Amelia e zio gatto. Indagine alla PMI.

amelia e zio gatto– Mamma che è kesto libro?
– Niente amore. E’ un libro di mamma
– Ma, ‘spetta mamma. Qui vedo un gatto!

Qualche settimana fa, il Vikingo si è soffermato a guardare con estremo interesse il mio libro appena scartato dal pacchetto che ho ricevuto via posta direttamente dall’Italia. Me lo ha mandato Silvia, e…grandissima emozione: c’è pure la dedica dell’autrice, Anna Lo Piano, anche nota in rete come piattinicinesi! Sono commossa. Non vedo l’ora di leggerlo e non ho nessuna intenzione di condividere la lettura con mio figlio quattrenne. In primo luogo perché è MIO. Si lo so che è un libro per bambini, e non è pensato per mamme quasi quarantenni, ma che ci volete fare? Io amo i libri per bambini. Li adoro. Quando andiamo i biblioteca è una lotta eterna con il Vikingo per decidere quali libri leggere. Alla fine ne scegliamo metà per uno e leggiamo a turno uno scelto da me e uno scelto da lui.
Quindi tento di convincere il Vikingo che questo non è un libro per lui, facendogli vedere che non ci sono figure. In realtà ce ne sono, non tante come i suoi libri, ma ce ne sono, e sono anche molto belle, visto che è sapientemente illustrato da Chiara Nocentini, e infatti lui mi dice “noèvero mamma! Ecco guadda qua!” e mi mostra subito una bellissima immagine in cui Amelia porta lo zio gatto nello zaino. In qualche modo riesco a distoglierlo dall’oggetto del desiderio, e gli prometto che lo leggeremo un’altra volta.

Prima voglio leggerlo io da sola.

Amelia e zio gatto mi appassiona sin dalle prime righe. Che Amelia sia una bambina sveglia si capisce subito, e che suo zio, un gatto che va in giro indossando un gilé, nasconda molte sorprese è praticamente una garanzia. E infatti Amelia inizia con il non volere andare a scuola. Oh, come mi sarei identificata bene con questa bimba, se solo avessi ancora 8 anni! Perché lei non è che non voglia andare a scuola perché è una scansafatiche, o perché non sia una bambina curiosa. Tuttaltro! E’ anzi una bimba di quelle che quando decidono di scoprire qualcosa, ci si può scommettere che ci riescono. E infatti si mette subito ad indagare su un po’ di fatti strani a cui le capita di assistere, come ad esempio l’apparizione di un topo in TV, che indossa un turbante.
Non voglio dirvi nulla della trama, che è avvincente, e ben scritta. Ci si immerge con facilità nel mondo di Amelia, animato da ecologisti, giornalisti televisivi, uomini senza scrupoli, papà blogger, zii gatti, topi, zie matte, e un immancabile amico del cuore, Ale che segue Amelia nelle sue avvincenti avventure.
Voglio fare invece alcune riflessioni che riguardano alcuni aspetti della storia che mi stanno più a cuore come mamma. Il mondo di una bambina che vive con una zia un po’ fuori dalla norma, e uno zio gatto, non rispecchia esattamente l’immagine tradizionale di famiglia. Eppure questa anomalia la si vive nella lettura come una cosa normalissima. Questo l’ho apprezzato, come una spinta all’accettazione della diversità. In un mondo in cui il concetto stesso di famiglia si modifica sempre più, in cui i genitori si separano e le famiglie si popolano di zii, amici, compagni, è importante che anche nelle storie per ragazzi si rispecchino realtà diverse. Un allenamento importante all’accettazione delle molteplici forme della famiglia moderna.
Poi c’è l’ecologia. L’ecologia come valore. L’ecologia come ideologia. L’ecologia come un qualcosa per cui valga la pensa di cacciarsi nei guai.
C’è anche la televisione. La TV in “Amelia e zio gatto” è scadente, ha perso il suo ruolo di fornire buona informazione (chissà a cosa si è ispirata Anna Lo Piano?) Il giornalismo non è più quello di una volta, come ci ricorda pedissequamente zio gatto, che a suo tempo, quando il giornalismo era una cosa seria, lui era nientemeno che il direttore del TG di Telenotizia.
Ci sono tentativi di sconvolgere gli schemi, come nel fatto che il cibo della scatoletta del gatto possa diventare un piatto prelibato per una bambina, ma anche di ricordare i valori importanti: quelli dell’amicizia, come tra Ale e Amelia, della solidarietà anche con chi è molto diverso da noi, come nel caso di un gatto nei confronti di un eterno nemico quale il topo, e naturalmente dell’amore, quello vero, che porta a fare delle cose apparentemente impossibili, come ad esempio che un topo faccia di tutto per apparire in TV.

Il libro alla fine l’ho provato a leggere anche al Vikingo, ma non siamo ancora riusciti a finirlo, e lui è partito per le vacanze. Però diciamo che in effetti per lui è ancora un po’ troppo presto, e anche il concetto di TV (viviamo senza), di ecologia, o di giornalismo sono decisamente fuori dal suo immaginario. Però alla fine, quale modo migliore di un bel libro per iniziare ad introdurre qualche concetto nuovo? Quindi Amelia e zio gatto ci seguirà in vacanza e continuerò a leggerlo al Vikingo nei momenti di pausa tra un tuffo in mare e un altro.

Se invece avete una figlia o un figlio dai 7 anni in su, vi consiglio fortemente di portarvi il libro in vacanze. Garantito che sarà totalmente presa/preso dalla lettura, e voi potrete finalmente dedicarvi a leggere uno dei tanti libri che io e Silvia abbiamo scelto per voi. Scegliete tranquillamente dalla sezione libri quello che preferite.

E quando il libro è finito, le avventure di Amelia e Ale continuano sul loro meraviglioso blog: http://ilblogdiameliaeale.blogspot.com/

Se ti fosse venuta voglia di leggere questo libro, compralo usando uno di questi link e aiuterai questo sito a crescere
in Mondadori
LaFeltrinelli

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7 thoughts on “Amelia e zio gatto. Indagine alla PMI.”

  1. che voglia di leggere a mia figlia qualcosa che possa divertire anche me…noi siamo ancora nella fase delle storielle che durano al massimo 5 minuti, possibilmente in rima e da rileggere all’infinito!

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  2. Daniela, se fossi in te ci proverei, tanto poi è sempre una buona scusa per leggertelo te, e al limite riproporglielo tra un paio d’anni 😉

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  3. Ma che voglia di leggerlo!
    A parte quella della lotta in biblioteca… sai che sono arrivata a maledirmi per aver detto a Sara che può prendere 3 libri? Le avessi detto due, uno lo prendevo io… Ogni volta una lotta “ma non ti piace di più questo? e questo? ma a mamma piacerebbe tanto leggerti quello…”.

    Alla fine sono arrivata alla soluzione: lei si prende i suoi 3, e io a nome della sorellina prendo quelli che piacciono a me. Tié. Tanto la gnoma dal basso dei suoi 15 mesi non protesta, e io ad averle fatto già fare la tessera passo per la mamma brava e moderna 😀

    Ma 5 anni sono pochi? Considerato che alla mia piace un sacco farsi leggere libri? Stiamo provando la gabbianella e il gatto che le ha insegnato a volare, le piace, ma è ancora troppo lungo, troppi dettagli, lo vuole e io così sintetizzo… Questo è più semplice?

    Lei non vuole andare a scuole, abbiamo parlato di ecologia ma troppo velocemente, io voglio leggermelo e voglio leggerglielo! Ora mi guardo il link. Grazie!

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