5 tattiche felici per l’organizzazione familiare

Non so voi, ma con la primavera io sono combattuta e trascinata da due forze opposte: da un lato mi sento sovrastare dalla stanchezza, mi vengono in mente tutti gli impegni coordinati durante l’inverno, gli appuntamenti e gli obiettivi rispettati, e sento il desiderio di nascondermi e finalmente riposarmi, dall’altro lato, peró, è finalmente primavera, c’è il sole, le piante sbocciano e vorrei sbocciare anch’io, realizzarmi e far partire mille progetti.
Come tenere assieme queste due pulsioni opposte senza mettersi a rimuginare sul tempo perso e la stanchezza e, anzi, fare spazio alla felicità e ai desideri di tutti?
La felicità, i desideri e i sogni sono materiale fragile: hanno bisogno di spazio, aria e luce per sbocciare e crescere e qualche volta, per realizzare tutto ció, occorre un po’ di disciplina quotidiana.

L’esperienza mi ha insegnato che quanto più l’organizzazione familiare è difficile e in precario equilibrio e quanto più sfidanti e ambiziosi sono i progetti – con il rischio di abbattersi – tanto più occorrono tattiche semplici e immediate.
Eccone quindi cinque, di rapido utilizzo.

1) Decidere assieme

Poco tempo fa, avevo di fronte a me una lunga settimana di lavoro e il mio compagno sarebbe stato via. Questo significava farsi carico degli aspetti organizzativi dei bambini ma anche delle emozioni dovute alla stanchezza, alla malinconia per la sua assenza e allo stress dovuto alla mia solitudine.
Cosí ho giocato di anticipo.
Ho preso il calendario dei giorni che ci aspettavano e assieme abbiamo deciso come avremmo gestito gli impegni, i pasti, gli spostamenti.
Io non ho avuto in carico di pensare ad ogni cosa e loro, in alcuni momenti, hanno potuto fare riferimento a ciò che avevano pensato – quando si è un po’ giú o stanchi, che cosa puó fare meglio di sapere che stasera verrà preparato il tuo piatto preferito?


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2) Prevenire è meglio che curare

La vita coi figli ti insegna che l’imprevedibile è sempre dietro l’angolo: un’emozione forte vissuta a scuola, una caduta, una sfida “impossibile” nello sport, relazioni da decodificare e gestire… e poi richieste, nuovi appuntamenti da aggiungere in agenda. Occorre essere ben piú flessibili di Elastigirl!
Per questo la mia tattica è provare a pianificare quanto possibile: a volte basta lo sguardo lungo giusto 5 – 7 giorni per decidersi a comprare in anticipo quel regalo che servirà nel fine settimana, fare una lavatrice straordinaria per avere la divisa pronta per quando davvero serve (nonostante le macchie d’erba dell’ultimo appuntamento), vestirmi in un lampo al mattino e recuperare nel frigo un pranzo pronto senza partire già tutti nervosi e stressati – …. hai voglia a far spazio a desideri e felicità se alle 8 già devi far correre tutti per evitare di partire in ritardo.

3) Tempo per fare tempo per giocare

Per pianificare e decidere assieme le cose coi miei figli una delle cose più belle che mi hanno insegnato è di far spazio in agenda – assieme alle cose da fare, i compiti, gli schemi, le lezioni da ripetere – anche a un momento ritagliato al parco, una partita al proprio gioco da tavolo preferito, una sessione di lettura sul divano.
Quando lo faccio con loro, mi viene più semplice e immediate farlo anche per me: dopo un lavoro necessario ma noioso, mi programmo un momento di autoformazione, un’attività più nelle mie corde o anche solo la pausa caffé, ma meditata e goduta.
Il bello di essere genitori è anche in questo crescere e superare quelli che erano i propri limiti 😉

4) Lasciar scegliere

La vita da Genitori oggi non è semplice, la gestione delle attività e dei tempi è sempre più complessa ed esigente: se i tuoi figli fanno sport, ti sentirai in colpa perché non fanno musica; se faranno musica e sport, magari avrai tralasciato di potenziare la loro conoscenza di una lingua straniera… e cosí via. La tentazione di controllare, decidere e pianificare tutto è spesso presente, anche per ottimizzare tempi e attività e per far fronte alle varie esigenze e desideri.
Il rischio è quello di trovarsi schiacciati dalla programmazione e spossati dalle corse.
La mia tattica (se mi ricordo) è quella di fare un passo indietro, prendere i miei figli e far loro scegliere: a che cosa rinunciare, su che cosa puntare e come. Faccio magari presente un punto di vista diverso: per esempio se si rinuncia alla festa di un amico, se e come si può recuperare un momento prezioso per il rapporto con quell’amico, o le problematiche logistiche o banalmente ricordo che se il weekend è pieno sarà necessario studiare in altri momenti, ma mi ritiro un po’ dal ruolo di mamma omnipresente accontentandomi – sperando di fare bene – di facilitare le loro passioni agevolando la partecipazione ad attività significative, non a tutto.
(Eh, si… è valido anche per me!)

5) La mindfulness dei lavori di casa

Detto tutto questo, lo stress a volte si fa sentire, cosi come le emozioni sfidanti o difficili, per non connotarle negativamente.
In quei casi, seguo il consiglio di una cara amica, che continuo a ringraziare in cuor mio in quelle situazioni: non lascio alle emozioni o alle sensazioni di stress prendere il comando della mia giornata ma facendomi forza di quello che c’è da fare – c’è sempre un piatto da lavare, una maglia da piegare, una finestra da pulire, no? Per una volta è una benedizione e non un peso – mi metto a farlo, lasciando alla quotidianità e alla banalità (forse) del compito guidare le mie mani, mentre la mia mente, rimanendo nel qui e ora dell’azione, osserva quell’emozione difficile, le da uno spazio limitato, non la discute né la alimenta, ma la lascia andare. Per ritornare alla semplice felicità dell’ora.

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