Come ti proteggo il pupo dai media

Ricevo in corner questo guestpost di mammamsterdam che ci aiuta a chiudere in bellezza questo mese con una riflessione sui bambini e web di cui avevamo bisogno.

Con la scusa che non abbiamo TV da 15 anni ci illudevamo di stare a posto. I bambini hanno sempre e solo visto film su DVD (prima che si scassasse e venisse sostituito da youtube). Anzi, alla tenera età di 3 anni e mezzo figlio uno si sapeva accendere benissimo il film preferito e ci abbiamo messo alcuni weekend a capire che il sabato e la domenica mattina i figli strisciavano silenziosamente dai lettini all’alba, salivano al piano di sopra, si avviavano grandi sessioni dei Tre porcellini e Dribble, sapendo che se ci lasciavano dormire in santa pace guadagnavano quel paio di ore extra di film in TV.

Dopo un paio di mesi avevano raffinato il sistema andandosi a prendere al piano di sotto panini e cartone di latte se avevano fame. Solo se il cartone di latte era nuovo venivano in camera nostra, dove nel dormiveglia un genitore stravolto dal sonno glielo apriva e si riappisolava. Decisamente, i miei figli in due mi avranno regalato cinque anni di notti di sonno interrotte per i più vari motivi, ma a un certo punto rispettavano le nostre mattine del weekend e dio li benedica per questo.

Diciamo che l’unica seccatura è che non essendoci abituati, quando finiscono davanti un programma TV per un po’ si ipnotizzano. Ma lo facevamo ache noi e questo è stato uno dei motivi per cui abbiamo abbandonato la TV.

Che sembra una cosa facile, abbandonare la TV ma la fregatura nei Paesi Bassi è che hai l’abbonamento via cavo. E col cavo hai anche la radio. E la radio volevamo tenercela, la TV no. E per mesi abbiamo dovuto convincere tutti gli help-desk del mondo che no, la TV non ce l’abbiamo, non la vogliamo e manco intendiamo pagarla. È stata dura ma l’hanno capita.

Poi comunque nel frattempo si era sviluppato Internet. Che mio marito è stato uno dei pionieri di Internet perché la sua facoltà di Informatica è stata uno dei primi posti al mondo ad essere collegati, e lui per anni ha provato a spiegarmi le potenzialità meravigliose offerte dal Net, ma non so se vi ricordate i primi tempi, sul Net c’era posto per tutto, ma nessuno ancora ci metteva nulla. Al massimo ci mandavamo delle mail con i pochi amici telematici sparsi per il mondo.

Poi, vabbé, le potenzialità di Internet nel frattempo sono non solo diventate chiarissime, ma anche utilissime. Persino mia madre intrattiene corrispondenze con tutti i parenti oltreconfine e manda saggi consigli alla nipote quattordicenne che vorrebbe tanto un ragazzo ma non lo trova che sono tutti scemi. E si legge il mio blog, cosa che ha reso le telefonate inutili. Non faccio a tempo a dirle una cosa che mi risponde: “si vabbé, l’hai già scritta sul blog”, oppure “non sprecare soldi a dirmelo tanto fra poco me la scrivi sul blog, la leggo lì”.

E tutto questo ha reso la TV e persino la radio un hobby assolutamente superfluo, visto che su Internet troviamo di tutto, di più e nei tempi in cui fa comodo a noi.

Perché c’è da dire che lo shock culturale maggiore dei miei figli, nativi digitali quanto vi pare, ma non televisivi, è stato quello di capacitarsi che quando guardi la TV non c’è il tasto ‘pausa’. Che se ti allontati un attimo per andare in bagno fai la fine di:
voce dal sen fuggita, poi richiamar non vale,
non si trattien lo strale, quando dall’arco uscì.

E allora molto meglio guardarsi i filmini su youtube quando ti pare a te. O fare i giochetti su Spelletjes.nl (spelletjes in olandese vuol dire giochetti ed è esattamente questo, un portale di videogiochi online). I bambini nei Paesi Bassi vanno a scuola a 4 anni, e anche se i primi due sono di materna, l’incentivo per imparare a leggere e scrivere per trovare il sito dei giochetti non va sottovalutato. Qualcuno gliel’ha detto, io gliel’ho scritto su un pezzo di carta una volta che non avevo voglia di salire ad avviarglielo io, e quello è stato l’inizio della fine.

