Il dilemma della D (vitamine, sole e cancro)

Questo post, un po’ specifico e forse fuori tema, nasce da un commento, sulla pagina facebook di gc, al nostro precedente post sulle creme solari. Una lettrice riportava il parere del suo pediatra, secondo il quale esporre i bambini al sole con una protezione 50 era un controsenso, perchè in quel modo non ricevevano la giusta quantità di raggi solari utile a fissare la vitamina D e quindi a far sviluppare le ossa.
Al contrario però avevamo letto schiere di dermatologi ed oncologi che consigliavano le creme a protezione molto alta, se non addirittura magliette e cappellini, per i bambini al sole.
Da mamme, prima che da autrici di questo sito, è nata l’esigenza di documentarci. E così abbiamo scoperto che esiste proprio una questione in proposito tra diversi orientamenti medici: il dilemma della vitamina D!

Queste le due posizioni in contrasto:
1- La vitamina D presente nel nostro organismo ed immessa con i cibi, si fissa nelle ossa con l’azione dei raggi solari sulla nostra pelle. Questa vitamina D così fissata, oltre a determinare una corretta crescita ossea, proteggerebbe (ma le teorie in tal senso non sono unanimi) da molti tumori, come quello al pancreas, alla mammella, al colon e alla prostata. In molte popolazioni, soprattutto residenti in Paesi nordici, si rileverebbero carenze di vitamina D che potrebbero determinare l’incidenza maggiore di questo gruppo di tumori.
Per fissare adeguatamente la vitamina e per scongiurarne la carenza, una certa corrente medica consiglia l’esposizione almeno per 5-10 minuti al giorno ai raggi solari senza alcuna protezione.
2- L’esposizione al sole, anche non molto prolungata, senza nessuna protezione, determina un rischio elevato di tumori della pelle (e questo sembrerebbe accertato in modo incontestabile). Scottature ed episodi frequenti di arrossamenti da esposizione al sole in età pediatrica determinano una maggiore incidenza di melanomi e carcinomi nell’età adulta. Dermatologi ed oncologi, perciò, raccomandano sempre un’esposizione protetta, con filtri piuttosto alti, soprattutto per i bambini.

E adesso come le conciliamo queste due emergenze??? Direi con il buon senso.
Probabilmente in un Paese nordico la carenza di vitamina D per sottoesposizione solare è un problema. Nei Paesi a clima più caldo, però, sembrerebbe essere più allarmante il problema dei tumori dermatologici, tanto più che, in particolare in Italia, anche per la nostra decantata dieta mediterranea, saremmo più protetti da tumori come quelli al colon e al pancreas.
Qui da noi, quindi, sembrerebbe molto poco allarmante il problema della fissazione della vitamina D, dato che le occasioni di prendere il sole le abbiamo, mentre, per lo stesso motivo, è ben più presente il pericolo di sovraesporre, soprattutto i bambini, ai raggi solari.
Diciamo che ognuno dovrebbe scegliere la sua battaglia da combattere: quella che ha più senso per il suo stile di vita e per il luogo in cui risiede. Per chi trascorre un lungo periodo estivo al sole, è più importante proteggersi, perchè il pericolo di carenze di vitamina D è scarso, mentre quello delle scottature è alto. Per chi è in climi rigidi tutto l’anno e trascorre poco tempo al sole, meglio che approfitti dei periodi di esposizione in modo un po’ più intensivo, ma mai senza protezione del tutto (anche perchè, guarda caso, il nordico è spesso molto chiaro di pelle!).

Quindi, il mio consiglio, del tutto atecnico, è quello di spalmarci addosso molto buon senso e di non esagerare mai: nè coprendoci con burqa di crema solare, nè arrostendoci come porchette alle due del pomeriggio!
Ah, dimenticavo! La vitamina D, se non la si introduce nel corpo con una dieta ricca di verdure e frutta fresca, latte e pesce, non c’è sole che possa fissarla!!!

NOTA DELL’AUTRICE: Questo post non ha ambizioni di completezza tecnica, nè di competenza medica: è nato solo dall’esigenza personale di informarmi ed è frutto della lettura di articoli di divulgazione. Se ho scritto inesattezze, vi prego di segnalarmele.

