I bambini e la noia

Estate! Tempo di giochi all’aperto, di corse, di castelli di sabbia. Forse. Ma per me l’estate è anche tempo di noia, di dolce far niente.
L’estate è fatta di giornate da riempire come si vuole. Ma anche di pigrizia, di voglia di starsene semplicemente li. E’ la stagione per eccellenza in cui i grandi ti chiedono “che fai?” e tu rispondi “niente” (cit. Winnie The Pooh)
Eppure io ho la sensazione che la generazione dei nostri figli sia troppo abituata ad essere intrattenuta.

Non so se è grazie alla maturità che si raggiunge con il secondo figlio, ma mi capita sempre più spesso di guardare mamme e papà con il loro primo figlio che si affrettano ad offrire sognagli, a proporre giochi, a fare domande e dare risposte, e a trattenermi dal dire “ma lascialo stare!”. Perché spesso li vedo intervenire anche quando il figlio in realtà se ne sta tranquillo a farsi i fatti suoi. Sono stata anche io così con il Vikingo? Forse, ma il mio instinto mi porta spesso a seguire la filosofia del lasciare vivere, ossia finché il bambino non mi cerca io non ci sono.
Però ammetto che con il primo figlio sono stata cercatemente più proattiva che con il secondo figlio, anche grazie alla differenza di temperamento tra i due.

Penso alla mia infanzia e non ho memoria di mia madre seduta sul pavimento a giocare con me e mia sorella, anche se sono certa che lo abbia fatto più di una volta. Mi ricordo più di mio padre, soprattutto se si trattava di costruire una pista troppo difficile da fare da sole, ma mia madre no. Eppure me la ricordo cantare in macchina con noi, o giocare ad arriva un bastimento carico di…per intrattenerci nei lunghi percorsi. Ma quando si stava a casa lei aveva le sue cose da fare, e noi dovevamo ingegnarci da sole ad intrattenerci. La TV veniva vista decisamente molto poco, i videogiochi erano inesistenti, e non c’era nessun i-coso da accendere.
E il mio ricordo dei pomeriggi passati ad annoiarci è velato di una sensazione di piacevolezza. Anche perché era proprio in quei pomeriggi che siamo riuscite ad inventare i giochi più divertenti.
In fondo sono convinta che la noia sia il seme della creatività.
Svuotare il cervello, potersi rilassare invece di correre tra una attività e l’altra, avere l’imbarazzo di scegliere cosa fare e decidere di non fare nulla. Questa è l’attività migliore per sviluppare idee nuove.

Eppure quella richiesta continua di attenzione da parte del Vikingo, quel “mamma mi annoio” è sempre li presente a farmi chiedere come sia possibile trascorrere una giornata a casa e riuscire a malapena a svuotare la lavastoviglie.

Mi ricordo mia nonna materna, che ha cresciuto 5 figli e 7 nipoti. E nemmeno lei giocava con noi. Ci raccontava storie, è vero, però me la ricordo impegnata nelle sue mansioni domestiche e noi nipoti a giocare da soli o ad aiutarla ad aprire baccelli di fagioli. Anche ad annoiarci nel farlo. O ad annoiarci da soli.

Allora mi chiedo se e dove sbagliamo. Con questo essere sempre e comunque a loro disposizione per intrattenerli in qualche modo non stiamo forse privandoli della possibilità di annoiarsi a dovere? Con il nostro offrirgli di vedere un film o tirare fuori un videogioco per superare un momento di noia, non gli stiamo forse togliendo la possibilità di sviluppare la fantasia, di fermarsi a coltivare la loro creatività?

Oggi ho una gran voglia, al prossimo “mamma vieni qui. Mi annoio!” che viene urlato dall’altra stanza, di rispondere “bene tesoro! Annoiati un po’! Che di noia non è mai morto nessuno. E magari ti fa anche un po’ di bene.”
Lui non capirà. Non subito comunque.
Forse si arrabbierà con me.
Ma non importa.
Forse troverà una soluzione anche da solo.
E la noia potrebbe anche trasformarsi in un’ottima alleata.

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35 thoughts on “I bambini e la noia”

  1. Ricordo con immenso piacere il gioco preferito mio e dei miei fratelli: Far Finta. Bastava un bel prato e tanta fantasia ed ecco che mi ritrovavo regina di un mondo tutto mio oppure mamma di 10 figli o padrona di cento cani (uno per razza)e cuccioli, tanti cuccioli…mio fratello dal suo angolino di prato sparacchiava con la manina a inesistenti nemici…io spero che anche mia figlia un giorno possa giocare così.

