Ecodetersivi

A qualcuno piace pulire? Ahimè è una necessità e noi mamme siamo il più delle volte in prima linea a gestire anche questa incombenza famigliare. I papà magari aiutano, contribuiscono, qualche volta eseguono, ma chi decide quando, quanto e come pulire o fare il bucato di solito sono le mamme.
La questione dei detersivi da un punto di vista ambientale è decisamente importante perchè dietro le etichette dei flaconi a volte ci sono delle bufale, perchè ‘ecologico’, ‘biodegradabile’ o ‘a basso impatto ambientale’ vuol dire tutto e niente.

Ecco allora qualche dritta, per orientarsi meglio nell’acquisto e nell’uso dei detersivi ecologici.
Tutti i detersivi tradizionali sono di origine petrolchimica e contengono sostanze davvero molto inquinanti e a volte sono anche poco salutari (pensiamo all’aumento delle dermatiti e in generale dei problemi di pelle). Iniziare a leggere le etichette e sperimentare qualche prodotto è un’ottima idea.
Io non so nulla di chimica ma ho ascoltato con piacere un incontro in cui un’azienda che produce detergenti e cosmetici veramente ecologici ed efficaci ci ha spiegato come distinguerli e come ottimizzare le scelte d’acquisto.

Pochi ma buoni
Possiamo tranquillamente eliminare moltissimi prodotti, alcuni (come il brillantante) eviteremo pure di mangiarceli ;).
Ammorbidente, prodotti per lavare i vetri, sbiancanti e igienizzanti, candeggianti, brillantante per la lavastoviglie: provare per credere! Non è solo una questione ecologica, ma anche di costo e di energia.
In particolare gli sbiancanti sono una fregatura autorizzata perchè non puliscono, ma creano solo un effetto visivo, per cui chi guarda un capo lo percepisce bianco, ma in realtà si tratta solo di un riflesso, lo sporco sotto rimane, con l’aggiunta dello sbinacante che si fissa sulle fibre (e vai di dermatiti, eczemi e tutto il resto!).

Tensioattivi di origine vegetale e non etossilati
I tensioattivi sono quelle sostanze che sciolte nell’acqua permettono di rimuovere lo sporco. Possono essere definiti ecologici anche prodotti che contengono tensioattivi sintetici, quindi di derivazione petrolchimica. Per essere sicuri di acquistare un prodotto che contiene tensioattivi di orgine vegetale (e quindi da fonti rinnovabili), guardiamo 2 cose nell’etichetta: i tensioattivi non devono essere etossilati (quando lo sono troviamo la sigla TH) e devono essere classificati con un numero pari (ad es. C12 o C10).

Certificazioni
Io delle certificazioni ambientali mi fido. Ecolabel e Icea possono essere i nostri punti di riferimento per la detergenza ecologica. Il primo è uno standard europeo e garantisce che i prodotti rispettino i criteri ambientali richiesti dalla Comunità Europea e coinvolge tutta la filiera. Il secondo è tutto italiano e garantisce un disciplinare molto rigido, che include anche il packaging e l’efficacia del prodotto.

Dosi
Un altro modo per lavare in modo più efficace (soprattutto per quanto riguarda il bucato) è pesare la biancheria, diminuire le dosi consigliate ;), utilizzare la pallina dosatrice, usare la polvere per i capi più sporchi ottimizzando così anche l’acquisto.

Autoproduzione
Per molti… ma non per tutti: siamo spesso molto indaffarati e le giornate di una famiglia media, in cui due genitori lavorano, non lasciano molto spazio per l’autoproduzione. Ma qualche esperimento si può fare, magari approfondendo l’uso di alcuni prodotti come il bicarbonato, il percarbonato o l’acido citrico.
A volte anche un detersivo diluito può sostituire brillantemente un prodotto tradizionale acquistato al supermercato.
Un sito molto interessate è quello dei Detersivi bioallegri: io ho provato un paio di ricette e sono soddisfatta!

E voi avete esperienza di detergenza ecologica? Quali sono i vostri esperimenti meglio riusciti?

Elisa di Mestieredimamma.it

A proposito di autoproduzione di detergenti, vi ricordate questo post che scrisse per noi Caia Coconi?

