Genitori e figli online: la sicurezza prima di tutto

Queste belle giornate ottobrine ci regalano ancora tanti pomeriggi al parco giochi insieme ai bambini appena usciti da scuola e ai loro genitori: man mano che i figli crescono, gli argomenti di discussione evolvono dai classici pediatra-cibo-sonno ai moderni compiti-vaccini-cellulare; in queste occasioni ho avuto modo di confrontarmi, e a volte di scontrarmi, sulle nuove tecnologie e sull’uso dei social da parte degli adolescenti: io, sempre facendo riferimento ai post di genitoricrescono, altri, purtroppo, al sentito dire e “l’ho letto su Facebook” o “me l’hanno girato su whatsapp“. Nel gruppo poi ho incontrato un papà che lavora in Polizia e che si occupa da anni di informare, con serate organizzate dalle scuole medie e superiori, studenti, insegnanti e genitori, sulle risorse e i pericoli della rete. Ho voluto intervistarlo perché condividesse con noi tutti i risultati di questi incontri e qualche consiglio utile.

In base alla tua esperienza di incontri con gli adolescenti, come valuti la loro “preparazione” sulle dinamiche dei social?
In base alla mia esperienza, i giovani sono ancora acerbi per quanto riguarda l’uso dei social media, che vengono utilizzati non a scopo sociale ma come strumento per avere solamente un indice di popolarità social e non sociale; ignorano però l’aspetto più importante della rete e cioè che che il Web non dimentica.

Noi genitori, che non siamo nativi digitali, come possiamo accompagnare e consigliare i ragazzi sull’utilizzo dei social? Molti di noi, infatti, pensano banalmente solo a Facebook e ignorano un sacco di altri social media più diffusi tra i nostri adolescenti, è vero?
I non nativi digitali dovrebbero innanzitutto creare una cerchia tra di loro e imparare a conoscere per lo meno i social che sono utilizzati dai loro figli; se possibile diventare loro amici online e ogni tanto (spesso) controllare i loro telefoni, affinché i ragazzi capiscano che quello che si invia sulla rete potrebbe creare dei seri problemi ai genitori e in futuro anche a loro; senza la conoscenza del presente non c’è futuro ma solo caos.

Quando parliamo di questo argomento, mi dici spesso che i primi a dover essere educati all’uso della rete sono proprio i genitori: mi puoi spiegare cosa intendi?
Come ho già detto prima, la conoscenza della rete e del suo utilizzo è molto importante: noi adulti pensiamo solamente alle tante sciocchezze che vengono scambiate sui social, in primis WhatsApp, senza sapere da dove arrivano o chi a sua volta prima di noi ha ricevuto quel link, foto o video. Molti adulti considerano internet un qualcosa di astratto e soprattutto virtuale, ma invece è uno strumento reale, realissimo, dove si può trovare di tutto e si può fare di tutto, senza mai dimenticare che tutto ciò che finisce in rete ci resta per sempre.

Qual è la fattispecie di problematica più frequente e quella più sottovalutata che ti sei trovato ad affrontare?
La problematica più frequente è che anche i ragazzi considerano la rete un qualcosa di astratto e virtuale, uno strumento per avere popolarità mediatica, non accorgendosi che la stessa popolarità potrebbe ritorcersi contro. Quella più sottovalutata è la semplicità di come tra di loro scambiano materiale illegale (foto particolari), fenomeno chiamato sexting, dimenticando che la detenzione e la divulgazione di materiale pedopornografico è un reato.

Hai qualche consiglio pratico da dare a chi si trova ad affrontare (in prima persona o come genitore) problemi di cyberbullismo?
Di non fare orecchie da mercante e attivare tutte le procedure idonee a tutelare il minore in tutte le sedi opportune, e cercare in ogni modo di prevenire queste situazioni osservando e verificando se nel proprio figlio sono cambiati stili di vita, modi di essere o di porsi nei confronti dei genitori.

Dal documento che viene fornito ai partecipanti agli incontri formativi ho estratto alcuni consigli utili

Esistono segnali ai quali i genitori dovrebbero fare attenzione. Gli indicatori che il proprio figlio potrebbe essere coinvolto in episodi di cyberbullismo, come vittima o come bullo, possono essere riassunti così:
– si rifiuta di parlare di ciò che fa online
– utilizza Internet fino a tarda notte
– fa un uso eccessivo del computer e di Internet
– ha un calo dei voti scolastici
– è turbato dopo aver utilizzato Internet.

Se i genitori temono che il figlio sia vittima di cyberbullismo possono mettere in atto alcuni accorgimenti pratici:
– tenere il computer in una stanza frequentata da tutti
– controllare con regolarità cosa fa il figlio, anche condividendo con lui le attività sul computer
– parlargli per capire quale genere di attività online gli piacciono
– cercare online il suo nome: esaminando i suoi profili o i messaggi sui siti delle comunità di teenager, si può capire se è coinvolto in atti di bullismo.

E’ importante inoltre insegnare ai ragazzi alcune regole base per un uso sicuro di Internet:
– mai dare informazioni personali, come nome, indirizzo, numero di telefono, età, nome e località della scuola o nome degli amici a chi non si conosce personalmente o a chi si conosce solo sul web
– non condividere le proprie password, neanche con gli amici
– non accettare incontri di persona con qualcuno conosciuto online
– MAI rispondere a messaggi che facciano sentire confusi o a disagio: meglio ignorare il mittente, terminare la comunicazione e riferire quanto accaduto a un adulto
– mai usare un linguaggio offensivo o mandare messaggi volgari online.

Per la tutela e la sicurezza online dei ragazzi:
– non rispondere a chi offende, insulta o prende in giro
– salvare i messaggi offensivi che si ricevono prendendo nota del giorno e dell’ora in cui il messaggio è arrivato
– cambiare il proprio nickname
– cambiare numero di telefono e comunicare quello nuovo solo agli amici
– utilizzare filtri per bloccare le mail moleste
– parlare immediatamente con un adulto (genitori o insegnanti)
– contattare la Polizia.

P.S. Io consiglierei ai genitori anche la strategia furbissima di Polly 🙂 (ndr)

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