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  2. Grazie per il link, lo sottoscrivo in pieno. Mia figlia è “parzialmente unica” ;), mio marito ha due figli più grandi dal primo matrimonio. Ebbene, se prima della nascita di mia figlia l’arrivo dei ragazzi nel weekend significava un bel po’ di lavoro in più… da quando c’è la piccola, se ci sono i grandi io ho più tempo per me, perché lei fin da piccolissima non solo ama farsi intrattenere dai fratelli, ma gioca anche di più da sola quando ci sono loro.

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  3. Silvia, però è tremendamente difficile.

    A questo proposito volevo spezzare una lancia a favore delle varie “attività organizzate”. Con moderazione certo, ma secondo me, per dire, l’asilo non è tanto un posto dove un bambino viene costantenmente intrattenuto mentre i genitori lavorano, è un posto dove VENTICINQUE bambini tra i 3 e i 6 anni stanno insieme sotto l’occhio vigile di ben DUE (massimo tre) educatrici (asilo comunale in Germania). Cioè il rapporto tra il numero adulti e bambini è ottimale perché un bambino possa, se e quando vuole, farsi i cavoli propri, in sicurezza. In effetti quando vado a prendere mia figlia spesso la trovo che gioca da sola in cortile – non “isolata”, quello mi preoccuperebbe, c’è sempre gente intorno, ma per i fatti suoi, presa dalle sue cose, dal buco che sta scavando, dalle formiche che sta studiando.

    Così anche le altre attività tipo il gruppo estivo – senza esagerare, cioè non sto parlando di 8 ore al giorno tutte le vacanze eh – danno ai bambini la possibilità di sperimentare cose senza essere costantemente sotto la sorveglianza dei genitori… visto che comunque i nostri figli la possibilità di uscire da soli e andare per campi non ce l’hanno (ma ne hanno tante altre, quindi bando ai sensi di colpa almeno per quello).

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  4. Claudia, altro che OT! Secondo me hai centrato un punto importantissimo. Lasciamoli annoiare da soli, che almeno così si annoiano a modo loro, invece che a modo nostro! E magari poi, ci accorgiamo che non si annoiano affatto.

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  5. Sì Daniela, non solo non stanno mai soli, ma c’è sempre qualcuno (noi) pronto a offire, anzi IMPORRE aiuto, consigli, pure quelle rare volte in cui (sempre sotto osservazione) li lasciamo arrampicare sugli alberi stiamo lì a dire metti un piede lì, poi un altro là, guarda che così scivoli.

    Ho il vago sospetto di essere OT ma no, secondo me la scarsa capacità di annoiarsi dei “ggiovani d’oggi”, e il loro essere comunque sempre più o meno sotto la supervisione di qualcuno, sono collegate. Se mia figlia tutta concentrata sta disegnando su un foglio di carta sul pavimento e io ogni due minuti le ricordo di stare attenta a non sforare sul parquet, certo che lei dopo un po’ si stanca e viene a piagnucolare da me.

    Guarda io per ora sto facendo degli sforzi incredibili per mordermi la linguaccia e non dire niente a meno che mia figlia (3 anni quasi e mezzo) non chieda esplicitamente aiuto. Ma è difficile, maledettamente difficile con un bambino solo. Dovremmo farne di più, di figli, almeno quattro-cinque a testa. Parafrasando uno slogan del bookcrossing, “più bimbi, più liberi” 🙂

    L’altro giorno mia figlia ha passato almeno un’ora a giocare da sola con un moscerino, prendendolo tra le dita e facendolo volare. Mi ha fatto un po’ tristezza (mia figlia, non il moscerino ;)) ma sembrava divertirsi e io avevo da fare e nonostante questo ho dovuto usare tutto il mio self-control per non ripetere ossessivamente: ma povero moscerino, lascia stare quel poveretto, stai attenta a non schiacciarlo… Sì ok il moscerino non è sopravvissuto, ma il grande capo Estiqaatsi mi ha confermato l’utilità pedagogica del prendere confidenza con la natura nonché dell’essere finalmente lasciati in pace 🙂

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  6. D’accordo sulla noia, un po’ ci vuole.

    Ma rispetto a un tempo ci sono differenze abissali. Ci pensavo parlando con mio marito delle nostre bimbe… Una generazione sola e una differnza abbissale. Lui si lamentava che ai suoi tempi non si permetteva certe cose, a casa non rompeva nulla, con sua madre zitto e ascolta, e se andavano a trovare qualcuno stava lì dritto o seduto, a seconda degli ordini, in silenzio, senza disturbare e senza permettersi di sbuffare “loro invece, pazienza zero, saltano qua e là come scimmie, rompono tutto e se ti giri un secondo sono disastri”.

