La consapevolezza del broccolo

Sono vegetariano da due anni. Ho scelto di smettere di mangiare carne – per ora mi limito a questo – per questioni di salute: sapendo che in famiglia, per parte di padre, abbiamo le arterie molto sensibili ai grassi animali, ho preso questa decisione prima di ricorrere a farmaci o cure – sempre che fossero arrivate in tempo.

In più, mi sento la coscienza un po’ sollevata, ma non pretendo che nessuno condivida motivi non strettamente organici o fisiologici – ci sono studi, argomenti e inchieste a iosa su questo argomento. Posso raccontare che è stato molto duro cambiare regime alimentare, perché il nostro corpo cambia certe abitudini molto più difficilmente di quanto il nostro cervello cambi idea. E c’è stato da regolare un po’ di rapporti umani – ma niente di insuperabile.

Su di me, questo regime vegetariano funziona. Da due anni a questa parte mi sento molto meglio e sto molto meglio – le analisi lo confermano; faccio più sport e mi sento meno stanco in generale.

Ho imposto la mia scelta in casa? Ai miei figli? No. Compro e cucino carne per loro, ma non la mangio se per caso lasciano qualcosa. Perché?

Cerco di fornire loro degli strumenti critici con i quali scegliere, a seconda delle realtà che si trovano ad affrontare. E’ così, e cercherò di fare così, per l’alimentazione, la religione, la politica, lo sport (sia nel senso della scelta di quale fare che nel senso di quale squadra tifare) e tutte le altre scelte importanti; preferisco la via più difficile, cioè lasciare aperte tutte le possibilità più a lungo possibile. In questo modo – credo, spero – la loro scelta sarà la più serena e ben meditata.

Dico “la via più difficile”, perché ritengo facilissimo imporre ai miei figli le mie scelte. Sono il padre, sono l’autorità fatta persona, non avrei alcun problema ad esercitare per loro il potere di scegliere. Scelgo, invece, che sappiano e conoscano il più possibile, sapendo qual è la mia posizione, ma sapendo che ce ne sono altre, e che – senza fare del male ad alcuno né a loro stessi – potranno sempre cambiare idea assumendosene le responsabilità.

Esagero? Forse. Ma ho molta paura di trasformare la mia esperienza e la mia conoscenza, che coltivo anche per loro, in una imposizione; per poi ritrovarmi solo nella mia scelta perché, com’è giusto, i figli a un certo punto “si ribellano”. Preferisco un figlio consapevole a uno vegetariano – è sempre probabile che scelga di esserlo, più avanti; ma se da vegetariano lo faccio diventare un ribelle – anche solo su questo argomento – non ho più speranze, temo.

Tra l’altro, io ci provo a dire ai miei figli che il broccolo romanesco è ricco di antiossidanti, vitamina C, fibre e carotenoidi, ma questo non li convince a mollare la loro amata fettina impanata. Per la consapevolezza del broccolo dovrò aspettare ancora.

P.S. Sì, il titolo di questo post è un omaggio scherzoso al libro di Barbara Summa.

– di Lorenzo Gasparrini

(foto credits @ Donovan Govan )

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12 thoughts on “La consapevolezza del broccolo”

  1. Ciao
    @supermanbanana: mi piace molto come hai sintetizzato la situazione

    @ manu: quando ho iscritto mia figlia al nido anche io sono rimasta sconvolta dalla quantità di proteine animali: praticamente presenti ad ogni pasto!
    Lei che fino ai nove mesi aveva seguito uno svezzamento vegetariano (W Piermarini) alla faccia del pediatra Asl che proponeva liofilizzato di carne ad ogni pasto.
    Io avevo provato a limitarla almeno negli insaccati, ma voleva disperatamente provare il prosciutto dei bimbi vicini, per cui l’ho lasciata libera!
    Sta cosa degli ormoni però mi turba un po’..

    @ Lorenzo: sempre maggico! Anche io credo che il tuo esempio sia fondamentale!

    Ciao
    V

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  2. Grazie per le vostre parole, sono riuscito a ottenere il tipo di discussione che m’interessava far nascere.
    Ci tengo però, perché riguarda anche altre persone, a precisare che i temi della lotta antispecista – come quelli della lotta antisessista e antifascista – mi sono molto cari e li ho tutti ben presenti, anche nelle loro implicazioni più remote. Da anni faccio attività politica in questo senso in un collettivo transgender (il link è in alto, sul mio nome) e quindi quello che ho scritto qui non è frutto né di casualità né di scarsa conoscenza delle questioni in gioco.
    Continuo a trovare molto problematico il decidere per altri – anche se si tratta dei miei figli, anche su questioni apparentemente scontate o ovvie. E il perché i questa problematicità mi viene proprio da anni di attività politica caratterizzati da una strenua lotta a tutte le forme di condizionamento, pur nella consapevolezza che a tutte non si può sfuggire.

