Festa di compleanno to-go

Siamo circondati di gente che ogni anno organizza feste di compleanno in grande stile per i pargoli, e fortunatamente sono riuscita ad evitarle finora per i miei figli, ma temevo di crollare proprio sull’undicesimo compleanno sotto richiesta pressante del mio primogenito. Finora sono infatti riuscita ad evitare magistralmente in tutti questi anni la festa ai gonfiabili, la festa al laser dome, la festa ai tappeti elastici, la festa ai go kart (!!), la festa al bowling, e a cavarmela con una torta fatta in casa e un po’ di decorazioni (tranne che per la memorabile festa ad Hogwarts ma capite che quella è tutta un’altra storia). Non che abbia qualcosa contro chi organizza feste in questi luoghi di perdizione, e apprezzo pienamente l’utilità di pagare qualcuno per intrattenere un branco di bambini fuori controllo, ma mi dà sempre l’impressione che manchi un non-so-ché, quel tocco personale che rende la tua festa unica.

Quindi quando mio figlio quest’anno ha dichiarato che non voleva festeggiare invitando i suoi amici a casa nostra come al solito, ho avuto un sussulto e ho iniziato a cercare in rete qualche ispirazione per feste di compleanno di undicenni. Perché a dire la verità non so davvero cosa piaccia agli undicenni, nonostante ne abbia uno nuovo di zecca dentro casa (ovviamente a parte i videogiochi, ma di feste così ne abbiamo già un paio alle spalle, e mio figlio non ne aveva voglia.)

Mi sono quindi ritrovata a passare in rassegna le opzioni a disposizione, e ho visto il vuoto intorno a me. Finché a mio figlio è venuta l’idea. Anzi dovrei dire l’IDEA. Mi ha detto: “mamma, la cosa che mi piacerebbe davvero di più sarebbe di andare in centro, a Gamla Stan, con tutti i miei amici a caccia di Pokemon.

Pokemon-go a zero gradi? Basta alternare la mano con il guanto.
Pokemon-go a zero gradi? Basta alternare la mano con il guanto.

Certo, direte voi, come ho fatto a non pensarci prima? Pokemon-go! Sarà che mio figlio è nato il 1° dicembre e viviamo a Stoccolma, ma una festa all’aperto non è stato il primo dei miei pensieri. In ogni caso, la festa degli undici anni di mio figlio si è trasformata in una festa-to-go, ovvero festa a caccia di Pokemon nella città vecchia di Stoccolma. L’invito lo ha mandato lui stesso, rigorosamente via sms, ai suoi amici, esortandoli anche a portare una batteria extra. Appuntamento alla fermata della metropolitana vicino scuola, scambio di numeri di telefono tra me e loro in caso qualcuno si allontanasse involontariamente dal gruppo e pronti per partire.

festa-compleanno2Gli undici anni sono quell’età in cui le cose sembrano tutte un po’ noiose soprattutto se proposte dalla mamma, troppo da piccoli (o troppo da grandi per potergliele concedere), i giocattoli sono diventati solo un impiccio in camera (tranne quando il fratello più piccolo cerca di venirne in possesso), e si ha quella sensazione del tempo come di una cosa di cui si abbonda e ci si può permettere di stare sdraiati sul letto a fissare il soffitto per sempre. Persino l’idea di una caccia ai Pokemon al freddo e al gelo sarebbe noiosa se proposta dall’ignaro genitore, ma se l’idea viene a loro, allora è sicuro che funzionerà e sarà un successo nonostante il freddo pungente.

E così ci siamo tuffati nella bolgia di una domenica di avvento in pieno centro, schivando bancarelle di mandorle tostate e carne di renna, ci siamo tenuti lontani da quelle riempite da piccoli troll e guanti di lana pesante creati da abili mani di artigiani nordici, e ci siamo infilati in vicoli a fare incetta di Pokemon. E tra un Poke-stop e l’altro siamo passati davanti alla sede del parlamento – Ehi voi! Non avete il test sulla democrazia questa settimana? Guardate dove siamo arrivati! Gli occhi si alzano dai cellulari giusto il tempo per rispondermi brevemente, con l’aria di chi pensa  ma davvero pensi che non sappiamo che questo è il parlamento?  Per poi proseguire verso il castello reale, e la cattedrale e ovviamente il prossimo Poke-stop.

Chi l'ha detto che giocare sul cellulare porta all'isolamento?
Chi l’ha detto che giocare sul cellulare porta all’isolamento?

Ora la festa ideale avrebbe incluso una merenda in un caffè del centro, e sarebbe stato certamente la conclusione migliore per questa festa di compleanno, ma essendo una domenica di avvento non siamo riusciti a garantirci un posto a sedere in un caffè in pieno pomeriggio. Quindi quando i corpi hanno iniziato a tremare dal freddo, nonostante le voci continuassero ad insistere che volevano andare avanti nella caccia, abbiamo ripreso la via di casa dove ad aspettarci c’era una splendida torta di compleanno.