La seconda parola che hanno imparato a digitare autonomamente è stata youtube, la terza Tom e Jerry. Devo aggiungere altro? E noi, fessi, quanto eravamo contenti di questi figli così abili. Abili, ma basta staccargli un cavetto del computer per rafforzare il messaggio: avete giocato la vostra ora e adesso basta computer. Fino a qualche settimana fa:
“Papà, il computer oggi era rotto” fa figlio 2.
“No, era mamma che per sbaglio le si era staccato un cavo ma io l’ho rimesso” fa figlio 1.
“Sigh” fa la mamma dentro di sé.

Con il padre dei miei figli ci dicevamo a volte oziosamente che adesso che avevano imparato a leggere e scrivere prima o poi sarebbe stato il caso di informarci su qualche filtro per bambini, ma rimandavamo, tanto c’è tempo, loro in fondo guardano al massimo Youtube che ha da sé degli ottimi controlli sul materiale osceno (ma non quello troppo violento o con parolacce, mi dicevo io, oziosamente,) e quel paio di siti con i giochetti e quando è ora ci si penserà perché comunque la vita ci insegue e già costa abbastanza fatica mantenere almeno gli orari prefissati. (Tranne le mattine del weekend quando i figli scendono silenziosamente, abbassano il volume e giocano fino a che non ci svegliamo).

Tanto l’infinita saggezza dei bambini ci pensa lei a richiamarti al dovere quando è ora. E già l’ora suonò una sera che mentre cucinavo tentavo di chiudere un lavoro, scansavo il laptop per fare posto a tovaglia e piatti e nel preciso momento in cui avevo una padella bollante in una mano e il piatto nell’altra, il mio secondogenito seienne decide faticosamente e con la lingua tra i denti, di digitare qualcosa sul computer. Poi fa il giro del tavolo, chiama il fratello, ridacchiando strano “Vieni a vedere”, passa sotto il tavolo e riemerge dal lato del laptop e a questo punto pure io, incuriosita, ho buttato un’occhio sullo schermo e per poco non mi cadeva la padella bollente.

Aveva appena aperto la homepage di sexpelletjes( che a questo punto non ha bisogno di traduzione, suppongo) e tutta una pagina di femmine nude e variamente lascive e con vari orifizi in mostra (dio benedica le fotine piccolissime delle homepage che almeno non si vedeno troppo i dettagli) e io con la padella bollente in una mano tentavo di coprire le pudenda delle svergognate con l’altra mano urlando: “Chiudi, non guardare” e rendendomi conto da sola della vacuità e della ridicolagine di tale reazione, ma tant’è, la maternità, mi insegnano, è fatta di rezioni viscerali prima che ragionate.

Insomma, è saltato fuori che il nome di quel sito girava a scuola (un paio di mesi dopo pare persino che due ragazzine in classe di figlio 1 l’abbiano aperto a ricreazione nel computer di classe con grande scorno della maestra che le ha beccate: “Oddio, e cosa ha detto la maestra?” “Si è arrabbiata tantissimo”, te credo, povera maestra).

La mia impressione è che i bambini abbiano scoperto non tanto il gusto della zinna nuda quanto quello di fare la cosa proibita e vedere di nascosto l’effetto che fa. E constatato che l’effetto lo fa eccome, ritentino la bravata.

Sono immediatamente seguite spiegazioni faticosissime sulla differenza tra amore, sesso e porno (non sia mai che il genitore progressista crei nei figli tutte quelle pippe mentali sul sesso che tanto hanno allietato la sua infanzia ed adolescenza, ma dove tracciare il confine?), controlli serali sui siti visitati nel corso della giornata (perché nativi digitali si, ma non ancora abbastanza smaliziati nell’uso dl computer, per nostra fortuna) e applicazione di filtro. Che è talmente severo da impedirmi l’accesso al blog di Soulemama, ma per i figli questo ed altro (nemmeno io sono ancora riuscita a farmi dare la password per sbloccare i siti a mio avviso innocui).