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  3. Mia figlia segue la dieta ovovegetariana a scuola.
    La segue perchè, a 8 anni compiuti, sono comparsi i primi sintomi della pubertà e mi sono spaventata un pochettino.
    I medici presso cui ha eseguito degli approfondimenti, mi hanno consigliato di ridurre drasticamente la carne. E non sto parlando di pediatri estremisti. In effetti, leggendo il menù proposto a scuola, mi sono resa conto che quasi tutti i giorni, a pranzo , viene offerta della carne o dell’affettato. Considerato che poi, la sera, 1 massimo 2 volte alla settimana, si mangia carne anche in famiglia, ho deciso almeno di eliminare quella a scuola. Volete sapere la novità? Qualche amica di mia figlia ha chiesto alla madre una modifica del menù in senso latto-ovo-vegetariano. Ora, al di là dei motivi etici, che sento, ma che non riescono per ora a spingermi verso una decisione “integralista” credo che comunque la carne offerta ai bambini sia veramente troppa in senso assoluto. Noi , poi, Il menu’ dei vostri figli, che cosa propone?

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  4. ecco, non vorrei si scatenassero le, purtroppo solite, polemiche. come dice bene polly dal sistema non se ne esce,non credo di salvare il mondo, o di essere piu’ innocente di altri, perche’ vegetariana. ciascuno sceglie le sue battaglie, i suoi compromessi, i suoi vizi, in base a quello che crede e che puo’ fare. mi premeva, questo si, sottolineare che spesso si accusano i vegetariani di “imporre” il proprio regime ai figli, come se chi e’ onnivoro non faccia esattamente lo stesso. forse la differenza e’ che lorenzo ha cambiato dieta, e vita, quando gia’ i figli erano abituati in altro modo, immagino che in questo caso non sia facile convincere dei bambini.

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  5. Io personalmente (2 pence anche i miei)credo che comunque fai la sbagli.
    Compro la carne rarissimamente: credo che quella che vendono nei supermercati (come tantissimi altri prodotti) sia dannosa per la salute. Quando la compro è per variare i pasti :).
    Quando lo dico, un coro di schifati mi chiede se almeno alle bambine lascio mangiare la carne e io rispondo “a casa si mangia tutti uguali (=quasi mai carne), a scuola evito di far portare loro la bandiera delle mie convinzioni personali. Dunque Sì, le bambine mangiano la carne. E a quel punto c’è il coro degli schifati della fazione opposta: “come, la carne, e l’etica, e il riscaldamento globale?”.
    Peccato che viviamo in un sistema: eviti la carne per animalismo, ma poi le scarpe di cuoio. O le Nike cucite dai bambini. O il conto nella banca che finanzia l’industria bellica.
    Non è nichilismo ma io personalmente non ho trovato il modo di uscire dal sistema. Ci penso e ci penso, e trovo che chiunque fa una vita normale in Italia è incoerente con i principali valori etico-religiosi, non è ecosostenibile, fa male alla propria salute mangiando, bevendo, respirando. Dunque trovo che la consapevolezza e il consumo critico siano un buon passo, a prescindere dalle singole convinzioni personali. Ma non sono mai il passo definitivo, dunque demolire le consapevolezze altrui è quantomeno ingenuo.

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  6. Per Coletta
    se ho capito bene metti sullo stesso piano uomo e animale? Con tutto l’amore, il rispetto e la coscienza della loro indispensabilità (sul piano globale) non mi trovi d’accordo! NON SIAMO SULLO STESSO LIVELLO!!
    Basta con ‘ste persone che si portano appresso un cane vestito come un bimbo e trattandolo pure come tale!
    E soprattutto credo che Lorenzo abbia ben spiegato cosa comporta mangiare carne ai suoi figli, vedi l’esempio che lui stesso dà con il suo comportamento! Vale più di mille parole!

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  7. non solo la scala dei valori di ognuno è diversa, lo sono proprio i valori stessi e i temi che affrontiamo in ogni momento della nostra vita, il percorso di consapevolezza verso certe tematiche può portarci a certe scelte ma anche non iniziare mai. essere vegetariani è questione etica quando la motivazione è etica, altrimenti è solo un comportamento acquisito dalla consuetudine esattamente come il mangiar carne o fare un certo tipo di acquisti. è quando vedi che dietro a un atto che fino a quel momento ti è sembrato normale ci sono dei risvolti che scuotono la tua coscienza che l’argomento diventa scelta, e questa scelta la vuoi condividere soprattutto e a maggior ragione con chi ti è caro.altre questioni non te le porrai mai e non cambierai mai le tue abitudini. capisco che con i bambini, soprattutto se piccoli, questo abbia l’aspetto di un’imposizione mentre secondo me è semplicemente un aspetto dell’educazione. non so se i miei valori saranno condivisi dai miei figli, forse nemmeno si porranno il problema, in ogni caso non la vedrei come un fallimento.