    E’ vero. Per preparare un borsone per il mare ho dovuto ripulire il divano da non so quanta crema solare e una sedia da un bel po’ di shampoo… e per preparare pranzo non so quante cose raccatto da terra. Se va bene e non si prendono a botte e piangono…

    Però… però lui era libero! Casa in alta collina, roba vecchia, fuori prati, cantine, prati, usciva dalla finestra della camera e aveva spazio, spazio, spazio, in casa non stava mai, ve li ricordate i film di una volta? Bambini che uscivano, lontani da casa, tornavano di sera quando faceva quasi buio e i genitori non chiedevano dov’erano stati, ma sgridavano perché era tardi. un pomeriggio intero soli, bambini piccoli, 6 anni, o poco più. Andava dai vicini, andava in giro, a piedi, in slitta, si faceva male e non lo diceva a nessuno, alberi, prati, rovi, buche, capriole, a volte solo, a volte con qualche figlio di vicini. Noia? Vabbé, si corre di più…

    Ora hanno i muri delle case. Escono con noi, o con altri adulti, non stanno mai da soli. Mai. Meno possibilità di fare errori. Quante volte si picchiavano tra di loro, e a casa a non dire niente? Ora mamma ti vede. quante volte salivano su quell’albero vietato? ora papà ti vede. Se poi sei con la nonna altroché saltare dall’alto per cadere sulla neve, restare incastrato e tornare a casa scalzo perché non sei riuscito a tirare fuori lo stivale… Certo che è più facile, poi, stare fermi come soldatini quando una volta all’anno vai a fare gli auguri di Natale alle zie! 😉

    Ecco, davvero si annoiavano di più?

    Per il resto, anche io non so se la noia aiuta la creatività, o se è una conseguenza di altro. Per fortuna anche io ho una seienne che si inventa di tutto, e una duenne che è meglio non lasciare tanto sola. A volte si annoiano. Allora propongo qualcosa, se mi chiedono. Ma vedo che è sempre voglia di… andare via. Via dal parco giochi, via da casa, perchè non c’è mai alternativa che vada bene finché non si cambia. E allora mi chiedo si, se non ci siano troppi muri che li chiudono. Ma tant’è, si abituano a tutto questi figli. Anche alla noia, se non spaventa i genitori, anzi, vedo che a volte anche a loro piace annoiarsi, facendo poco o niente. almeno per ora.

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  7. Giusto l’altro giorno l’erede ha potuto sperimentare la “vuotezza” di un pomeriggio senza tv o videogiochi. Sì lo so che per molti bambini questa è la normalità, ma non per il mio. Così alla frase “Mamma ma cosa faccio adesso?” la mia laconica risposta è stata “Non è un problema mio”.
    Ed è vero. Come figlio unico ho pensato a lungo fosse mio dovere sostituirmi al fratello mancante per far trascorrere le ore a mio figlio. Ma avrò fatto poi davvero bene? Se non trova una sua indipendenza nel gioco la troverà poi nella vita? O sarà di quelli che anche andati a vivere da soli cercano di rifilare i panni sporchi da lavare alla madre? Il gioco dovrebbe essere la loro prima scuola di vita, ma se mi intrometto che messaggio trasmetto? Che solo io so come farlo non annoiare e che lui ne è incapace?

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  8. Superoronza, sì, l’età c’entra molto, sono d’accordo con te. Un bambino in età scolare è molto più consapevole della sua noia ed è più facile che sviluppi da solo gli strumenti per aggirarla. Anche un bambino iperenergetico, dopo una certa età impara a stare in casa e a intrattenersi con attività più sedentarie ma che lo impegnano intellettivamente. Si acquisisce una maturità per gestire la noia.

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  9. Anzitutto volevo farti i complimenti perché posti sempre degli argomenti interessanti. Io non commento mai, ma questa volta hai tradotto in parole una riflessione che faccio da parecchio tempo. In realtà la riflessione riguarda me piuttosto che i bambini. Da quando ho iniziato a lavorare non ho più avuto il piacere di annoiarmi a lungo, non parliamo poi da quando ho avuto i bambini! Ho sempre pensato che la noia fosse l’anima della creatività. Dai momenti in cui mi sono annoiata di più è scaturita un’energia incredibile che mi ha sempre stupito. Per quanto riguarda i bimbi però mi viene da pensare che forse la noia ha una correlazione con l’eta’. Mi spiego meglio. Quando un bimbo è piccolo non credo che abbia gli strumenti (lui da solo) di capire che è annoiato e di trasformare quel momento in qualcosa di positivo o semplicemente di godersi quel momento. Quando dico piccolo parlo di un bambino in età prescolare. Sicuramente bambini un po’ più grandi hanno gli strumenti e la capacità di “stare” in un momento di noia. E poi a questo riguardo secondo me non è da sottovalutare il discorso amplificato. Il mio primo figlio ha 4 anni e mezzo, è amplificato e di norma è molto difficile da gestire quando stiamo in casa (all’aperto per fortuna è tutta un’altra musica! :)) . Non parliamo poi di quando si annoia. È capace di ridurre la casa ad un campo di battaglia in meno di 5 minuti! E allora devo intervenire per cercare di canalizzare la sua energia in un gioco costruttivo e non distruttivo (se voglio avere ancora una casa!:-D ). Per questo sopra parlavo di età. Sperando che sia una questione di età e che la cosa crescendo migliori!

