Bambini a dieta: si o no?

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Per parlare di alimentazione servono persone competenti. Per questo abbiamo chiesto alla dottoressa Cecilia Verga Falzacappa, biologo nutrizionista, dottore in endocrinologia e medicina molecolare e specialista in patologia clinica di chiarirci un dubbio molto ricorrente: un bambino in sovrappeso, deve essere messo “a dieta”?. La risposta sembra scontata: come si fa altrimenti a farlo dimagrire?
E invece no: tutto dipende da cosa si intende per “dieta” e “dimagrire” per un bambino. E per la sua famiglia.

L’alimentazione dei bambini è spesso LA preoccupazione del genitore. “Ha mangiato? “ “Cosa?” “Quanto?”. Eppure non sempre ci è così chiaro Quanto deve mangiare un bambino? Cosa? Quando?

Viviamo in un mondo in cui l’equilibrio sembra essere un miraggio in ogni cosa. E anche alimentarci in maniera equilibrata non sembra essere poi così facile.
C’è l’ansia del troppo, in un’epoca in cui spesso, soprattutto le donne sono ossessionate dalla linea e dal non mangiare una lunga lista di cose proibite. Oppure la ricerca del troppo, figli di quella tradizione per cui un bambino in carne è sano, e “mangia che è tutta salute”.

E invece?
Invece ci ritroviamo spesso con bambini che non sono così in salute, anzi, che la loro salute la mettono a rischio, oggi, e soprattutto domani.
Il sovrappeso infatti no ha solo implicazioni estetiche (grasso è bello qualcuno diceva), ma soprattutto salutari.
Il tessuto adiposo è un tessuto infiammatorio, produce ormoni specifici, interagisce e influenza altri organi e funzioni del nostro corpo. La sua presenza ci espone al rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, patologie endocrine e metaboliche, oltre al fatto che banalmente peggiora la nostra performance fisica, cosa forse non tanto banale in un bambino il cui gioco dovrebbe essere in grande percentuale fisico.

E allora che si fa? Passiamo all’ansia del troppo poco? Quella in cui facciamo respirare (non sempre in modo così nascosto) al bambino il suo essere “troppo”, quella in cui imponiamo divieti, restrizioni, trattamenti diversi?
No.

Esistono varie scuole di pensiero ma tendenzialmente un bambino non si fa dimagrire. Ad un bambino (come ad un adulto, nella maggior parte dei casi) si insegna a mangiare. E si insegna a mangiare ad una famiglia.
Perchè ricordiamoci che la storia dell’esempio, che tutte noi mamme conosciamo, vale ancor più per l’alimentazione.
Perchè mangiare è uno stile di vita. E perché, innanzitutto, quel bambino non deve sentirsi diverso, grasso, ciccione, troppo. In parte lo è perchè noi non abbiamo saputo educarlo bene, non demonizziamolo. Così iniziamo a rieducarci, tutti.

Poche e semplici regole:

– Facciamo la colazione, il pasto più importante del giorno, con cose sane.

– Mangiamo insieme e le stesse cose, di qualità, stagionali, territoriali

– Non ci abbuffiamo! Mangiamo con calma e diamo il tempo al nostro corpo di capire che abbiamo mangiato.

Non usiamo il cibo come premio o castigo.

– Non proibiamo nulla, ma piuttosto limitiamo.

– Evitiamo l’uso eccessivo di bevande zuccherate e dei succhi di frutta al posto della frutta.

– Mangiamo tanta frutta e verdura.

Insomma: riscopriamo il gusto della nostra cucina, dello stare insieme a tavola, educhiamoci al gusto del mangiare bene!
E muoviamoci! Non solo con lo sport ma in generale sfavorendo le abitudini più sedentarie.

Quindi la dieta si, intesa come alimentazione sana, per tutta la famiglia. Così che il nostro bambino “in carne” possa serenamente andare a mangiare il gelato con i compagni di classe senza dover essere escluso perché è “a dieta”.

– di Cecilia Verga Falzacappa –

(foto credits Dmitry Ryzhkov)

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13 thoughts on “Bambini a dieta: si o no?”

