Amore

La grafica del calendario dell’avvento di genitoricrescono è realizzata da Giada di quandofuoripiove. Bello vero?
La grafica del calendario dell’avvento di genitoricrescono è realizzata da Giada di quandofuoripiove. Bello vero?
Che rogna. Che rogna parlare dell’amore in questi giorni. Sono settimane che cercano di metterci paura, e la paura è uno dei tanti contrari dell’amore. Sono anche giorni che cercano di convincerci che “il” problema è il presepe, il bambinello, il crocefisso. No: il problema, non di oggi ma di sempre, è l’amore.
Perché l’amore non ha definizione: non è un concetto, ma non è un’esperienza; non serve provare a comprenderlo ma non serve parlarne; non serve provare a incastrarlo né col divino né col materiale. Fino a qui ci siamo tutti: quindi?
Se penso a cosa può essere l’amore, per un genitore, mi viene in mente solo: follia. Per mettere al mondo chi non te l’ha chiesto, qui dove c’è gente che si fa saltare in aria in un concerto rock per “questioni religiose”, dove decidono di licenziarti “per il bene dell’azienda”, dove un padre stermina la famiglia per “paura di perdere tutto” – qui dove molti speculano schifosamente su queste parole… per mettere al mondo qualcuno in posto del genere devi essere proprio fuori di testa.
Quanto lo devi essere, fuori di testa, per decidere di passare tutta la vita accanto a qualcun altro, come lo devi essere per decidere di rimanere solo e avere mille compagni o compagne di viaggio, come lo devi essere per dedicare il tempo che hai per qualcosa di sociale, comunitario, volontario, solidale. E come ci si sente scemi a dover difendere questo amore, qualunque amore, da chi lo sfrutta per interesse o per ignoranza.
Non pretendo quindi di dire qualcosa di valido per tutti e tutte – non esiste una forma d’amore universale – mi limiterò a dire questa cosa palesemente contraddittoria – perché l’amore non è manco coerente: io, Lorenzo, genitore biologico, uomo, eterosessuale, sposato, dico che «love is a many gendered thing».
Traducetevelo.

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