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  8. Io penso più semplicemente che, come in tutti i grandi temi, religione, pro-life o pro-choice, vegetarianesimo, e anche i temi piccoli piccoli che uno penserebbe risolti ormai da tempo e invece no, come le vaccinazioni, bisognerebbe imparare a separare i contesti, e non pretendere che ci si arrivi tutti dallo stesso punto di vista. La scala di valori di ogni persona non è necessariamente uguale a quella di ogni altra, e non si puo’ farne una classifica. Questo significa che ognuno arriva ad una decisione a causa della sua propria scala di valori: posso voler mangiare biologico perché penso sia più sano, o perché voglio aiutare il contadino locale, o perché voglio combattere le multinazionali, o perché sono interessata all’ecologia, o perché va di moda 🙂 tutti sono motivi che riguardano la persona, e tutti sono validi, non è detto che siano però tutti condivisi da tutti quelli che vogliono mangiare biologico. Infatti, non è detto che tutti siano condivisi dalla STESSA persona, la scala di valori cambia quando si cambia contesto 😀 se sei vegano devi anche essere pro-life? No? Perché no? Si? Perché si? Siamo incoerenti per natura. In questi casi allora, prima di giudicare il motivo o il valore nel piccolo, magari sarebbe importante capire il meta-valore, il valore di ordine maggiore, che governa tutti gli altri. In questo caso mi pare segno di grande integrità quello di non voler imporre questa particolare scelta di vita in questo modo, perché il valore di insegnare ai figli a pensare con la propria testa, e imparare questo skill per poterlo trasferire ad altri contesti nella vita, supera in ordine di grandezza gli altri, fa un po’ da fil rouge per tutte le decisioni. Non ci vedo incoerenza qui, ne’ tantomeno mancanza di consapevolezza, solo una visione più ampia della questione, oltre il particolare.
    My two pence.

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  9. Non voglio ripetermi affrontando gli argomenti di Anna e Manu (con cui concordo pienamente) relativi all’imposizione. Bisognerebbe riflettere sul fatto che diventare vegetariani o vegani non e’ una scelta personale, perché questa incide anche sulla vita di un altro essere vivente. Quindi, prima di raggiungere la consapevolezza del broccolo, per non mangiare carne forse si dovrebbe passare attraverso la consapevolezza di un’altra vita in gioco, quella che loro continuano a mangiare. Il fatto che tu continui a cucinargliela e a non spiegargli cosa comporta, li continua a rendere inconsapevoli. Forse (senza offesa eh) manca anche a te questa consapevolezza, se dici di essere vegetariano per motivi di salute e non etici. Lascia aperte a loro tutte le possibilità’, ma informali non solo sulle proprietà’ del broccolo, bensì’ pure sulla sofferenza di un altro essere vivente. A quel punto sceglieranno loro, veramente, e al tempo stesso avranno un grande esempio in famiglia.

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  10. io sono vegetariana, lo ero da molti anni quando partorii il primo figlio, poi il secondo, ora la terza. nessuno dei miei bambini mangia carne, non credo di imporre un regime alimentare piu’ di quanto non farei se servissi loro anche carne o pesce. decidiamo per i nostri figli, spesso, automaticamente. decidiamo che mangino carne o no, ma sempre di nostra decisione si tratta, no? perche’ essere vegetariani dovrebbe essere un’imposizione e mangiare carne no? con i due grandi ne abbiamo discusso, non ho mai vietato loro di assaggiare (ma non hanno voluto, finora), ho sempre raccontato che, da piccola, non ero vegetariana, per chiarire che si fanno delle scelte, si cambia, non c’e’ niente di male. alla nostra taola si siedono nonne e amici carnivorissimi ed e’ tutto normale e tranquillo. io, poi, la vedo come un’occasione, da grandi, per ribellarsi, bastera’ loro un hamburgher!

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  11. io sono vegetariana da vent’anni, il mio compagno mi ha conosciuta cosi e i miei figli sono vegetariani dalla nascita, non l’ho mai vista come un’imposizione delle mie idee o delle mie convinzioni con accezione negativa al contrario come una cosa positiva che posso loro insegnare e trasmettere. per me gli animali non sono cibo, indipendentemente dalle motivazioni salutistiche, per cui in casa mia non si mangiano. non c’è discussione e non c’è alternativa. se fuori casa volessero mangiare carne potrebbero farlo, ma non possono chiedere a me di comprarla o cucinarla perchè non lo farei. “far scegliere a loro” è una delle più grandi leggende metropolitane che esistano, neppure noi adulti siamo liberi nelle nostre scelte che sono condizionate da mille fattori. quello che possiamo auspicare è che le scelte che comunque imponiamo siano portatrici di valori morali ed etici e che i nostri figli capiscano che quello che abbiamo voluto trasmettere era un messaggio importante per noi e che lo volevamo condividere con loro perche lo riteniamo una ricchezza.

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  12. Bellissimo Post!
    Anche io faccio come te!
    E come te ho ritrovato l’energia nel mettere da parte un pò di “carne”.

    Mangio sano e non lo impongo ai figli,ma allo stesso tempo li informo sulle proprietà dei cibi.

    Un grande abbraccio!

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