  1. Bel post. Non so perché me l’ero perso.
    Io ho due figlie su tre cicciotte, me ne preoccupo il giusto. Nate premature, latte artificiale che sembrava non bastare mai (!), svezzate presto, ma non credo sia quello il problema.
    In casa mia si mangiano prevalentemente cose sane, pochissima carne, frutta e verdura spesso dell’orto del vicino. Andiamo in spiaggia e porto cetrioli a merenda e loro ne chiedono due a testa (!). Questo non significa che non si possa mangiare una fetta di pane e nutella a colazione, ogni tanto. Io personalmente sono cresciuta a nutella a cucchiaiate e sono sempre stata sottopeso. La nostra dieta comprende praticamente tutto, soprattutto cose sane, ma tutto in quantità moderate, ci si alza da tavola senza slacciarsi i pantaloni e senza i pensieri confusi dalla sazietà.
    Ti dico quello che secondo me è il vero problema: le mie figlie mangiano fuori casa. La dieta scolastica è bilanciata, ma prevede carne quasi ogni giorno e io non sono d’accordo. Le bimbe chiedono il bis della pasta e la maestra glielo concede. Mia madre dice “poverine” quando le vede mangiare cetrioli con gusto e rifila buonissima focaccia fatta in casa quasi ogni giorno. Dopo la merenda a scuola merenda a casa.
    Ma che fai? Entri in un loop dove tu colpevolizzi la nonna/ la maestra e loro colpevolizzano la bambina perché mangia?
    Continuerò a cercare di indirizzare mia madre, evitando scontri in cui finisca anche la bambina. Continuerò a farle far sport, e a farle mangiare cose sane quando cucino io. Forse non faccio abbastanza ma la paranoia attorno al cibo è una delle cose che mi manda più in paranoia. È un problema anche questo. Forse dovrei cercare di superarlo imponendomi di sedermi a tavola con mia madre, pianificando un menu per questo ultimo mese estivo, anche se odio preoccuparmi del cibo. 🙂

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  2. @closethedoor assolutamente!! Chi ha detto che sano corrisponda a triste??? Un panino con della cioccolata fondente, una fetta di ciambellone fatto in casa scegliendo gli ingredienti giusti, così come un gelato non dovrebbero mancare per un bambino!

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  3. Io sto iniziando ad avere qualche dubbio sul peso della Stellina che è sempre stata bella in carne, per il momento non è grassa ma ha un bel dente per i dolci (come i suoi genitori), quindi mi trovo a cercare di limitare merendine e dessert ponendo un limite dell”uno al giorno”, o la merenda o la sera.
    Invece a scuola mi sono trovata in una situazione simile a Federica quando le maestre mi hanno detto che mia figlia elemosinava la merenda dai compagni e mi hanno chiesto se era a dieta. Sono caduta dalle nuvole, poi in realtà ho realizzato che avevo preso alla lettera la loro raccomandazione di dare ai bambini una merenda “sana” e avevo messo solo frutta, neanche ad esempio un panino con burro e marmellata (la mia merenda preferita da bambina, e fino a 30 anni sono stata normopeso). Quindi ho deciso di introdurre qualcosa che somigliasse a una merendina, un panino bianco con una striscetta di cioccolato, e il problema non si è posto più.
    Non sapendo se ci sono problemi particolari nel caso del figlio di Francesca mi verrebbe da chiedere se proprio non è possibile concedere qualcosa per farlo sentire meno diverso dai compagni.

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  4. Per me è facile parlare: ho due figli magri.
    Io invece non lo sono.
    Sono dolorosamente consciaa di tutti gli errori che ho fatto, a partire dall’adolescenza.
    Errori che mi continuo a trascinare.
    Quindi io sposerei in pieno la tesi di @andrea.
    E sono diventata fortemente convinta sulla divisione di responsabilità.
    Anche mio figlio si lamenta che in casa nostra non entra il junk food, che però è permesso occasionalmente.

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  5. @federica le informazioni così fornite restano insufficienti, davvero. prima di consigliare un piano alimentare ci sono molte cose da sapere. Rinnovo il mio consiglio di andare anche da un nutrizionista che si occupi di bambini(forse il medico specialista di cui parlavi?). se vuoi comunque possiamo parlarne meglio via mail. drceciliavergafalzacappa@gmail.com

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  6. @Andrea. Bambino di 8 anni. Mai messo a dieta. Svezzato a latte materno. Solo cercato di regolare la sua fame di cibo sano (te lo assicuro: sano). No bibite gassate. No merendine. Poca pizza.
    Scuola camminando andata-ritorno.
    Merende con yogurt o frutta. Colazione regolare.
    Attività fisica abbastanza regolare.
    Io spiego che può mangiare tutto ma deve autoregolarsi per il bene della sua salute. Che il mio è un modo di insegnare un’alimentazione sana.
    Lui si sente a dieta rispetto ai suoi compagni che mangiano caramelle/patatine/pizza/merendine senza regole.
    @Cecilia il medico specialista dal quale il bambino va dice poco. Faremo presto analisi.

