Ciucciodipendenti

A Stoccolma, nel parco di Skansen, c’è un pozzo nel quale i bambini vanno a lasciare il loro ciuccio quando non ne hanno più bisogno. Credo sia un’abitudine, o forse proprio un rito di passaggio, molto praticato, perchè ho visto il pozzo strapieno di ciucci, e poi ho visto altri ciucci legati in ghirlande sui rami degli alberi li intorno: migliaia di ciucci, tutti colorati… A me è piaciuto molto, perchè andare a buttare il ciuccio nel pozzo è un gesto consapevole. Nessun gatto, topolino, o altro strano animale che si ciba di ciucci viene di soppiatto a gettare nello sgomento un bambino, lasciandogli quel sottile senso di lutto per la perdita dell’amico fidato di ogni notte e di ogni pianto. Mi hanno detto che anche a Skansen in estate compaiono cuccioli di gatti intorno al pozzo dei ciucci, ma comunque quel gesto mi sembra una scelta, condivisa con tutta la famiglia, affidata al piccolo uomo o alla piccola donna che decide di diventare grande e salutare con onore e dignità il compagno di tanti momenti!
Ah, quanti dubbi, patemi, discussioni e poi quanto sollievo e soddisfazione provoca questo piccolo oggetto di gomma, plastica o silicone!
Se un bambino usa il ciuccio, c’è stato sicuramente un genitore che, prima o poi, glielo ha messo a disposizione. E questa è una prima obiezione che muovono gli avversatori del ciuccio: è una scelta dei genitori e non del bambino. Eh, si… ma quando il vostro bebè sta strillando da ore e voi siete nel più totale sgomento nel vedere quell’esserino in crisi… beh, se avete un ciuccio in casa e glielo offrite, io, sinceramente, vi capisco. Ma a quel punto è fatta! Non tutti i bambini lo amano, ma se il vostro è tra quelli che lo apprezzano, nel sollievo generale, la dipendenza è “creata”.
Il mio Sorcetto è arrivato ad usare anche tre ciucci contemporaneamente! Due in mano ed uno in bocca. Quindi io confesso: sono colpevole, ho spacciato ciucci!
Il primo grande dubbio che assilla i genitori è quello relativo ai danni che può provocare l’uso del ciuccio all’arcata dentaria del bambino. Indubbiamente bene non fa, ma sono stata rassicurata dalla mia pediatra che i ciucci attualmente in commercio, per forma anatomica e materiali, sono meno dannosi di quel che si pensi. Un dito in bocca “usato” per troppo tempo è sicuramente più dannoso di un buon ciuccio: il dito non ha una forma adatta al palato di un bambino, il ciuccio, per quanto possibile, sì. Comunque se l’uso è costante durante il giorno e molto prolungato, qualche vizio all’arcata dentaria può aversi.
Sulle forme del ciuccio inutile questionare: ognuna ha i suoi pregi e i suoi difetti (a goccia a ciliegia, anatomico, ecc.), ma tanto ogni bambino ne predilige una e spesso rifiuterà le altre.
Subito dopo sorgono i problemi legati all’apparente “dipendenza” di alcuni bambini dal ciuccio: non possono uscire senza, non possono dormire senza, non possono andare all’asilo senza. Il ciuccio per questi bambini aiuta a combattere lo stress. Ed i genitori si preoccupano (spesso colpevolizzandosi) dell’insicurezza che dimostra il proprio figlioletto.
Non ultimo, poi, il problema di tutte quelle persone che apostroferanno il vostro bambino con frasi tipo: “ma come, così grande ed ancora usi il ciuccio???”. Vi assicuro, anche se vostro figlio non è “così grande”, ci saranno innumerevoli persone disposte a farvi notare che, probabilmente, non siete bravi genitori se lui ha ancora bisogno del ciuccio.
Come ho detto mio figlio ha avuto una “dipendenza” da ciuccio, anche piuttosto prolungata, se non ricordo male fino ai tre anni e mezzo. Ed io questi problemi me li sono posti tutti. Ma ho deciso di non utilizzare nessuna tecnica traumatica per liberarci del temuto arnese. Non me lo sarei potuto permettere: non aveva dormito per quasi tre anni, il fegato di togliergli il ciuccio non lo avevo!
Ho cercato solo di gestirlo con cautela: quando il Sorcetto è stato in grado di seguire i miei discorsi, ho cercato prima di convincerlo a non portarlo quando si usciva, in modo che lo usasse solo in casa. Poi, quando ho visto che si era stabilizzata la situazione nella “vita pubblica”, gli ho proposto di provare ad evitarlo in casa quando non era stanco. Quando non ha più fatto il pisolino pomeridiano è stato più semplice evitarlo per tutto il giorno, lasciandolo solo di notte. Finchè un bel giorno mi ha detto: “basta, io sono grande”, mi ha dato in consegna la collezione di ciucci e, da quel momento, non lo ha mai più toccato…
Mi è sembrato più onesto e costruttivo che dare la colpa ad un povero gatto stranamente mangiatore di ciucci!
Il ciuccio è spesso legato al momento del sonno e della stanchezza. Se un bambino è abituato a addormentarsi con il ciuccio, spesso non lo terrà in bocca tutta la notte, ma nel sonno profondo lo “sputerà” via (quindi l’eventuale danno è limitato). In caso di risveglio notturno, non trovando il ciuccio, tenderà a rimanere sveglio più a lungo, a chiamare la mamma e ad agitarsi. Un piccolo investimento nell’acquisto di quattro o cinque ciucci, vi eviterà molte alzate dal letto: disseminate il lettino, nei dintorni del cuscino, di ciucci (se il lettino ha le stecche, lasciate montato un paracolpi, per evitare che i ciucci cadano), così basterà allungare un braccetto, anche nel dormiveglia, ed il bimbo ritroverà l’ambito oggetto, senza svegliarsi del tutto e in autonomia.
In conclusione: non colpevolizzatevi, non temete più del dovuto per danni fisici o psicologici. Inventatevi il vostro Skansen: quando vedete che ci sono segnali di una possibile imminente liberazione, create un “rito di passaggio”, magari divertente e gratificante, di cui il bambino sia protagonista.
E poi ricordatevi che, come diceva mia suocera per tranquillizzarmi, nessuno è diventato mai adulto continuando ad usare il ciuccio!

