da evitare, impossibile x loro nonessere tentati e difficile x noi dire sempre di no. Cerco di indirizzarle con un po’ di furbizia a scegliere il meno peggio e in casa Le mie figlie di 6 e 4 anni manifestano uno spiccato interesse x quelli che loro chiamano ‘i lavoretti’. Sara’ che vedono me, ma adorano usare i colori le forbici i pennelli la colla le stoffe … Ed e’ un modo per stare insieme che tutte e tre amiamo.
    Il punto poi del dove tenerli e come organizzarli meriterebbe un post tutto suo. Adesso chiudo che con l’iphone non so nemmeno cosa ho scritto…?

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  3. Che dire, io pure amo i giochi di legno, il fai da te, le bambole di pezza. Però abitiamo sulla terra e non in mezzo alla foresta, e ci dobbiamo adeguare, temo.
    Anna (4 anni)ama soprattutto disegnare, i libri e le costruzioni, ma è donna, e le Barbie hanno un bell’appeal.
    Giulio è piccolo, 18 mesi, e segue parecchio la sorella: comunque per adesso il suo massimo divertimento è con gli utensili della cucina!
    Non si può pensare – credo – di non permettere che i bambini vengano a contatto con i giochi “spazzatura”: ci sono i regali, l’asilo, gli altri bimbi, la tv.
    Io cerco di limitare qualità e quantità, per quel che posso, e soprattutto offrire alternative più costruttive!

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  4. A me quello che fa male è vedere la camera piena di giocattoli (quasi tutti regalati o ereditati) e TopaGigia che sceglie sempre i soliti due o tre. Uno di questi giorni faccio un repulisti radicalissimo.

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  5. Sono molto belli, Annamaria, complimenti agli artigiani che li hanno realizzati. Che paese è? Abito nel paese sopra Collodi e Pinocchio qui è di casa, il parco omonimo è in stile gotico, decisamente poco disneyano , ma ai bimbi piace molto.

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  6. Da quando mia moglie ha aperto un baby bazar, un conto vendita di articoli per l’infanzia di seconda mano, in casa nostra è iniziato finalmente un riciclo creativo… i miei bimbi hanno più cura dei loro giocattoli nella prospettiva di poterli rivendere e ricomprarsene altri. Sulla qualità dei giochi purtroppo siamo mediamente sui plasticoni made in PRC.
    Con i miei bimbi ci dedichiamo da anni alla costruzione di “giocattoli incredibili”, tanto che sono rimasti piacevolmente coinvolti anche altri bimbi del paese. Se volete dare un occhiata ne parlo qui : http://www.asangennaro.net/dblog/articolo.asp?articolo=13
    Ci sono anche 2 video per dare un idea.

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  7. Dalla nascita di mia figlia, ormai 4 anni fa, con mio marito siamo sempre stati abbastanza rigidi con la parentela per quanto riguarda i regali “giocosi” Banditi tutti quei giochi plasticosi e super-commerciali di cui parli. Preferiamo senz’altro il legno, ho la fortuna di avere fra l’altro un suocero che lo sa anche lavorare bene: Bauletti, teatrini, playstand, marionette, tutto fatto a mano con amore! Nella cameretta ovviamente non mancano anche giochi che avrei preferito non ci fossero: è arrivata una Barbie usata, un Cicciobello… Però tutto sommato sono contenta: cucinetta in legno, pentoline di metallo, tavolino e sedia in legno, casa delle bambole in legno… Sarò brava no? Certo un pò ho dovuto impormi e far capire, motivando le mie idee. C’è un negozio vicino a casa mia che è proprio su questo “stile” e guarda prenderei tutto!! Fra l’altro non è che i costi fra tradizionale-plasticoso e Eco siano poi così diversi. Quindi scelgo senz’altro i secondi. Inoltre credo sia importante presentare i giochi in modo corretto, intendo non tutti ammassati in camera, Preferisco riporli non a vista, almeno non tutti in modo che Vale possa prenderne uno alla volta senza esser distratta da tutti gli altri. Credo che questo faciliti l’apprendimento in quel particolare momento di quel gioco. Ciao!!