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20 thoughts on “Ecodetersivi”

  1. @erika. certo che costa di più. la scelta del detersivo alla spina non si fa per spendere meno ma per inquinare meno. Ad esempio quello che compro io costa sicuramente di più perchè ha dentro meno porcate,è meno inquinante ed è anche equo solidale. Quindi a meno che il tuo non fosse un comune detersivo (in questo caso doveva costare di meno non avendo l’imballo) è normale che costi di più.

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  2. …Buonasera..
    anch’io mi ero impegnata ad usare i detersivi alla spina, riutilizzando sempre lo stesso contenitore… il tutto ha funzionato per un paio di mesi fino a quando mi sono resa conto che costavano più del detersivo che si compra già confezionato ( ho fatto i confronti tra varie marche sia dell’uno che dell’altro).
    il mio armadietto dei detersivi è quasi vuoto, solo lisoform ( per tutte le superfici) e aceto per il calcare…

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  3. @superonza: aprire e lasciare che asciughi con l’aria? pare banale, ma in effetti è la cosa migliore.Oppure se ti da fastidio che rimangono delle gocce asciuga tu con uno strofinaccio.
    Guarda, il brillantante è una delle cose peggiori che finisci per mangiarti, io ho rinunciato da tempo alla brillantezza in nome della salute…

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  4. Io non ho mai usato l’ammorbidente e utilizzo da un paio d’anni detersivi ecologici con marchio ecolabel e mi trovo bene, sia per la lavatrice che per la lavastoviglie. Per terra in bagno e in cucina uso solo acqua e aceto. Anche sul parquet. L’unica cosa che non riesco a sostituire è il brillantante. Ho provato con l’acido citrico, ma se non metto il brillantante la lavastoviglie non asciuga. Qualche consiglio?

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  5. Io per la lavastoviglie uso ancora il detersivo il polvere perché nelle tavolette c’è compreso anche in brillantante che non voglio usare e che ho sostituito con l’acido citrico e devo dire che è abbastanza efficace; inoltre il filtro rimane molto più pulito. Per non eccedere nell’uso, non verso mai il detersivo con il flacone, ma lo doso con un cucchiaino. Per la lavastoviglie invece non ho trovato un detersivo ecologico che lavi bene quanto quello chimico, ho solo sostituito l’ammorbidente con l’acido citrico e mi trovo abbastanza bene. Ho anche ridotto le temperature: non più di 40° per il bucato normale, 60-70 gradi per le tovaglie

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  6. assurdo 🙁
    la spina serve per diminuire la plastica dei NOSTRI FLACONI (clienti) altrimenti non serve a nulla! 🙁

    oltretutto dove vado io se non me lo portassi dietro dovrei ogni volta pagarlo……..forse il problema è che qualcuno lo da’ gratis?!?!?!

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    • Io vi dico la verità avrei un sacco di problemi con il distributore alla spina proprio perché molto probabilmente dovrei ricomprare il flacone spesso. La maggior parte delle volte in cui faccio la spesa è perché sono in giro (senza macchina), e quindi non ho la comodità di portarmi dietro il flacone vuoto da riempire. Qui in Svezia sono molto diffuse le ricariche in confezioni di plastica non rigida, che mi pare di capire sono meno inquinanti, ma non so se perché vengono riciclate con più facilità rispetto alla plastica dura. Avete qualche conoscenza in merito? Si usano non solo per i detersivi, e saponi liquidi, ma anche per marmellate e altri generi alimentari. La zuppa fa un po’ senso all’inizio ma poi ci si abitua.

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  7. @my: non conosco i detersivi che hai indicato, ma sicuramente il fatto che i componenti provengono da progetti equo-solidali è un bel segno :).
    Come diceva Claudia, anche io non lavo mai a temperature superiori ai 60°. Però non sono per niente maniaca, anche se ho un olfatto felino.
    Sui flaconi da riutilizzare la realtà è che la maggior parte delle persone si stufano, si dimenticano il flacone a casa e lo ricomprano etc. Che usano gli stessi per sempre credo siano pochi.
    Comunque cercherò un po’ di materiale su questo tema per questa rubrica.

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  8. Ciao my, che io sappia 60 gradi sono sufficienti per eliminare la maggior parte dei microbi _casalinghi_ e muffette. Sulla muffa sono sicura, a 30-40-50 gradi gode, a 60 muore, provato e testato. Per i microbi, tieni conto che anche la lavastoviglie normalmente non lava a più di 60-65 gradi (almeno dalle mie parti)… direi che quella temperatura dev’essere più che sufficiente, tantopiù che le stoviglie te le metti proprio in bocca, le lenzuola magari no 😉 – sempre tenendo conto che stiamo parlando della roba innocua di casa nostra, e non dei batteri che si possono trovare in un ospedale, sia chiaro.