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  10. Questo post mi ha interessato molto. Proprio in questi giorni riflettevo con mio marito sulla quantità e qualità di stimoli che si danno ai figli: sono troppi? Troppo pochi?
    In numerosi testi di pedagogia si legge che il cervello dei bimbi nei primi anni di vita ha potenzialità enormi, che dai 6 anni inizia a perdere, guarda caso proprio quando inizia la scuola. Allora i genitori sono spinti a stimolarli e insegnar loro attività , nozioni, concetti…e devo dire che cerchiamo di farlo anche noi!
    Ma al contempo penso sia sbagliato non lasciar loro tempi di pace, o di ozio o noia, in cui possano rilassarsi e imparare a inventare, a sognare e a creare.
    Conosco alcuni bimbi che dopo il nido hanno un giorno inglese, un giorno lezioni di psicomotricità , un giorno musica… Ma non e’ troppo???!!!
    Ah, abbiamo due nanetti, una bimba di 2 anni e un bimbo di 6 mesi.
    Un caro saluto!

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  11. Ciao,

    questo post mi ispira un mumble-mumble gigantesco – sono diversi giorni che ci rumino sopra.

    Innanzitutto – il fatto che i nostri figli debbano essere, eventualmente, più intrattenuti di quanto lo fossimo noi (?? non so) secondo me è una conseguenza del fatto che a) i bambini sono “pochi” e quando non sono figli unici, tra un figlio e l’altro ci sono spesso diversi anni di distanza, e b) i bambini di solito non hanno libero accesso a posti per loro interessanti dove potrebbero perdersi a giocare per i fatti loro. Tipo, un giardino, un bosco. Quando i nostri bambini corrono per i campi, lo fanno quasi sempre perché noi li abbiamo presi e portati lì, magari come evento della settimana, e lo fanno sotto i nostri occhi vigili. Non so se questo sia giusto o sbagliato… noi (penso la maggior parte di noi) oggi viviamo così.

    Sul valore pedagogico della noia, non so, mi sembra una cosa un po’ gonfiata tanto quanto il valore pedagogico di alcuni giocattoli. Di buono la noia ha che è gratis 😉

    Secondo me non è tanto questione di insegnare ai bambini a usare la creatività – se sento le scuse che mia figlia s’inventa per poter guardare la televisione, direi che sullo stato di salute della sua creatività posso stare tranquilla. Invece il punto è insegnare ai bambini che sì, ci sono loro e sono bellissimi e la gioia della nostra vita, ma ci sono anche altre cose che vanno fatte. E se ti annoi, tesoro, puoi sempre aiutarmi a stendere il bucato e svuotare la lavastoviglie, per dire. Oltretutto, scusate, ma io dopo tre minuti di pentoline e/o mattoncini e/o playmobil MI ANNOIO. Non ho tre anni. Quindi posso sforzarmi di rendere la mia attività interessante per mia figlia, così che lei possa partecipare, ma non mi si chieda di sedermi sul pavimento per delle mezz’ore a giocare o disegnare.

    Altro discorso è quello di cercare di creare degli spazi dove i bambini possono giocare da soli senza che qualcuno ogni minuto vada a controllare e commentare – oh che bel disegno – oh che bella torre – oh ma come sei bravo – oh, ti sei disegnato sulle mani, vai subito a lavarti. È difficile, io ho smesso da poco di fare la mamma sonar che se non sente la figlia per un minuto comincia a chiamare – dove sei? che fai? Ecco, di questi spazi in cui i bambini possono anche sperimentare delle cose (“fare monellerie” insomma 😉 ) secondo me c’è più bisogno che della noia in sé. Spazi – non solo fisici ma anche temporali – in cui i bambini possano concentrarsi su quello che stanno facendo senza interruzioni.

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  12. …genitori non giocanti con loro… (e gli altri refusi si capiscono dal contesto, mi pare).

    Che stress non poter, eventualmente, correggere i post!

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