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  8. Apprezzo moltissimo il post: da me è una lotta continua contro la plastica e soprattutto contro i troppi giochi. Parenti e vicini di casa si sentono in dovere (e proprio non capisco perchè) di regalare giocattoli e altre cose inutili ad ogni festività o semplicemente perchè gli hai portato un vassoio di biscotti fatti in casa per natale. Sinceramente preferisco costruire da sola (e con mio figlio, anche se è ancora piccolo) i suoi giochi, con la carta, con il legno; preferisco leggere un libro e farlo colorare e lasciargli spazio (anche nel senso “fisico” del termine) per inventarsi un’attività e un gioco, che può essere esplorare un cassetto o la mia borsa, scortecciare un pino, fare le piramidi coi sassi eccetera. Se sei sempre circondato da giocattoli e cose già pronte, non ci pensi nemmeno a inventarti un gioco.

    @ Claudia: è un preconcetto, è vero, quello contro la plastica, ma almeno per quanto mi riguarda è ben ragionato: la plastica inquina, si usa petrolio e una marea di energia per produrla, non è biodegradabile, si rompe subito e è difficilmente riparabile, a differenza di un gioco di legno o di carta che può essere facilmente riparato o ricostruito e che, una volta rotto, non inquina.
    Un esempio? Hanno regalato a mio figlio una macchinina di plastica, di quelle con le portiere che si aprono, ed è durata nemmeno 24 ore. Gli abbiamo comprato un triciclo della foppapedretti, in legno, che è arrivato rotto perchè l’unico pezzo in plastica, che poi era quello che faceva girare il manubrio, si è spezzato durante il trasporto. Mio padre l’ha riparato sostituendolo con un tassello in legno.

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  9. Certo, io non intendevo che i giochi di legno siano per forza educativi, era il tipo di ragionamento che non ho trovato giusto: nel post traspare che il giocattolo di legno sia più bello e giusto di quello in plastica in quanto artigianale, secondo me non è vero, ci sono giochi in plastica stupendi ed utilissimi a mio avviso!
    Sul consumismo si può agire solo attraverso l’educazione dei nostri figli, insegnando loro a scegliere solo ciò che realmente piaccia, fregandosene della pubblicità e degli amichetti…ed è quello il reale problema, secondo me…

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  10. mah, claudia, in realtà non siamo così in disaccordo. Anche io credo nell’aspetto ludico, ma se entro dal tabacchino per fare una ricarica c’è una marea di cose che non voglio comprare, ma che indubbiamente attraggono le mie bimbe e sono troppe davvero… A volte una delle mie figlie perde sé stessa, è irriconoscibile da quanto vorrebbe ma sa che non può e ti assicuro che cerco di non forzare, di essere moderata (me lo riconoscono anche gli altri, non lo dico per compiacermi)
    Io mi faccio anche le pippe ecologiche (ma sono dentro il sistema, non fuori, come soulemama…), ma in casa ne ho eccome di giochi in plastica e cerco di mediare eppure mi sembra un paradosso il consumismo che ci circonda sui prodotti (giochi in questo caso) per i bimbi…

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  11. Libertà totale, Claudia, sono d’accordo! Solo un appunto: chi lo dice che il gioco di legno è per forza educativo? È anche solo un gioco, così, per divertimento, ma lascia tanto più spazio all’immaginzaione! Puki ha due tipi di macchinine: alcune giocano da sole: corrono, fanno la sirena, accendono e aspengono le luci. Altre sono rotoli di cartone con le ruote: lui le ha colorate, fa brum brum con la bocca e le guida sui muretti con la mano. Gioca, mica impara, o meglio gioca, mica si accorge di imparare che la sua immaginazione gli salverà la vita da grande…
    Però concordo ancora una volta sulla necessità di non demonizzare nulla!Anche se mi hai citato il gioco più eco del mondo: rotolarsi ridendo nel fango…