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11 thoughts on “Ciucciodipendenti”

  1. @ lorenza: hai ragione, una cosa alla volta. Guarda è vero che M ha 3 anni e mezzo, ed era il momento + o meno consigliato, ma io l’ho fatto soprattutto per i denti, perchè ha i 2 incisivi proprio in fuori e già 6 mesi fa la pediatra, che dice sempre poche parole quando va tutto bene, al controllo appena entrati aveva detto : via il ciuccio, senza neanche chiederci se lo usava ancora, altrimenti l’avrei lasciato un altro pò, perchè è l’unica cosa che lo calma, soprattutto quando è in fase “eccitamento da stanchezza” che sembra una piroetta. Ti dirò che avevo molto timore di traumatizzarlo e per evitare questo volevo fare un pò come ha descritto Silvia in un altro post, cioè che decidesse lui quando era il momento, però avevo notato che era in una fase di regressione latente (no, non sono pazza, me la sono definita io così, al momento, è un discorso lungo, legato al fatto che sententomi + sicura con la nascita di S, inconsciamente ho iniziato a trattare anche lui da neonato, per “recuperare” i primi mesi in cui io ho fatto fatica con lui ed ero un pò “assente” emotivamente, quindi lui aveva assunto come atteggiamento base un modello regressivo: piangere x chiedere le cose, farsi imboccare, bere col biberon e altre piccole cose, non cose eclatanti ma piccoli atteggiamenti che mi facevano diventare matta!!), quando poi ho capito questa ultima cosa (per caso, tipo l’illuminazione dei blues brothers, leggendo un libro di un pediatra francese psicoanalista che neanche mi piace:piccoli tiranni non crescono), mi sono detta: è cresciuto, è + sicuro di sè, ho fiducia nelle sue capacità di trovare un’alternativa, magari anche col nostro aiuto, e così è stato, forse siamo in una fase di discesa di una delle sue “crisi di crescita” come le chiamo io quelle che preparano a qualche cambiamento mentale o fisico, quindi è + placido e meno rompino, ma è stato così bravo che quando lo guardo che gioca con le sue ruspe nuove vorrei mangiarmelo. (scusate, la mia insegnante delle medie mi diceva che dovevo fare frasi corte… non ho ancora imparato)

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  2. Una mia amica ha inventato il “Cippirimerlo”, che viene a prendere i ciucci.
    C’è un rituale ben preciso che dura una settimana: il giorno 1 compare misteriosamente in casa una lettera del Cippirimerlo, che dice che ormai il bambino è grande e verrà a prendere i ciucci (perché è il suo lavoro) alla fine della settimana, lasciando però un bellissimo regalo.
    Seguono giorni di lavaggio del cervello del ciucciatore.
    Il giorno 6 sera si lasciano sul tavolo tutti i ciucci tranne 1. Il giorno 7 sera si lascia anche l’ultimo e la mattina dopo compare il regalo (che deve essere all’altezza della perdita naturalmente), con eventuale biglietto di ringraziamento.
    Il fatto che venga posto come un evento esterno ineluttabile rende più facile l’accettazione da parte del bambino a cui, se chiede il ciuccio, si può rispondere: “ma l’ha preso il Cippirimerlo e ti ha lasciato il regalo!”.
    Io proverò questo sistema con la mia piccola, ma più avanti perché adesso stiamo spannolinando e poi arriverà il secondo e mi aspetto una qualche regressione, credo che togliere anche il ciuccio sarebbe troppo per lei!