Ma quando si apre il vaso di Pandora cominciano a sorgere altri problemi. Per esempio, ultimamente su Facebook ho beccato un paio di figli di amici e un amichetto di scuola dei miei figli così, nome, cognome foto e fatti suoi vari. Gli ho chiesto l’amicizia e me l’hanno data immediatamente, poveri cocchi ingenui. E mi sono subito posta il problema se a me possa far piacere che uno dei miei figli faccia lo stesso. E la risposta è: assolutamente no.

Perché saranno nativi digitali, da quando ho l’I-phone mi scoprono e spiegano una funzione dopo l’altra e sa solo dio quante icone di giochini e applicazioni che non capisco mi hanno scaricato e non so come liberarmene e meno male che ho spiegato severamente che si clicca solo dove c’è scritto gratis. (Resta il fatto che mi tocca nascondere il telefono continuamente).

Ma saranno anche abili tecnicamente, restano dei bambini e c’è un mondo di spiegazioni sui concetti di privacy, di pericoli, di contatti indesiderati e usi alternativi dei social network a cui spero non doverli mai esporre, ma so già che ci tocca. Già tutto questo mi ha costretta a scelte e riflessioni per quanto riguarda l’esposizione che do io a loro sul blog o altri mezzi, ma mi illudo che sono un’adulta e sono più in grado di loro di decidere cosa sia innocuo e cosa non lo sia (e dalle impostazioni di facebook ho cancellato recentemente una quantità infinita di gente che può sbirciare nei fatti mei solo perché una volta ho ceduto alla tentazione del giochetto o del test scemo).

Insomma, credo che dopo la faticata del sesso e del porno toccherà aggiungere un altro semestre di discussioni e ragionamenti sul concetto di sicurezza telematica, prima che le loro scelte mi mettano davanti al fatto compiuto. Perché magari loro sono più bravi di me a scoprire applicazioni e funzioni, ma è mio dovere spiegargli tutte le implicazioni faticose e complicate del vivere da adulti, e spero di riuscirci.

Mi farebbe piacere se nei commenti voleste raccontare le vostre esperienze simili, se vi hanno causato problemi, che soluzioni avete trovato e di che risorse su Internet avee fatto uso. Perché il nostro vantaggio, se c’è, sui figli per quanto riguarda il digitale e virtuale è talmente esile che tocca aiutarsi tra noi per evitare casini.

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7 thoughts on “Come ti proteggo il pupo dai media”

  1. ciao io ho 2 bambini di 4 e 8 anni e lavoro nella pubblicità. per questo e per altri motivi tengo i miei figli immuni da molte cose. in primis la tv. guardiamo dvd di vario genere ma niente tv . mai. ne guardano un po’ dalla nonna col cugino che va alle medie, ma si stancano presto e lo lasciano da solo. facciamo dei giochi al computer sul sito della Lego o della Disney, ma il computer lo accendiamo noi e loro non hanno accesso a nulla. a casa non abbiamo nè wii nè nintendo e viviamo felici e contenti. lo ammetto. i miei figli non chiedono nulla e io non mi metto nei guai da sola concedendo loro cose che non hanno chiesto magari solo perchè gli altri le hanno. quindi aspetto. se un giorno insistemente chiederanno la wii o di vedere qualcosa alla tv, valuteremo (e intanto saranno diventati più grandi). come dice qualcuno, nessuno è mai morto per aver visto poca tv.
    per ora alle elementari non hanno cellulare nè usano internet. quindi ci aggiorniamo quando i miei figli saranno adolescenti.
    ciao!!

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  2. ah, il telavevodetto 🙂 e dire che mi ero ripromessa di non farmici tentare! ma e’ molto mooolto seducente hehehe

    leggermente OT, ma cosi’ tanto sull’onda delle osservazioni degli ultimi minuti di questo topico del mese: mi sono chiesta in questo mese, leggendo qui i vari post e i commenti, quale fosse la mia definizione di nativo digitale. Perche’ la definizione che si rifa’ al tecnicamente esperto a me non soddisfa, sia perche’ la geekitudine e’ sempre un concetto relativo, scommetto che per mia nonna il fatto che a 5 anni sapessi usare da sola il mangiadischi fosse una cosa strabiliante, sia perche’ la geekitudine c’entra fino ad un certo punto, nel senso che se e’ vero che un ragazzino geek e’ un nativo digitale, non vale il contrario, un nativo digitale non e’ necessariamente un geek.