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  12. Non sono molto d’accordo con il tuo post questa volta…
    da piccola ho giocato con tanti giocattoli di plastica (che non demonizzerei così tanto) ed altrettanti giochi educativi (puzzle, giochi tipo sapientino e così via).
    Secondo me come sempre la soluzione migliore sta nell’equilibrio tra le cose. Perdonatemi, ma non sopporto il fatto che ai bambini si debba dare per forza giochi eduativi, lo spazio ludico è, per l’appunto ludico, e deve essere finalizzato anche al solo divertimento (che può essere per me anche il semplice rotolarsi nel fango, per dire…).
    A mia figlia amo regalare tanti libri grazie ai quali ha imparato tante cose ma anche tanti giocattoli (di plastica) belli e divertenti tanto da divertirmi anch’io a giocare con lei…
    Personalmente i giochi di legno non li ho mai trovati attraenti, forse perchè appartengo ad un’altra generazione, piuttosto ho sempre adorato i lego, le Barbie ecc..
    Tutto questo per dire che ognuno ha la sua opinione in merito, il consumismo è da evitare, perchè di solito è dettato da mode fasulle e passeggere, ma se un gioco “stupido” come può esserlo un pupazzetto piace davvero ad un bambino, non vedo assolutamente perchè non comprarglielo a causa di preconcetti da adulti…

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  13. IL tema è stato dibattuto prima della nascita del pupetto, trovando d’accordo me e mio marito (no plastica, no lucine, no giocattoli che giocano al posto tuo) e lasciando costernati nonni e parenti che, per reazione, hanno iniziato una dura battaglia sul versante opposto (ricevuti: il finto cellulare, la casaa del supermercato, l’orso posseduto che canta da solo). Il risultato è stato al momento soddisfacente: Puki si annoia con i giochi che giocano al posto suo: ci si avventa, forse anche stufo del fai-da-te improvvisato di casa, ma dopo pochi istanti gli si fissa lo sguardo nel vuoto e si distrae. Bisogna però dire che è piccolo, ha due anni, e quindi per ora pochissimo succube del martellamento televisivo, che noi riduciamo proprio al minimo sindacale di qualche mezz’ora di dvd. Non so come combinerà l’eco-fissa dei suoi con gli input di tv e amichetti. Confido, forse in modo un po’ illuso, di riuscire a trovare una via di mezzo, che, a mio avviso, è l’unica soluzione plausibile, a metà strada tra il megastore e la creativa nel bosco…

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  14. Questo weekend siamo andati con tutta la sacra famiglia fuori per festeggiare i 45 anni di matrimonio dei miei suoceri e mi sono resa conto di aver sbagliato tutto nella vita: invece di riempirci la casa di Lego, Topolino e puttanai vari che prendono spazio e fanno disordine, noi ci dovevamo prendere in casa lo zio scapolo, e in cambio di vitto, alloggio e paghetta ci pensava lui a fare il giocattolo migliore del mondo.

    Soulemama, che è pure il mio mito fondante, ha dalla sua che vive in mezzo ai boschi e tutto quello che compra se lo deve far spedire se non è del negozio vintage, quindi ha tempo di pensarci sopra e non sbagliarsi troppo o altrimenti a tre metri da casa ha tutti i materiali naturali che le servono. Di contro mi chiedo quale sia l’ impatto di 5 figli che ti devi scarrozzare ovunque, specie se prima o poi avranno amichetti che vorranno andare a trovare? L’ autarchia, nella socializzazione, ha anche un suo perchè.

    (Noi abbiamo più plastica di quella che vorremmo, ma in genere tutti i regali, anche dei nonni eccetera, sono ragionati, quindi lego, giochi da tavolo, giochi scientifici, skateboard eccetera, cose che durino. I miei cognati ci hanno pensato ancora meglio e hanno bandito fin da subito la plastica (noi per esempio il lego lo troviamo bellissimo e importante, infatti siamo strapieni) e i materiali sintetici,. I primi 3-4 anni mia suocera si adeguava anche se doveva sempre fare un’ osservazione, nel frattempo l’ accetta come fatto automatico e pure noi, oggni volta che epr mercatini troviamo qualcosa in legno, vintage o altro, glielo prendiamo per il prossimo compleanno.

    Io credo che se abbiamo delle forti opinioni in proposito i nonni e i parenti si debbano adeguare. Mia madre pure all’ inizio comprave delle robe tremende con lucine, batterie e rumori molesti, quando si è accorta che mio marito intanto faceva subito sparire le batterie, che il gioco si rompeva in men che non si dica e che io mi incazzavo, ha smesso. Basta dure serenamente e chiaramente: rispettate questa guida che do ai miei figli o sappiate che il vostro regalo va linea recta nel bidone. Asociale? Non più di importi con la scusa dei bambini cose che non vuoi e hai detto chiaramente di non volere. Stronzo per stronzo, meglio esserlo noi a questo punto.

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