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  3. @anna ma che bello il mago sabbiolino! Ora me lo segno che Pollicino è un ciucciodipendente da paura, e temo che ci aspetteranno tempi duri quando ci decideremo a toglierlo 🙂

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  4. l’evento della settimana è stato il mago sabbiolino che è venuto a prendere il ciuccio di M (tre anni e mezzo, usato da quando ha una settimana di vita, tipo alquanto nervosetto, iperdinamico, espressione delle emozioni a mille,tolto prima di giorno, da usare la notte e per il riposino). L’avevamo preparato che stava passando per prendere i ciucci per i bambini appena nati (la domanda è stat: ma il mio ciuccio è rotto, infatti è spezzato il cerchietto, e come fa un bambino appena nato a tenerlo col porta ciuccio?…)e abbiam scritto una letterina per richiedere in cambio un bel regalo, ci sono voluti mesi di subdoli accessi in tabaccherie e cartolerie per capire cosa gli piacesse e finalmente il mago sabbiolino ha portato le macchine del cantiere, di tutti i tipi. Mentre scriveva la letterina io avevo il magone e sono rimasta col fiato sospeso fino asera quando tornato da parco, dopo cena ha chiesto dov’era il ciuccio. Sopra il letto ha trovato il regalo che ha accolto con un “porca vacca” e visto che stava diventando un pò + grande è rimasto a giocare fino a tardi mentre la sorellina era già a letto. A letto poi con 5 storie si è addormentato e io gli ho detto che ero sicura che si sarebbe addormentato perchè è un bambino forte e lui: Mamma non sono forte, sono…sono… piano! mi sono commossa.

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  5. Sono in piena crisi da ciucci, forse farei meglio a scrivere su genitorisbroccano… Puffetta, due anni e mezzo, ha sempre dormito con 3 ciucci (proprio per aumentare le probabilità che, nel dormiveglia, almeno uno riuscisse a trovarlo da sola), poi, un paio di mesi fa, ne ha fatto cadere uno dal terrazzo ed è rimasta con due. Ieri mi sono resa conto che sono veramente ridotti male, ho paura che le si possano rompere in bocca durante il sonno, ma lei ancora non mi sembra pronta a farne a meno (o forse non sono pronta io a rischiare delle notti in bianco), quindi oggi le ho spiegato la cosa e insieme, senza nessuna insistenza da parte mia, abbiamo buttato via i ciucci vecchi e siamo andate a comprarne uno nuovo. Al momento del sonnellino è iniziato il dramma: il ciuccio nuovo non le piace, non lo vuole neanche nel lettino per tenerlo in mano come conforto…spontaneamente sceglie di dormire senza! inizialmente ho gridato al miracolo, ma, dopo cinque minuti, ha iniziato a fare la matta e a inventarsi tutte le scuse possibili per non dormire…dopo 40 minuti abbondanti di strepiti, l’ho forzata ad accettare il ciuccio nuovo addolcendolo con il miele (sbagliatissimo, lo so) e ora è più di un’ora che dorme. Mi consolo pensando che, comunque, ora ne è rimasto solo uno, quindi un piccolo risultato l’abbiamo ottenuto lo stesso…e poi per me la priorità è che dorma!

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  6. Ciao Laura! Grazie per la risposta, cmq hai ragione, ho risolto 🙂 Il mio bimbo ha quasi 7 mesi, ma già da un mese abbondante si mette il ciuccio da solo e spesso quando si sta per addormentare lo toglie e lo mette come per rilassarsi 🙂
    Di notte a volte quando si sveglia devo cmq andare io, perché magari si incasina con il lenzuolo o si sveglia un po’ spaventato o semplicemente è troppo addormentato per trovare il ciuccio e quindi devo provvedere io! Ma capita raramente 🙂
    Ciao!

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  7. Rossana, la tua domanda è un po’ vecchiotta.. magari hai già risolto.. anche per questa conquista ogni bambino è un caso a sé: la mia prima figlia ha iniziato a rimettersi il ciuccio in bocca verso i 7 mesi, il secondo a 11 mesi. Però, indipendemente dall’età, nel lettino mettevo altri due ciucci e quando si svegliavano nel cuore della notte, aspettavo un po’ prima di correre da loro.. per evitare che si svegliassero per avermi vicino piuttosto che per il ciuccio perso..

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  8. ma sai che non me lo ricordo!!!
    mamme!!! mi aiutate a rispondere che ho vuoto di memoria dovuto al tempo trascorso e alla vecchiaia!

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  9. Ciao, posso chiederti una cosa? Quando cominciano a rimettersi il ciuccio in bocca da soli quando si risvegliano di notte? Perché per adesso devo sempre pensarci io, ovviamente (non ha neanche 4 mesi), però non vedo l’ora che si arrangi!!!!!!!!! 🙂

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