    In queste riflessioni mi e’ capitato di far caso ai miei link FB con nipoti o studenti o comunque ragazzi, e in particolare il loro parco-foto. Innanzitutto colpiscono i numeri. Centinaia e centinaia di foto, molte ad occhio non allenato praticamente identiche. Di tutto, dal piatto di pasta che hanno davanti, al particolare dell’orecchio del gatto di casa, al panorama mozzafiato vacanzifero. Centinaia di foto di se stessi e amici, tutti con la stessa posa, avete mai fatto caso alle foto dei ragazzi? Tutti i soggetti ammassati al centro, ripresi a mezzo busto, in una prospettiva strana dove il mento e’ prominente e la fronte sfugge via, che non e’ un vezzo stilistico ma il risultato dell’autoscattarsi la foto da telefonino col braccio teso davanti ad allontanare la mano il piu’ possibile. Ed e’ forse questa metafora del telefonino teso la mia (vaga) idea di digital native, di presenza nel mondo digitale quasi come estensione metaforica della persona stessa, non una componente occasionale dell’esistenza, ma parte integrante dell’esistenza.

    Pero’, attenzione, e’ un digitale su cui si agisce, non lo si subisce, qualcosa che comunque viene controllato e usato e piegato – vedi l’esempio del post sulla TV, sul fatto che ai bimbi non e’ interamente chiaro che un programma non si possa mettere in pausa se si vuol far pipi’: non e’ (solo) una scarsa conoscenza del mezzo TV, e’ un non concepire che ci sia qualcosa di digitale su cui non si abbia controllo. Un altro esempio mi veniva dai miei bimbi giorni fa, quando tentavo la pallidissima scusa di non poter comprare una cosa perche’ non sapevo dove si vendesse, per sentirmi redarguire subito, ma vai su eBay mamma! :-S

    Credo sia inebriante questo senso di onnipotenza e onniscenza, e credo che sia una cosa bellissima, i nostri ragazzi cresceranno in un mondo eccitante e entusiasmante… e i pericoli, i pericoli non hanno mai spaventato gli adolescenti da che mondo e mondo, spero che non succeda neanche adesso: le mamme son li’ che ti dicono di stare attento e gridano sulla porta il loro mantra solo leggermente diverso da quello di 30 anni fa, di mettere la maglia di lana, e attenzione in discoteca, e dopo la scuola corri a casa, e il motorino no sulla tangenziale,
    ma quello e’ il loro compito, che ci starebbero a fare senno’.

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  3. Che bello questo post! Avevo intenzione di scrivere qualcosa anche io, avevo anche cominciato a farlo ma poi non ho terminato… Io per ora non ho grossi problemi perchè il mio bimbo ha poco meno di 4 anni. Guarda la tv ma solo i canali che scelgo io e avendo Sky scelgo canali di cartoni animati per bimbi della sua età e non ci sono neppure pubblicità di film horror. Topastro ha anche un cellulare, ormai ce l’ha da quasi due anni. E’ un vecchio telefonino che lui usa per ascoltare la musica, le favole, certe volte anche un breve cartone animato, ad esempio quando dobbiamo attendere ore nella sala d’attesa della pediatra. Insomma, per ora io non vedo tanti pericoli, ma leggendo questo post e altri che sono stati pubblicati questo mese… credo che prima o poi dovrò vigilare attentamente anche io e dare tante spiegazioni riguardo i pericoli di internet e dati personali…

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  4. Supermambanana, hai tanta regione, ricoprdo un post di Lerinni sconvoltissima per la foto ginecoogica mandata dall’amichetta tredicenne al figlio dell’amica per ‘invitarlo’ a mollare la fidanzatina attuale e scegliere lei. E anche questo lo ascrivo alle bravate adolescenziali, solo che quella foto c’è ed oramai è in giro (a proposito del “voce dal sen fuggita” di cui sopra).

    Per questo tocca parlare e parlare fino a sgolarci, poi tanto i tipi da bravate le bravate le fanno lo stesso e fa parte del crescere, però vuoi mettere la soddisfazione del “te l’avevo detto?” che magari al prossimo giro se lo ricordano che a volte è meglio darci retta.