Torta di compleanno guarnita di frutta di stagione. Ah, come dite? I mirtilli non sono di stagione a dicembre.
Torta di compleanno guarnita di frutta di stagione. Ah, come dite? I mirtilli non sono di stagione a dicembre. Oops!

Ora non resta che iniziare a pensare a quella dei 12 anni, nella speranza di farci trovare un po’ più preparati. Avete idee geniali da condividere con me?

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6 thoughts on “Festa di compleanno to-go”

  1. Bellissima idea, noi qualche volta abbiamo fatto feste con trasbordi in centro, nel senso che si passava da un posto all’altro a piedi per la città o in tram, e la prima volta in effetti era con ragazzini di 7-8 anni in parte a piedi e in parte in tram, una decina con due adulti. Ma una cosa tutta per strada in effetti no e mi piacerebbe provarci.

    Posti tipo cinema, gonfiabili, sala affittata non sono neanche mai mancati, in fondo viviamo ad Amsterdam e si cerca per motivi climatici a sempre il coperto, per questo la tua idea mi piace un sacco e mi chiedo come e se sia replicabile da noi. Ci penserò.

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  2. Che io sappia questo videogame è abbastanza deviante e aggressivo per i ragazzi, in certe città la gente si è anche picchiata, sicuramente non sarà il caso dei tuoi figli, ma sinceramente trovo più divertente e tranquilla una festa con i gonfiabili o in qualche centro ricreativo piuttosto che far vagare bambini a zonzo , e prendersi la responsabilità di altri ragazzini .. e magari fa pure freddo! Sarà che io ho la casa piccola e ho sempre preferito optare per un posto al chiuso e magari con più persone professionali che sappiano badare ai bimbi ..

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    • Valeria, credo che tu parli per sentito dire, senza conoscere il gioco. Pokemon go non ha nulla di aggressivo, anzi è un gioco aggregante, che spinge i ragazzini a uscire di casa. Evitando ovviamente un uso eccessivo (come per qualsiasi gioco o attività: anche il Risiko per 8 ore crea qualche problema) ed evitando di usarlo alla guida di mezzi, è un modo per uscire insieme e muoversi. Mio figlio per esempio questa estate ha fatto amicizia con ragazzini che non conosceva grazie a Pokemon go e hanno trovato subito un interesse in comune e un’attività da fare insieme. Girare per un centro storico giocando è comunque un bel modo di far uscire i bambini senza trascinarseli dietro annoiati.
      Prendersi la responsabilità di un gruppetto di 10/11enni è il minimo che possa capitare a ogni genitore: se per questo dovessimo restare in casa, sarebbe un bel problema. Del resto a quell’età i ragazzini sono in grado di badare a se stessi ed è molto più facile gestirli dei piccoli: basta un occhio pronto e qualche regola inderogabile data prima.
      Per quanto riguarda il freddo, bé, sì, penso che a Stoccolma di solito in inverno faccia freddo, ma non credo che sia un buon motivo per stare in casa. Non esiste il cattivo tempo, esiste solo un cattivo equipaggiamento!

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    • Valeria non so di che gioco tu stia parlando ma Pokemon go non è affatto deviante e aggressivo. Forse ti confondi con altro? Poi ti assicuro che il gruppo di undicenni amici di mio figlio è un adorabile gruppo di ragazzini, ben educati e rispettosi, e girare con loro in centro è stata una bella esperienza per noi, e una cosa divertente per loro.

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    • Ciao Valeria, innanzitutto un abbraccio solidale perché è normale essere genitori ansiosi e spaventati da tutto, ho avuto genitori simili e so che è terribile quando tutto può costituire un pericolo, dal dormire a casa dei nonni al viaggiare al giocare sulle altalene, ma magari anche confrontandosi possiamo darci manforte l’uno con l’altro? Pensa a quello che sentiamo dire delle conseguenze nefaste di interagire sui sociai: eppure invece ora siamo qui io e te facendo la stessa cosa senza problemi 🙂 Magari aiuta capire che non sono le “cose” ad essere pericolose, ma il modo in cui vengono gestite e usate, sono sempre le persone a rendere la medesima situazione altamente edificante oppure meschina. Coraggio, ce la possiamo fare 🙂

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      • Oddio, a un compleanno ai gonfiabili il figlio di una mia amica, 6 anni, si è rotto il braccio, ha dovuto portare il gesso. Al Mc Donald hanno litigato ferocemente che li stavano per cacciare (io non c’ero, quindi non ho capito la causa del contendere, ma credo fosse un giochetto di quelli regalo) e l’animatrice e la madre non sapevano che fare. Alla fine l’ imprevisto c’è sempre in tutto, ma ‘sti figli prima o poi una strada devono imparare pure ad attraversarla senza di noi, a scuola con le uscite e le visite in fondo sono in tanti con uno o due adulti e di solito va tutto bene, direi che la sopravvivenza della specie è assicurata.

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