Cinque film senza genere

Ecco una serie di film da guardare in famiglia per riflettere su maschi, femmine, e questioni di genere.

“Le femmine sono tutte fanatiche” “I maschi sono puzzolenti” “No io al banco con quella no!” “Uffa basta parlare di calcio!”
L’eterna lotta tra maschi e femmine sembra cominciare tra gli 8 e i 9 anni, quando compagni di classe e di giochi che fino a quel momento erano andati perfettamente d’accordo cominciano a rivendicare la propria identità, diversa e sicuramente migliore rispetto a quella del nemico, ovvero il sesso opposto.
In questa competizione, che convive tranquillamente con profondi sentimenti d’amore, alcuni bambini escono dal proprio schieramento, e si posizionano in una “terra di mezzo”. Sono quelli che io chiamo “i bambini ponte”, capaci di creare una sorta di passerella tra le due rive, e di intessere un dialogo fra chi ottusamente si rifiuta di parlare. Questo lavoro di tessitura richiede una certa consapevolezza del proprio posto nel mondo. Stare in mezzo infatti, permette una grande libertà ma può essere scomodo se ci si sente tirati da più parti. A questa età comincia il processo di identificazione sessuale, e le prime domande su chi si è e chi si sta per diventare. Le bambine maturano sempre più presto, spesso in quinta elementare hanno le prime mestruazioni. I maschi cominciano a temere di non essere abbastanza maschi. Bastano una camicia rosa, o un comportamento non allineato, per far saltare fuori la parola gay, che spesso è vista come uno spauracchio. Come rassicurare i bambini in un momento delicato di crescita, in cui fisico, sentimenti, prospettiva sul mondo e aspettative da parte degli adulti cambiano in fretta e li fanno sentire pieni di dubbi? Come far capire loro che prima del maschile e del femminile alla base di tutto ciò che ci unisce è il fatto di essere persone, e poiché tali , degne di rispetto e considerazione? Come seguire la propria strada in modo libero ed appassionato se contemporaneamente si è bombardati da modelli esterni ed imposti?
Il compito non è facile, ma siccome le storie ci vengono sempre in aiuto quando si tratta di tirare fuori emozioni e contraddizioni, ve ne propongo alcune adatte ai ragazzini a partire dai 9/10 anni. Sono film che possono essere visti a casa o a scuola per un percorso sul rispetto delle diversità, inclinazioni e sentimenti di ognuno, a prescindere dal sesso che ci è stato assegnato alla nascita.

locandina-sognando-beckhamSognando Beckham – 2002
Due ragazze, una inglese ed una indiana, adorano giocare a calcio. Ma per realizzare il loro sogno americano di giocare come professioniste dovranno superare vari ostacoli, e scontrarsi con i pregiudizi, le culture, l’amore, l’amicizia e anche un matrimonio.
Nel filone della commedia etnica, con tanto di incursioni di stile Bollywood, un film divertente e godibilissimo da tutti.

locandina-billy-elliotBilly Elliot – 2000
In un’Inghilterra thatcheriana oppressa dalla disoccupazione e dalle lotte sociali, Billy, un ragazzino figlio di uno dei minatori del paese, scopre la propria passione per il balletto classico. Tra lui e il padre si apre un divario che sembra incolmabile, fino a quando tra scioperi, sacrifici, disagi e ripensamenti sarà proprio l’uomo a diventare uno dei suoi più grandi sostenitori. Indimenticabile la figura dell’amico di infanzia, e le scene in cui Billy danza per le strade del paese in preda al fuoco della danza. Un film bellissimo, forte, coinvolgente, tutto dalla parte del protagonista.

ma-vie-en-roseMa vie en rose – 1997
Di questo film ho due ricordi forti. Il primo risale alla prima volta che l’ho visto: visionario, diverso da tutti gli altri, incredibilmente coraggioso. Racconta la storia di Ludovic, un bambino che è convinto di essere una bambina finita nel corpo sbagliato per un errore di Dio nella distribuzione dei cromosomi. La sua determinazione, il suo candore e anche il suo entusiasmo sono contagiosi. Non si può non soffrire e non tifare per lui/lei, contro l’ottusità di quelli che non capiscono.
Il secondo ricordo risale a qualche anno dopo. In una multisala c’era il poster del film in programmazione ed un ragazzo mi chiese con ansia in che sala fosse. Aveva un’ansia nella voce che non poté fare a meno di intenerirmi. Me lo immaginai come Ludovic, da piccolo, e mi chiesi quanto sarebbe potuto essere coraggioso e di ispirazione un film così in certi momenti difficili della propria crescita, quando sei lì a chiederti come diventerai e maledici lo scambio a caso dei cromosomi.

locandina-tomboyTomboy – 2011
Questo film l’abbiamo visto qualche sera fa. Conquista subito perché è davvero girato ad altezza di bambino, con dialoghi assolutamente realistici, senza filtri da sceneggiatura adulta. Laure è una bambina che ama le “cose da maschio”, e quando si trasferisce in un’altra città con la famiglia ha l’occasione di farlo davvero, il maschio. Le basta mentire sul proprio sesso e sul proprio nome alla prima ragazzina che incontra per entrare nel gruppo dei nuovi amici con il nome di Michael. Sono le vacanze, la scuola non è cominciata e nessuno se ne accorge, fino a che le cose non si complicano e devono intervenire i genitori. Film delicatissimo, divertente, che tiene con il fiato sospeso, in ansia per gli imbrogli di Laure/Michael. Imbrogli che però gli stessi ragazzini risolveranno con naturalezza e maturità, molto più in fretta degli adulti.

locandina-wadjdaLa bicicletta verde – 2012
Wadjda è una ragazzina di 10 anni che abita alla periferia di Ryiadh, in Arabia Saudita. Il suo desiderio è quello di possedere una bicicletta, per essere alla pari con un compagno di giochi, ma i suoi genitori non possono permettersela e in più le biciclette sono per tradizione riservate agli uomini. Wadjda però non è certo il tipo da rassegnarsi così facilmente, per trovare i soldi necessari a comprare la bici è disposta a tutto, anche a partecipare ad una gara di recitazione del Corano. Girato dalla prima regista donna saudita, il film è uscito da pochissimo, per cui è ancora forse visibile in qualche sala d’essai, e a breve sarà disponibile in dvd.