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  5. il problema ancora non si presenta per noi in famiglia, sara’ che proprio perche’ noi due siamo immersi in internet tutto il giorno, pausa pasti inclusa, quando loro sono in casa tendiamo a spegnere tutto. So che usano internet a scuola, ma in modo molto controllato, non sono ancora lasciati a navigare da soli.
    Pero’ credo che, ancora una volta, internet sia un problema ma non IL problema. Mi pare che si sottovalutino, ad esempio, pericoli che possano arrivare dall’uso dei telefonini. Una volta vidi un servizio BBC sull’uso di internet dei bambini/teenagers. Venne fuori che per quando hanno 13 anni praticamente il 99.99% ha visto almeno una volta un sito porno. Che comunque e’ una cosa che, come dici tu, fanno piu’ per curiosita’ e per “fare come gli altri” che per effettivo interesse alla sessualita’ (c’e’ da dire che l’educazione sessuale nelle scuole aiuta moltissimo a far fronte a disagi e domande – nonche’ ridurre drasticamente il numero di gravidanze di teenagers…. chi era quello che la voleva eliminare in itali’? mmmm), e che piu’ o meno avessero tutti ben chiaro cosa fosse OK e cosa no. Ma sul telefonino c’era ancora molta confusione. La fotina dell’amica un po’ succinta, che poi passa da telefono a telefono, e che magari viene sfruttata per vendicarsi dopo una litigata, non era chiaro praticamente a nessuno che potesse essere pericolosa. Che possedere e far circolare foto del genere e’ in effetti un reato perseguibile penalmente. Che una cavolata del genere potrebbe compromettere molte cose ben importanti in capo a qualche anno. Insomma e’ la leggerezza che danneggia loro stessi un problema che mi ha colpita molto, piu’ che la classica fobia del pervertito che rapisce il fanciullo.

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  6. Grazie, bellissimo post.
    Io di questi problemi ancora non ne ho (TopaGigia ha 21 mesi!!) ma ho un nipote quasi quindicenne e sto insegnando in una scuola media, e ho parlato più volte di sicurezza e privacy informatica. Non ho suggerimenti pratici, ma credo che la cosa migliore sia sempre parlare, e come dici tu spiegare la miriade di possibili implicazioni. E’ bello scrivere di sè, è bello condividere le cose con gli altri, ma ho chiesto ai miei alunni di farsi sempre una domanda prima di scrivere uno status su fb (solo per fare un esempio, non parliamo dei blog!!): voglio davvero che tutti i miei 352 “amici” sappiano che ho l’influenza intestinale? Anche quelli che sono miei “amici” solo perchè ci gioco a farmville? Voglio davvero che entro un’ora tutta la scuola sappia che ho litigato con Tizio perchè Caio mi ha raccontato che Tizio mi ha fatto le corna con Sempronia? E Sempronia che dovrà commentare il mio status mettendo in imbarazzo me, Tizio e Caio e se stessa? E tutti che si sentiranno in diritto di commentare, e in quel momento mi rendo conto che magari volevo starmene per i fatti miei…
    E se dico “sono innamorata” e Pincopallina si lascia scappar commentare “Ah, si, Sigismondo mi ha detto che ti ha visto baciare Eleuterio nel corridoio, ma allora si è davvero lasciato con quella brutta antipatica della terza H” e magari Brutta Antipatica è amica di Eleuterio che intanto commenta e può vedere tutto lo scambio… insomma, li ho fatti ridere parecchio ma spero di averli fatti anche riflettere.

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  7. Anche noi non guardiamo la tv (solo dvd) e anche mia figlia rimane imbambolata davanti a qualsiasi schermo. Stiamo cercando di farle capire che la televisione è un elettrodomestico e come tale va trattato, quando non serve si spegne…ma è dura!

    Con internet poi abbiamo lo stesso problema vostro, per ora abbiamo risolto “obbligandola” ad utilizzare come motore di ricerca solo ricerchemaestre che non permette di andare su youtube, ma quando deciderà di usare google sarà più dura!

    Ho parlato con un collega informatico che mi ha parlato de vantaggi di questo sito:
    http://www.opendns.com/

    usando questi dns si possono mettere dei filtri e al computer e modulare il grado di censura in base anche all’età degli utilizzatori. Devo ancora provarlo ma leggendo nel sito mi è sembrato molto comodo.

    Saluti

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