La crisi della carta stampata e le pulizie di primavera

lavoriFingiamo che sia primavera e che sarebbe quindi stagione di pulizie di primavera. Le pulizie di primavera vanno fatte a fondo e la mia enorme fortuna è che alle mie spalle maschio alfa ha deciso che se siamo proprietari di mutuo tocca darsi seriamente alla manutenzione di casa. Detto fatto, arrivano i miei suoceri con il rimorchietto e nel rimorchietto c’è l’impalcatura in alluminio di zio Peter, perché i Diga sono una razza che il fai-da-te ce l’hanno nel genoma e io mi ci sono imparentata per matrimonio.

No, perché il concetto di pulizie di primavera di mia suocera che consiste nello stare con un piede nella grondaia al secondo piano e l’altro in bilico sulla scaletta sul balcone del primo, retta da suo marito, mentre io dall’abbaino del bagno le passo da due secchi pezze zozze e pezze pulite, e lei prima svuota in un secchio chili di terriccio accumulatosi nella grondaia, poi pulisce con lo straccio il legno esterno dell’ abbaino e del cornicione della grondaia e poi già che c’è credo abbia anche spolverato le tegole, mentre dall’impalcatura Diga senior e Diga junior, muniti di attrezzature sofisticate, manutengevano la facciata di casa infissi compresi.

Il che mi ricorda che devo dire a mio marito, in caso non ci sia arrivato da solo, che io col cavolo che a 66 anni mi metto in bilico sulla grondaia per pulirla e che se quindi vede su Internet qualche agile attrezzo utile allo scopo, di ordinarlo da subito. Però per dire dove arriva lo zelo da pulizia di primavera ad esserci portati.

Per me invece pulizie di primavera a fondo significa che pulisco forno e frigorifero per la terza volta dell’ anno solare, pulisco i cassetti della cucina mano a mano che mi capitano e pulisco il sopra degli armadietti. Che nessuno lo vede, il sopra degli armadietti e talvolta anche il fondo dei cassetti, ma voi non avete idea di cosa non ci si possa annidare. Non a livello del mezzo secchio di terriccio che mi suocera ha tirato giù dalla grondaia, ma quasi.

Il problema del sopra degli armadietti, specialmente in cucina, è che quello che devi pulire ha la consistenza della lava semisolidificata. Cioè  la guardi e sai che se hai abbastanza pazienza prima o poi ti si trasforma in basalto. Cosa che va evitata con almeno una pulizia a fondo l’ anno.

Ora, come saprete, io ho scoperto lo spruzzino riempito di aceto bianco e qualche goccia di olio essenziale di qualcosa (negli ultimi mesi anice, arancia e cardamomo, per chi voglia saperlo) e davvero ci si pulisce praticamente tutto. Tipo la cappa in acciaio della cucina intonsa per tre anni. Ancora un po’ e si trasforma in ambra con l’insetto dentro.

Quindi una volta svuotati i fondi dei cassetti e i sopra degli armadietti, spruzzateli con generosità, fatevi un tè, bevetelo sul divano in compagnia di un buon libro e a fine capitolo ripassate e pulite. Per pulire il mio consiglio è quello di usare qualcosa di usa-e-getta e l’ideale sarebbe la carta da cucina, ma noi siamo eco e compatibili e quindi anche la carta dei giornali vecchi ci fa piacere usarla. Tanto per quello che valgono i giornali, meglio usarli per ripulire gli armadietti (le riviste patinate no, quella carta lì non va bene).

Poi fatevi furbi, così il prossimo anno non avendo l’urgenza di tornare a pulire l’aceto che nel frattempo ha sciolto i basalti, potete anche leggervi due capitoli con la tazza di tè. Non abbandonate cassetti e armadietti allo sporco. Ma foderateli. Il sopra di qualsiasi armadio (tanto abbiamo già deciso che nessuno lo vede) va coperto con qualche pagina di carta stampata piegata ad hoc, e qui vanno bene anche le riviste patinate, ad avercele. Così la volta dopo non dovete spruzzare l’ aceto, ma basta buttare il giornale vecchio e metterci quello nuovo.

I cassetti della cucina, lo stesso. Solo che magari vi va di più di usare della bella carta da cucina, meglio se quella superassorbente e indistruttibile che ha lo spessore della ciniglia. Si, lo so, ci sono cascata pure io che a volte ho comprato i foderacassetti di plastica all’ Ikea, scordandomi che poi quelli ogni tanto vanno lavati. Invece la carta quando si sporca, il sottolio ci cola sopra, il curry ci si rovescia, le briciole ci si spargono dentro, basta toglierla e rimettercela pulita.

E i giornali che vi avanzano? Spruzzate il solito aceto sui vetri, strofinate con mappazzoni stropicciati di carta da giornale fino ad asciugarli e vi restano brillantissimi. Poi che la gente si lamenta della crisi della carta stampata. La casalinga pigra invece si abbona a qualche rivista, la legge mentre l’aceto fa il suo dovere e alla fine ci fodera le superfici mai più lavabili.

E anche così abbiamo salvato un settore dell’economia. Non ringraziatemi.

Chi invece le pulizie e il bricolage a fondo li prende molto sul serio senza rinunciare allo chic, come Scialba della Zozza, la mia gemella cattiva, non si accontenta della carta stampata. Ma si fa la manicure. Per vedere come e dove, leggete pure di là.

 

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6 thoughts on “La crisi della carta stampata e le pulizie di primavera”

  1. No, non esageriamo, qui si cambiano quando serve, anche ogni 22 anni per esempio (il primo cassetto del comò della bisnonna, ultimamente l’ ho cambiato, ma non fanno più le carte di una volta, signora mia.

    Veronica, mi confondi

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  2. ma hai sentito la mia mamma per caso? Il cambio delle carte sui mobili e nei cassetti ha suggellato l’inizio di tutte le mie primavere a casa dei miei

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