Anna di piattinicinesi

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10 thoughts on “Cinque film senza genere”

  1. @el_gae mi piace molto il tuo commento e mi stimola una riflessione. il percorso di differenziamento inizia più o meno alla materna, ma è ovvio che viene vissuto in modo diverso a seconda del carattere, degli stimoli, dell’ambiente, un fattore importante può essere semplicemente il fatto di avere o meno fratelli di sesso opposto a casa. E’ chiaro che ogni bambino ha il proprio carattere, ci sono i timidi, gli espansivi, i melodrammatici, i fragili e gli apparentemente forti, e anche quelli che fin da piccoli sembrano sottolineare le proprie caratteristiche “di genere” comunemente intese . Fermo restando che secondo me le singole individualità vanno rispettate, è sempre un bene proporre qualcosa di opposto ad un carattere, se non altro per aprirsi. Quindi il timido riceverà aiuto da un corso di teatro o dall’amicizia con un compagno espansivo, uno esagitato può sperimentarsi in un corso di yoga. Allo stesso modo una bambina tutta rosa può essere spronata a provare sport di squadra e i maschi machi fin da piccoli in attività di gruppo con le bambine dove non comanda nessuno. Così poi a 9-10 anni, quando ci si prepara allo sviluppo, ci si arriva con maggiori esperienze 🙂

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  2. Brave, Rapunzel, come anche la Principessa e il ranocchio sono film in cui la figura femminile esce dallo stereotipo della creatura fragile che ha bisogno dell’aiuto esterno per essere salvata, e invece trova da sé la propria strada ed il proprio percorso. Sicuramente sono film assai validi sia per i bambini che per le bambine nella fascia di età 3-9 e anche 10 e anche dopo volendo. Di percorsi ce ne potrebbero essere tanti e uno per esempio sarebbe i film di Miyazaki, dove c’è uno studio delle figure femminili in contrappunto con i corrispettivi maschili che meriterebbe un post a sé. Dovendo scegliere ho preso proprio la fascia di età 9-10 in cui l’opposizione si inasprisce e comincia il cambiamento fisico. Inoltre i film sono volutamente non d’animazione.

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  3. Brave è tra i nostri preferiti, qui siamo a 3 anni e mezzo. Anche Rapunzel a modo suo è abbastanza controcorrente.

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  4. Che belli!!!
    Ho visto “Sognando Beckham”, “Billy Elliot” e “Tomboy”.
    Soprattutto gli ultimi due mi sono piaciuti tanto.
    Si potrebbe aggiungere “Brave-Ribelle”, in cui la ragazzina non corrisponde affatto ai classici canoni della principessa… per fortuna!

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  5. Ottime proposte per un ottimo argomento. Quando fai riferimento all’inizio del distacco maschi/femmine, parli di 8-9 anni. La mia ne ha 4 ed ha già iniziato, che faccio? Mi preoccupo?

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  6. Bellissima selezione!
    Tra l’altro Billy Elliott, che le ho già proposto qualche mese fa, sarà uno dei nostri prossimi appuntamenti in musical.
    E niente ci piace troppo! 🙂

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  7. Pure io mi ricordavo vagamente che il titolo originale aveva a che fare con un tiro particolare di Beckham, meno male che Supermambanan mi ha ricordato com’ era, visto che noi da un po’ ci procuriamo in massa tutti i piattini-film e spesso e volentieri li guardiamo in inglese con i sottotitoli, (o in italiano che per noi equivalgono al ripasso di lingua).
    Piattins, complimenti, hai azzeccato un tema che secondo me ci terrà occupati fino all’ estate e oltre, e mi piace un sacco la cosa dei bambini-ponte. La classe di figlio 1 è stata quasi sempre tutta una classe ponte, quest’ anno li hanno divisi, metà accorpata alla classe più grande che è un delirio di preadolescenti fissati su sesso e sessismo, e la sua metà con quelli più piccoli che conoscono dall’ asilo (avevano bambini e soldi solo per due classi invece che tre e hanno trovato questa soluzione fantasiosa rispetto al fare una megaclasse doppia di 31 bambini insieme ai sessisti). Sono curiosa di vedere come si ricomporranno il prossimo anno quando i grandi passano alle superiori.
    E dei tuoi draghi, il Dragon Trainer ha avuto un successo enorme e risvegliato emozioni e domande che ancora sto analizzando (cioè, l’ avremo visto almeno 17-18 volte)

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  8. I primi due sono anche due dei nostri preferiti. Mi permetto di fare la solita pignola e dire che la traduzione italiana in “sognando Beckam” mi irrita un attimo perché gioca (di proposito secondo me) con l’idea che il “sognare” potrebbe essere in senso romantico 🙂 Il titolo originale è “Bend it like Beckam”, e si riferisce alla classica punizione curvata (“bend”) del nostro.

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