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  7. @Federica e @mammaperplessa: non è per pubblicizzare la categoria, ma nei casi di sovrappeso è necessario rivolgersi ad una figura professionale adeguata. Questo perchè sapere quale sia un’alimentazione sana, bilanciata, corretta nei tempi e nelle modalità di cottura, nelle combinazioni e altro, e adeguata specificatamente a quel bambino, non è così banale come si pensa. Inoltre l’intervento su un bambino in sovrappeso (che NON deve dimagrire ma mantenere il peso)deve essere pensato sotto molteplici aspetti, non solo alimentare. Va dato peso all’attività fisica, per dirne uno, e senz’altro è necessario stabilire delle adeguate strategie psicologiche per evitare di passare da un atteggiamento scorretto ad un altro.
    @andrea @luca melchiorri. articolo interessante, che riassume teorie note nel campo nutrizionale, non per niente vi confermo che anche io (e non sono assolutamente l’unica) parlo di rieducazione alimentare e ,anche in caso di diete dimagranti, non uso l’approccio della dieta ipocalorica e triste !!

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  8. 5 anni fa. Bambino nato con peso regolare, madre tornata a casa dall’ospedale con latte artificiale in borsa. Allattamento partito malissimo. Il pediatra gli dice di continuare con fiducia l’allattamento al seno, ma loro contattano il vecchio pediatra di famiglia privato ormai 70enne che in cambio di moneta sonante gli dice che non ha il latte, e consiglia allattamento artificiale ad orario. Arrivati ai 4 mesi partono con svezzamento tradizionale con porzioni assegnate dall’illustrissimo pediatra comprensivo di grammature. Il bimbo cresce, continua a crescere, imboccato, costretto sulla sedia finché non finisce l’ultimo cucchiaio di pappa imposta dal pediatra. Impara che mangiare rende felici i suoi genitori e naturalmente i nonni. Cresce in maniera disumana perché non smette mai di mangiare (la creatura ha fame dicono). Fast forward 5 anni dopo. Bimbo in sovrappeso, soluzione del pediatra mettiamolo a dieta. Aggiungo che tutti gli adulti in famiglia mangiano bene e nessuno è in sovrappeso, quindi non si tratta di un problema di alimentazione familiare sbagliata. Storia di disordini alimentari prevedibile praticamente dal primo giorno. Che tristezza!

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  9. @Federica,

    non dici quanto ha il bambino, né come sia cresciuto, tuttavia piuttosto che far provare carenza di cibo al bambino andrebbero ricercate le cause che lo fanno comportare in un determinato modo. Come tu stessa dici, cercando di risolvere un problema rischi di crearne un altro.

    Inoltre dici che il bambino ha uno “spiccato senso per il cibo buono e di qualità”, e con quello mi sembra difficile si possa davvero esagerare… L’unica è lasciare che il bambino si regoli da solo e scopra da solo quand’è che è sazio, piuttosto che sentirselo dire da terzi.
    Come diceva Serena nel post dell’altro giorno, il genitore decide il quando e il cosa, il bambino il quanto e il quale.

    Per finire, scusate l’autocitazione, ma ecco un post sul perché le diete NON servono:

    http://www.autosvezzamento.it/alimentazione-dieta-appetito-svezzamento/

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  10. … E se dopo aver fatto tutto ciò il bambino continua a mangiare ed essere in sovrappeso? Gli si deve per forza insegnare che mangiare troppo e quindi ingrassare gli farà male alla salute!
    E quindi psicologicamente lo si porrà davanti al rischio che sviluppi delle propensioni all’anoressia?
    È un tema difficile e credetemi, non è scontato nemmeno per un genitore che mangia sano spiegare cosa è l’equilibrio a tavola ad un bambino che ha uno spiccato amore per il cibo buono e di qualità.

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