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23 thoughts on “Il dilemma della D (vitamine, sole e cancro)”

  1. Io vivo al Nord Italia e la vitamina D mi hanno detto di dagliela per tutto il primo anno e in più di esporrò alla luce solare il più possibile i primi giorni perché aveva l’ittero.
    Ho eseguito e comunque lo portato fuori sempre, in pieno inverno, senza protezione, salvo che sulla neve (mai sentito di qualcuno che passeggiando a dicembre si scottasse, diverso e’ se vai a sciare o fai fondo ecc.).
    D’estate, crema solare 50 solo al mare e in montagna, per lui e per me. Per il resto, cappellino, maglietta e basta.
    Per ora, niente scottature o rossori.
    Credo che il buon senso sia la chiave di tutto. Anche questa volta.

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  2. Il mio primo pediatra mi ha consigliato la vitamina D per la bimba allattata al seno nata in inverno. Io sono stata piuttosto distratta nel somministrarla. Per gli altri non mi è stata neppure consigliata. Metto creme a protezione altissima sempre a tutti, compresa me stessa (e specie a quello tra i miei figli di carnagione chiara e con i capelli biondi). Non la metto ovviamente d’inverno, o per fare una commissione in città, ecc… la metto quando hanno una vera esposizione al sole. Sarà che ho un padre che pensava che mettersi la crema fosse da donne e ustionarsi fosse da “omo” e ora ha continue apparizioni di tumori della pelle da operare… ma francamente penso che mangiando in modo vario e vivendo in un paese come l’Italia sia molto più grave il rischio di tumori della pelle che quello di carenza di vitamina D.
    Inoltre i miei figli sono comunque abbronzati per gran parte dell’anno, anche con le creme ad alta protezione. Il mio criterio è che la pelle deve passare da bianca a dorata senza passare dal rosso.

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  3. Ma sai che guardavo oggi i denti di Sara? Ha ancora quelli da latte, da mesi ha i due incisivi sopra macchiati, uno più dell’altro, ma non è una macchia giallina e nemmeno bianca, è più grigia, e si sta scurendo. Ho pensato che fosse perché non li lavava abbastanza bene (dopo colazione e pranzo li lava lei, la sera glieli lavo io) ma mi sembra strano che siano proprio i due che, per comodità, si lavano meglio… Oggi ho notato che si sta scurendo, e visto che un dentino sta iniziando a muoversi (sotto) e che nel giro di un anno o due li cambierà mi sa che sento un dentista cosa dice, ma avevo già sentito di chiazze causate dall’eccesso di fluoro, e mi sta venendo il dubbio…

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  4. Tanto per dire io ho una fluorite, ovvero due macchie sugli incisivi biancastre dovute all’eccesso di fluoro assunto durante l’infanzia. Mi ricordo che mi davano delle pasticchine rosa di fluoro (strano come si mantenga la memoria di certi particolari!), evidentemente non ne avevo bisogno ed ho accumulato troppo fluoro nei denti!
    Ciò nonostante ho avuto episodi di carie, non eccessivi, ma neanche pochi, per tutta la vita…

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  5. Fluoro, ecco, questo è il mio tasto dolente. La pediatra mi ha solo detto “se glielo vuole dare, lo dia tutti i giorni, darlo solo ogni tanto o a cicli non serve a niente, a quel punto non glielo dia”. Se serve o no non lo sa nemmeno lei.

    Di nuovo semplificando basterebbe sapere se ne assumiamo abbastanza e in caso contrario integrare il necessario. Ma non si può, e così o la stessa pasticchetta per tutti o niente. E alcuni poi dicono che troppo fa male. Poco fa venire le carie. E io non so se faccio meglio a darlo o no!

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  6. Nell’ospedale dove ho partorito fanno l’iniezione di vitamina K (si ritiene prevenga la malattia emorragica neonatale), quindi non serve la somministrazione successiva.
    Cmq sulle vitamine le ho sentite tutte: la mia pediatra di base è contraria alla K e favorevole alla D durante l’allattamento; il pediatra nostro amico di famiglia è favorevole a entrambe (la D come dicevo anche d’inverno fino a 2-3 anni); alcune mie amiche non hanno ricevuto indicazioni o i loro pediatri erano contrari a tutte.
    E non parlo poi del famigerato fluoro! Mah, alla fine resta il buon senso.
    PS: Silvia, non è che siamo ingrate, è che amiamo TANTO TANTO la dialettica 😉

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