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  9. bel post grazie.

    io uso il detersivo bio & equosolidale (ossia gli ingredienti sono acquistati con i criteri del commercio equo e solidale). Questo qui: http://www.talybe.it/
    cosa ne pensi?

    e lo compro anche alla spina. Devo dire che non ho capito il tuo commento sui detersivi alla spina: il flacone non viene riutilizzato “una decina di volte” ma per sempre! ognuno va “alla spina” con il suo flacone e non c’è motivo per buttarlo. Almeno io faccio così.

    volevo chiederti: non sono una fanatica degli igienizzanti, non li ho mai usati, ad esempio, per i neonati etc……..però ogni tanto sulle lenzuola scappa un po’ di pipì o di vomito. E in quel caso (per mia ignoranza, ammetto) non so bene come essere certa di non fare in lavatrice una bella colonia di microbi (magari grazie ad un bel calduccio a 60°) invece di farli sparire. Tu cosa faresti in questi casi (per fortuna rari?).

    ti ringrazio molto, segnalo il tuo post su http://www.veremamme.it dove, di recente, c’è stata una bella (come sempre) discussione proprio sui detersivi.
    grazia ancora
    ciao
    my

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  10. @Claudia esiste anche il detersivo ecologico liquido per lavastoviglie. Io ho provato quello della Ecor e mi ci trovo davvero benissimo, è pratico quasi quanto le tab 😉

    @mammachetesta corro a leggerti

    @Margherita: anche io ho usato a lungo i detersivi alla spina. Un produttore di detersivi mi ha detto però che lo sfuso non è così efficace quanto a diminuzione di rifiuti/emissioni etc. Lui sosteneva che l’utente finale produce sicuramente meno rifiuti, ma va valutato – giustamente – l’intero ciclo di produzione. In pratica la cosa sta in piedi se un flacone viene riutilizzato una decina di volte… Mi hai dato uno spunto per un prossimo post 😉

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  11. Io ho eliminato la maggior parte dei detersivi da tempo ormai. In cucina uso l’aceto, ottimo come sgrassatore e come anticalcare. Per i pavimenti uso solo acqua calda, anche in questo caso con qualche goccia di aceto. Per i vetri acqua e un vecchio foglio di giornale. In pratica compro solo il detersivo per i piatti e quello per il bucato, entrambi rigorosamente alla spina, per evitare di buttare via chili di plastica. Come smacchiatore uso semplicemente il sapone di marsiglia, il vecchio sapone da bucato che usava mia nonna. Ah! la lavastoviglie è il mio cruccio: proprio non riesco a sostituire le cap tutto in uno.

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  12. Per me la svolta, a modo loro, sono state le “noci lavanti” o come si chiamano. Che non funzionano manco pe’ gnente, ho letto i test. Ma, mi sono detta, se chi le usa pensa che invece il bucato venga pulito… vuol dire che l’acqua calda lava molto meglio di quanto non pensiamo! E quindi ho ulteriormente ridotto il detersivo, ne uso circa un terzo della dose consigliata; ammorbidente già eliminato da un sacco di tempo; da circa due anni cerco di comprare quasi esclusivamente capi di cotone per poterli eventualmente lavare a 60 gradi, e così ho eliminato l’apparentemente imprescindibile (se si hanno bimbi piccoli) igienizzante, e anche la puzzetta di muffa che ogni tanto il bucato e la lavatrice emanavano.

    Probabilmente, per le quantità di detersivo che usiamo, potremmo anche passare al biologico senza grosse spese ulteriori. Mi informerò, finora per pigrizia ho continuato a prendere lo stesso di sempre.

    La grande fregatura è la lavastoviglie. Le tabs sono comode, non c’è che dire… tempo fa avevo fatto la prova di usare solo mezza tab alla volta, e il lavaggio veniva perfetto. Ero molto orgogliosa di me! 🙂 Dopodiché sono uscite le tabs che si mettono dentro con tutta la plastichina intorno senza nemmeno dover toccare il detersivo, e la voglia di aprire, segare, usarne metà e conservare l’altra metà mi è passata. E di quelle ne usiamo parecchie, minimo una al giorno…

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